Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








mercoledì 23 luglio 2008

Diritto alla Vita , Diritto alla Morte

Pubblico, senza aggiungere alcun commento , una mail che inviai il 4 maggio 2002 a Sandro, amico e medico di famiglia.


Ciao Sandro,

la nostra conversazione telefonica di poco fa mi ha imposto alcune necessarie riflessioni. Mi rendo conto che tu hai fatto il “Giuramento di Ippocrate”, ma appunto …”TU”…… lo hai fatto ed è un tuo problema, una tua preoccupazione un tuo punto di riferimento. Ma poi, cosa dice veramente il giuramento di Ippocrate ??? che ci impegniamo a curare e salvaguardare la vita umana ?? mi piacerebbe conoscere il contenuto esatto di questo giuramento. Anche se personalmente non credo che il giuramento in questione parli o faccia riferimento all’accanimento terapeutico e alla volontà della persona di essere curata. Ritengo che tutta una serie di pratiche diventate …. Normali…. nella nostra società nulla abbiano a che vedere con il giuramento in questione, ma vengano scambiate per tale. Il giuramento riguarda te e il tuo impegno a salvare la vita e riguarda il preciso impegno che tu ti prendi nel momento in cui scegli la professione di medico, come tale hai l’obbligo morale di salvare la vita del tuo prossimo con i mezzi che tu conosci in quel momento. E su tutto questo non ho nulla da ridire.

Il quadro cambia completamente quando, quanto sopra espresso, incontra la volontà della Persona, della persona adulta, maggiorenne e in grado di intendere e di volere, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Tu non puoi obbligare un altro essere umano alla cura, se l’altro essere umano non vuole la tua cura e ci sono molte ragioni per le quali la persona di cui parliamo può non volere la tua cura.

Cito alcuni esempi: può non volere la tua cura perché non la ritiene idonea e adeguata, e tu francamente puoi affermare che la cura che tu elargisci è consona e adeguata per tutti ?? puoi farlo in coscienza? Nel mondo esistono molte cure e naturalmente il mondo occidentale ritiene le sue le cure migliori, ma fanno parte della sua ‘cultura’ . Il mondo cinese ritiene le sue le cure migliori, pensa ad esempio all’ago puntura che noi occidentali abbiamo sempre guardato con sufficienza perché non ritenevamo tale “strumento” scientifico (ovviamente sempre dal nostro punto di vista) ora invece alcuni ricercatori hanno finalmente dimostrato la validità dell’ago puntura dal punto di vista “scientifico” e lo hanno fatto semplicemente studiando la faccenda e non liquidandola come “arcaico retaggio di ignoranza”.

Questo ha dimostrato l’ignoranza e il pregiudizio dell’occidente, abbondantissimo.
Pensa ad esempio alla Rabdomanzia, per molto tempo si è ritenuto pure quella frutto di “arcaico retaggio di superstizione”, ora invece, sempre con il metodo scientifico, è stato dimostrato che alcune persone hanno “veramente” la capacità di sentire l’acqua nel sottosuolo, tanto è vero che le imprese che ricercano l’acqua per la costruzione di pozzi, lo fanno sia con l’ausilio delle attrezzature Tecniche che con lo studio geologico che con i Rabdomanti.

Ti faccio un altro esempio, nel caso di una persona ammalata di tumore, la medicina ufficiale propone : Chemio e Radio terapia, puoi obbligare un essere umano operato di tumore a fare la chemioterapia ???non mi risulta, che differenza fa con il rifiuto della trasfusione ??? sei così certo che sia una situazione diversa ??? Già perché nel momento che la persona , di cui abbiamo tracciato sopra le linee, esprime la sua volontà precisa, solleva te da qualsiasi decisione. La persona ha preso una decisione riguardo a se stessa e vuole che la sua decisione venga rispettata.

Tu chi sei per andare oltre questo ??? Che diritto hai di metterti al di sopra della volontà di un altro essere senziente altrettanto quanto tu sei ????

E con questo preciso che sono altrettanto contraria all’eutanasia, totalmente e assolutamente contraria, e per quanto ti possa sembrare paradossale, affermo anche che, se personalmente mi trovassi in una tale situazione, potrei praticarla, ma assumendomi le conseguenze penali , perché l’eutanasia è un omicidio, e ancora il praticarla sarebbe frutto della mia coscienza, e preciso praticare l’eutanasia verso chi potrebbe chiedermelo ad un dato momento. Io non sono ne un medico ne un infermiere, guai a tutti coloro che esercitando tale professione, pensassero di poterlo fare, guai a loro . Ciò che voglio dire con questo è semplicemente che una persona nella mia posizione potrebbe trovarsi in quel frangente solo forse una volta nella vita e relativamente a qualcuno che le è molto caro e molto vicino, ma attenzione nel momento in cui lo dovessi fare, immediatamente scatterebbe l’autodenuncia presso una stazione della polizia. Spero di averti chiarito il mio pensiero in merito alla eutanasia.


Voglio aggiungere un’altra riflessione, perché siamo giunti al punto di porci il problema dell’eutanasia ???? quanto il problema dell’eutanasia è frutto dell’accanimento terapeutico, accanimento dietro al quale spesso soggiace, la cosiddetta ricerca scientifica, attraverso la quale l’essere umano viene degradato a cavia. Non ce lo possiamo di certo nascondere, perché non possiamo staccare tutto questo dal mondo reale dentro al quale viviamo e tutti coloro che operano nella sanità, sanno quanto business e quanta vanagloria dietro si celano e quando io faccio una scelta per la mia vita, la faccio tenendo conto di questo. Del business farmaceutico, dai Sandro, onestamente quanti farmaci realmente servono, nel numero, quanti farmaci ??? io credo che un numero a due cifre sia più che sufficiente. (sempre ammesso e non concesso che i farmaci veramente servano e per farmaci parlo di tutti i prodotti chimici etc delle case farmaceutiche).

Coloro che praticano l’accanimento terapeutico, che ricercano la gloria (ovvero il successo nella professione) sono davvero buoni medici, possono davvero fare una scelta migliore della mia per la mia vita ??? non penso proprio , io voglio scegliere per la mia vita e tu medico, metti a disposizione il tuo sapere per la mia vita, ma mia è la vita mia è la scelta, non tua, tu sei lo strumento (inteso come funzione e informazione) che io utilizzo per salvaguardare la mia vita. Nel momento di questa scelta a me non interessano le opinioni personali , i giuramenti e i voleri di Sandro, nel momento di questa scelta a me Persona, servono le conoscenze mediche di Sandro.

Guardiamo la cosa da un altro punto di vista. Tu vuoi allestire un sistema informatico e ti rivolgi a me che sono un professionista del settore, mi esponi il tuo problema e io metto a disposizione il mio sapere per il tuo problema e nel mio sapere ci saranno certamente suggerimenti su come realizzare il sistema, a quel punto tu deciderai se seguire o meno i miei consigli o se attuare ciò che tu pensi, e io a mia volta potrò scegliere o meno di realizzare il sistema informatico per te che potrei ritenere sbagliato in base alle tue decisioni e potrei anche realizzarlo per te pur sapendo che è sbagliato. Tu puoi scegliere e io posso scegliere.

Nel caso di mancato accordo andare ognuno per la propria strada e questo è molto molto ragionevole non trovi ???

Ciao
Marziana

mercoledì 16 luglio 2008

LE DONNE: SONO LORO CHE MANCANO


Nel 2006 ho frequentato un corso all’Universtià di Brescia dal titolo “Donne, politica ed istituzioni” che trattava del tema della “non presenza” femminile nel mondo politico. L’argomento ha sempre suscita il mio interesse.

Ed in questi giorni, dalla lettura del libro intitolato “La Deriva: perché l’Italia rischia il naufragio”, continuo ad apprendere dati sconcertanti.

Pagina XVII: “Le donne: sono loro che più ci mancano. Basta scorrere l’elenco dei manager più pagati pubblicato dal “Sole 24 ore” alla fine del marzo 2008: Matteo, Cesare, Riccardo, Giovanni, Gabriele, Luciano………….Per trovare una donna bisogna scendere all’ottantesimo posto: Luisa Torchia, consigliera di amministrazione di Atlantia (Gruppo Autostrade), Cassa depositi e prestiti e Acea. Tra le prime cento in realtà, avrebbero rivelato i bilanci successivi, ce ne sono altre: Jonella Ligresti, Giulia Ligresti e Marina Berlusconi. Rispettivamente figlie di Salvatore Ligresti e Silvio Berlusconi. Ma donne non “figlie di”? ZERO”. Aggiungo io, non è cambiato molto dai tempi del Sette – Ottocento ad oggi. Le donne ai vertici “anonime” non hanno posto. Così come non hanno peso nel mondo del lavoro; quando riescono a raggiungere una posizione di rilievo difficilmente viene considerata meritata.

Continuano gli autori “Il tasso di occupazione femminile, un dato che spesso coincide con quello dei Paesi più ricchi, ci vedeva nel 1996 nella posizione di coda. Adesso siamo, col 46% ultimissimi. Dopo la Grecia, la Polonia, l’Ungheria…..Ultimissimi. Dieci punti sotto la Repubblica Ceca. Quindici sotto la Slovenia. Venti sotto gli Stati Uniti e la Finlandia. Quasi trenta sotto la Danimarca”. Ma questo non è in controtendenza al fatto che le donne sono più determinate e che sono loro che portano a termine in maggior numero gli studi? E poi cosa succede, perché le donne non hanno possibilità non dico di accedere al vertice, ma addirittura di lavorare?

L’Italia ha la percentuale più bassa d’Europa delle donne leader: 17,2%, dodici punti sotto la media europea.

Per non parlare poi del rapporto donna – politica: il peso delle donne in Parlamento e al governo è dell’11%, dietro di noi c’è solo la Polonia. I paesi più competitivi dell’Occidente hanno una forte presenza di ministre.

E in conclusione mi chiedo: perché noi avvaliamo questa situazione? Perché noi donne partecipiamo alla determinazione o/e subiamo questa situazione? Perché ci lasciamo appiattire?

Vorrei trovare la risposta a queste domande, ma per trovarla serve il confronto con altre donne, con altre realtà.Per questo ho deciso di mettere di seguito la traduzione in inglese di queste riflessioni.


Per altre informazioni

www.pariopportunita.it

www.retenazionaledpi.it


On 2006 I attended a course at the University of Brescia from title “Women, politics and institutions” that deals with the problem of “no presence” of women in the political word. This subject has been aroused my interest.
And in these days, from the reading of the book entitled “La Deriva: why Italy does risk the failure”, I read in the book perplexing data.
Page XVII: “The women: are them that are absents. Well, glacing through the list of most paid manager published in the newspaper “Il Sole 24 0re” at the end of 2008: Matteo, Cesare, Riccardo, Giovanni, Gabriele, Luciano…….. To find a woman it needs to go down at the eightieth post: Luisa Torchia, council member of Atlantia (Gruppo Austostrade),Cassa depositi e prestiti and Acea.
Between the first hundred really, there are others: Jonella Ligresti, Giulia Ligresti e Marina Berlusconi. Respectively daughters of Salvatore Ligresti and Silvio Berlusconi. But women not “Daughters of”? Zero. I add, it doesn’t change anything from long time, since ‘700 – ‘800 until today. Women leader “anonymous” haven’t a place, neither in the working environment.
Writers resume: “The female occupation rate, a data that often correspond with that of the most riches countries, it saws us in the 1996 at the end. Now, we are with 46% the latest after Greece, Poland, Hungary….latest , ten points under Chechnya, fifteen under Slovenia, twenty under U.S.A. and Filandia.
Almost thirty under Denmark. But these, is not trendy with the women determination and also with the idea that a larger numbers of women finish school.
And than, why women can’t to be leader or simply workers?
Italy has the lower percentage of women leader: 17,2% , twelve points under European average.
Women in Parliament and in the government are 11%, after Italy only Poland.
The most competitive Western Europe Countries have a big presence of women in politics.
And us, why do we allow this situation?
Why do we disappear?

mercoledì 9 luglio 2008

il mondo di RAWA




Alcune settimane fa sono andata ad un incontro sul tema "Democrazia e/è sviluppo".
Mi interessava l'argomento e soprattutto l’opportunità di ascoltare voci fuoricampo.
Uomini e donne che hanno vissuto in prima persona la drammaticità e i problemi di un paese come l'Afghanistan.

Vivere è altro dal vedere. Volevo provare a capire, cercare di documentarmi. Il punto di vista cambia, è totalmente diverso.
Mettersi al centro del cerchio, girarsi piano piano e il mondo appare a 360 gradi.

Così ho incontrato il mondo di RAWA. RAWA Int.
Il video di un’aderente all’associazione e una breve presentazione della rappresentante del CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afgane) hanno messo in luce con sensibilità e sguardo femminile, la loro attività e il loro pensiero.

Mi hanno colpito il coraggio: rischiano la vita, la volontà, la pulizia morale, la chiarezza di intenti e pensiero, che nonostante il dominio di genere trovano dentro di sè, difendendoli e coltivandoli.
Le condizioni sfavorevoli non hanno impedito la nascita di un albero meraviglioso, invisibile a chi non sa guardare, ma con profonde ed estese radici che abbracciano l’Afghanistan e non solo.

Moderne aracnidi di Internet tessono relazioni e giungono ovunque.

Potenza della tecnologia ma soprattutto dell’amore per la Vita.
Fantasmi azzurri, senza volto, senza corpo, cancellati, annullati, ma più vivi che mai.

Portano linfa al paese, a dispetto delle tradizioni, della violenza, della paura, della guerra, della miseria.
Una ribellione silenziosa: agiscono! Percorrono il territorio, parlano con la gente, raccolgono richieste, vedono i bisogni reali e poi progettano.
Come trovare luoghi da trasformare in un’aule , ambulatori.

Fanno ciò che lo stato non fa.

Nonostante le missioni di pace e gli interventi umanitari finalizzati al sostegno degli afgani, in verità sono i “portatori di pace”, ad essere salvati dalla morte dello spirito e dall’annientamento della fede.
Gli “angeli azzurri” impongono alle coscienze riflessioni, interrogativi, valutazioni che smuovono l’indifferenza, rammentando cosa significa scegliere, vivere e morire veramente.

Obiettivi fondamentali del loro agire sono istruzione ed educazione.
L’ignoranza impedisce l’ emancipazione: da uno stato fantoccio, dalla miseria, dalla guerra ed alla persona di divenire ciò che può/deve essere.
Lo hanno capito; lo sviluppo della conoscenza e della capacità di pensiero critico consentirà al loro popolo di difendere i propri diritti e di lottare contro lo status quo.

Quando si risorge, si risorge dentro e non certo fuori.
Penso che l’Afghanistan lo stia facendo, in modo lento e invisibile, grazie anche a queste donne e a tutti coloro che le aiutano.

venerdì 4 luglio 2008

Eda: Educazione degli adulti

L'attuazione del progetto EdA (Educazione degli Adulti) è stato affidato all'azione di Centri territoriali permanenti (Ctp) istituiti con l'ordinanza ministeriale n. 455/97. I Centri hanno sede presso un'istituzione scolastica statale, godono di specifici finanziamenti.

link alla informazione completa relativa a:
Educazione degli adulti

giovedì 3 luglio 2008

INFANTICIDIO

Scrissi l’articolo che riporto di seguito nell’ottobre del 1991, sono trascorsi 17 anni, ma è ancora cronaca:

“RIFLESSIONI
Il due aprile scorso sfogliando il “Corriere della Sera” mi è balzato all’occhio l’articolo pubblicato a pag. 37, della sedicenne ricoverata dai genitori all’ospedale di Sant’Anna di Como in preda a fortissimi dolori addominali. rivelatisi poi spasmi post-parto.
Il ritrovamento della bimba ormai morta nella soffitta di casa. Negli ultimi 6 mesi altri 3 casi analoghi; l’ultimo due settimana fa. Il ritrovamento nel cassonetto dell’immondizia. Apparentemente genitori, insegnanti e amici non si erano accorti di nulla.
Tali notizie suscitano in me stupore e turbamento ma anche amarezza e rabbia, sentimenti contrastanti che mi inducono a riflettere. Ritenevo che certi fatti non potessero più accadere e fossero relegati nella cronaca d’altri tempi, mi sbagliavo!
Mi chiedo cosa ne è stato delle battaglie femminili e della rivoluzione sessuale che hanno investito il nostro paese nell’ultimo trentennio, se una ragazza di 16 anni non sa come evitare una gravidanza indesiderata, ma ancor peggio, sente di non poterne parlare con genitori e amici, o rivolgersi ad un consultorio.
Posso sono intuire il dramma di un’adolescente che affronta “sola” un problema tanto grande perché “la paura” dell’altrui condanna è ancora più grande. L’epilogo è scontato, il parto; l’abbandono non….. sui gradini di una chiesa, ma in un cassonetto, gettato da un’auto in corsa o da una finestra dentro ad una scatola di cartone, è la cronaca degli ultimi 3 mesi.
Forse le grandi battaglie sono stata tutte combattute ma la penetrazione, nel tessuto sociale dei cambiamenti prodotti, è certamente più lenta di quanto invece auspicabile.
Simili eventi coinvolgono tutti, non solo l’universo femminile, e ci dovrebbero indurre a riflettere.”


Già alla fine del ‘700 Pestalozzi si era posto il problema nel suo saggio: “ ‘Legislazione e infanticidio’ dove mette in luce con la sua antinomia della Natura, del piano superiore (come dovrebbe essere il mondo) e del piano inferiore (come il mondo è). La madre non coniugata: natura superiore non può non amare il proprio figlio, ma la natura inferiore giunge al delitto.
Lo stato: che sorge per tutelare il benessere dei cittadini (natura superiore) mettendo al bando la ragazza madre la induce all’infanticidio (natura inferiore). In quanto l’infanticidio nasce dal senso del pudore (che è insito nella natura umana) e il senso del pudore conduce a leggi disumane (poste dalla società).” La questione così come si impone al Pestalozzi lascia emergere un’antinomia che non è solo nella natura individuale, ma si istituisce altresì tra individuo e società.

Ora il problema non è più ‘solo’ della ragazza madre ma si è esteso a molte donne in situazioni di disagio.

Il più recente in cronaca, 2 luglio, lui ce l’ha fatta.
http://www.metropolisweb.it/legginews.asp?idarticolo=9563
http://www.panorama.it/home/articolo/idAA020001377369?template=templateSky

Un mese prima, il 3 giugno, anche lui ce l’ha fatta.
http://news.centrodiascolto.it/view/265951

martedì 1 luglio 2008

Offerte di lavoro & età

Da quando ne ho memoria negli annunci di lavoro viene indicata un' età per il candidato.
Età minima, età massima.
Età che spesso contrasta con l'esperienza richiesta e il tempo di formazione.

Da lungo tempo mi interrogo sul perchè di una simile richiesta. Che importanza puo' avere rispetto al lavoro da svolgere una volta definiti requisiti, competenze ed eventuali titoli ? (eventuali titoli poichè stabilite le competenze, il titolo non dovrebbe avere più importanza alcuna).
Sarebbe interessante sapere la ragione poichè per quante ipotesi abbia formulato nessuna ha resistito alle ragioni della logica. L'età del candidato non ha relazione alcuna con il lavoro da svolgere una volta specificati i requisiti e le competenze.
Ho invece notato che nei bandi e negli avvisi di lavoro della pubblica amministrazione questo dato pare non essere richiesto.
Secondo l'attuale normativa che regola il lavoro è possibile accedervi a partire dal compimento del 14 anno di età, fino all'età pensionabile e oltre per chi lo desidera.
Secondo l'articolo uno della Costituzione:

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Quindi il lavoro come diritto-bene-dovere di ogni singolo cittadino, ma allora perchè questa discriminazione negli annunci di lavoro?
Sono solo io a chiedermelo o qualcun'altro lo ha già fatto prima di me ? qualcuno che magari ha già portato avanti il problema nelle opportune sedi ? e come si fece per la discriminazione di genere nella destinazione degli annunci di lavoro, anche questa discriminante potrebbe essere superata?