Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








sabato 15 novembre 2008

Conflitti sociali, Conflitti di interesse, Conflitti politici, Conflitti…..

La trasmissione Anno Zero di ieri sera ha riportato alla memoria riflessioni scritte nel lontano 1992 in piena tempesta tangentopoli.

“…E CHI E’ SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA

tangentopoli, politica, potere, corruzione, mazzetta, istituzioni, partiti, debito pubblico, privatizzazioni etc.etc.

Mi chiedo quante volte, negli ultimi mesi, abbiamo letto e sentito queste parole. Troppe volte. Ognuno ha scritto e raccontato la propria verità, proposto soluzioni, blaterato, gridato allo scandalo. Le colpe sono sempre degli altri, mai di chi scrive, di chi intervista o viene intervistato, i presenti sono sempre esclusi, lasciando così il lettore o l’ascoltatore totalmente confuso e stupito. Anch’io sono confusa e stupita e mi chiedo per quanto ancora le nostre menti saranno ottenebrate e chi sarà il ‘salvatore’ che alzerà il velo. L’attesa è messianica.

Questa è davvero la mia grande preoccupazione, come se la storia non ci avesse insegnato nulla. Eppure la storia è la memoria del vissuto collettivo, indispensabile punto di riferimento per qualsiasi progresso e in questo momento è il nostro monito, facciamo attenzione a quanto facciamo e alle decisioni che prendiamo.

E’ vero che la nostra classe politica è corrotta, è vero che gli attuali partiti hanno esaurito il loro ruolo, è giusto che chi ha peccato venga condannato, ma non dobbiamo dimenticare anche le nostre responsabilità e non condannare prima di aver giudicato.

Senza una profonda autocritica e l’accettazione del fatto che tutti o quasi, abbiamo in parte contribuito a determinare l’attuale sistema, non riusciremo a cambiarlo.
Ognuno si deve accollare la propria parte di responsabilità, pur se minuscola come un granello di sabbia e non attribuire sempre ad altri le colpe di quanto accaduto, perché allora è lecito chiedere: ‘e tu dov’eri?’

E’ stato davvero triste lo spettacolo offerto le scorse settimane. Tutti in piazza a scioperare a protestare, ognuno a difendere il proprio orticello: sindacato e partiti sempre impegnati a difendere l’orticello dei voti e degli iscritti, ‘quasi’ inconsapevoli che il fallimento della Fattoria li avrebbe travolti.
Per quanto inique ed ingiuste talune decisioni prese dal governo, mi sono ritrovata a pensare, Amato tieni duro. Pur consapevole che il ‘Popolo’ più non si fida dei ‘Signori’ non esiste al momento alcuna reale alternativa, ma solo quella possibile verso cui lavorare.

Tutti siamo consapevoli che uno dei nodi e forse il più intricato del nostro sistema è il Fisco, la mai applicata e purtroppo sempre sbandierata equità fiscale; allora mi sono chiesta come mai il sindacato invece di portare la gente in piazza, con le conseguenze che abbiamo visto, non si sia seriamente contrapposto al governo con una alternativa concreta. Offrire il proprio contributo in questo difficilissimo momento, ma inchiodando governo e partiti a impegni precisi in merito al rinnovo della normativa in materia fiscale, tributaria, previdenziale e sanitaria.

Tabula rasa della galassia di leggi , norme e decreti che rendono il codice un labirinto e la burocrazia ogni giorno più simile ad un’idra.
E ancora che dire di commercianti ed artigiani, anche loro non hanno saputo resistere al richiamo della foresta; eppure la minimu tax è un primo, per quanto brutto e goffo, tentativo di equità fiscale, certo non si può presumere il reddito, ma anche in questo caso si poteva dar prova di maturità civile. La barca affonda e a nulla serve cercare il colpevole, l’imperativo è tappare le falle, dopo si cercherà il colpevole.

Una volta ancora si è assistito al gioco delle parti, gli attori sono entrati in scena ed hanno recitato. Ogni categoria sociale vuole essere salvaguardata nei confronti della altre che ritiene maggiormente privilegiate. Dipendenti contro lavoratori autonomi, autonomi contro statali. Questo scontro sociale non porterà nulla di buono e di certo non risolverà i problemi. Non ci sono i buoni e i cattivi, ci sono le persone.

Ritengo che i rappresentanti delle numerose lobbies e categorie sociali avrebbero dato grande prova di responsabilità e maturità consigliando i loro iscritti di farsi carico dei sacrifici richiesti, impegnandosi e impegnando il governo al varo di nuove norme che potrebbero entrare in vigore a partire dal 1994.
Abbiamo due camere, usiamole per progredire e non per insabbiare. Le regole oltre ad offrire garanzia di giustizia ed equità verso la collettività, vanno fatte rispettare con strumenti adeguati. Lo Stato padrone, rappresentato dall’attuale burocrazia deve scomparire e lasciare il posto all’efficienza. Il sistema non esiste per soddisfare se stesso ma per erogare servizi ai cittadini i quali devono pagare il giusto (tributi) per ottenerli.

Tutto questo però ancora non basta, ognuno di noi è contemporaneamente debitore e creditore, cittadino e stato, chiamato a svolgere il proprio dovere di lavoratore; ogni ingranaggio è importante affinché la macchina funzioni. Solo questa consapevolezza porterà ad una crescita sociale e ad un reale cambiamento qualitativo. Il sistema legislativo non basta se non è sostenuto dalla maturità della collettività.
Chi di noi dopo un onesto esame di coscienza potrà dire di: non avere mai manipolato gli altri, approfittato di persone e di situazioni, usato conoscenze per ottenere favori, abusato di poteri, intrallazzato, di avere svolto con la diligenza del buon padre di famiglia il proprio lavoro, pagato le tasse, agito con coscienza, onestà e rispetto del prossimo, scagli la prima pietra.

Marziana Monfardini
Brescia, Novembre 1992

giovedì 13 novembre 2008

Beppe Grillo a Montichiari


Nella serata del 23 ottobre 2008 a Montichiari c’è stato Beppe Grillo. La solita voce fuori dal coro, con alcune riflessioni importanti che qui vorrei condividere.

Il problema delle risorse del nostro pianeta che si stanno esaurendo: i più non ne sono completamente consapevoli, ma ciò che lasceremo ai nostri posteri è un piatto amaro o con ben poco da mangiare.

L’acqua, che oggi consumiamo senza vincoli, sta finendo. Ci sono dei metodi sperimentati all’estero di raccolta ed utilizzo di acqua piovana, che seppur lontano dalla comodità dei nostri rubinetti sarebbe necessario sfruttare.

I detersivi hanno un potenziale di inquinamento disastroso. E’ da qui la scelta di fabbricare in proprio un detersivo ecologico (vedi ricetta sul blog di Beppe Grillo) che oltre a farci risparmiare aiuterebbe l’ambiente. Oppure l’utilizzo di una pallina ecologica ECO GREEN BALL che utilizzata al posto del detersivo per lavatrici, anche se non profumata, ci permette di avere biancheria pulita. E’ possibile ordinarla anche tramite web.

L’importanza di Internet, non solo come strumento di conoscenza e di comunicazione, ma anche di condivisione, crescita e apprendimento con i software freeware e open source e ancora come mezzo di controllo ed osservazione dell’operato dei nostri politici sul territorio, con la condivisione ad es. delle registrazioni dei consigli comunali.

Divertente l’ultimo spezzone dedicato a nuovi corsi che vengono fatti in Cina a pagamento. Alcuni manager con alte responsabilità e stressati vengono invitati al loro funerale e ad entrare nella loro bara per alcuni minuti. La sensazione della morte è l’unica che ci risveglia alla vita.

Tralascio la politica, perché mi fa male parlarne.

Rimando al sito di Beppe Grillo e al Gruppo di amici di Beppe Grillo di Brescia per seguire le varie iniziative sui temi sopra esposti.

www.beppegrillo.it







On the evening of 23 october 2008 in Montichiari there was Beppe Grillo. The usual voice out of Chorus, with somes important reflections that’s I want here to share.
The problem about exhaustion of resources: the many people aren’t fully conscious, but that we’ll leave at our children it’s a bitter wish or a little to eat.
Water today we consume without border is finishing! There are somes methods abroad as rainwater collection that, although for about comfort of our water tap, we could to harness.
The washing powder have a pollution potential devastating. It’s here the choice to make ourselves a washing powder ecological (you can see the recipe on the Beppe Grillo blog) that is cheap and that could to help environment. Or the use of ECO GREEN BALL instead of washing machine powder, even though without fragrance, we could allow us to have laundry cleaning. You can have the ball trough web.
The importance of Internet, not only as knowledge indicator and communication, but also of shary, growth and learning with freeware software and open source and also as means of control and observation of political work on our territory, for example with recording political local board.
The last part of performance wad dedicated to some courses organized in China. Some manager with enormous responsibility and stressed were invited to their funerals and to go in their coffins for some minutes. Sensation of dead wake up again at life. For more information I invite you to go at the address www.beppegrillo.it.

Il futuro degli Enti inutili


Le Comunità Montane negli ultimi anni sono state additate come enti inutili, enti che sprecano denaro, enti che svolgono funzioni che potrebbero essere delegate ai Comuni, enti “doppione”. Da una parte si grida allo spreco, dall’altra si ritiene che invece possano essere utili, in un gioco altalenante che è iniziato da alcuni anni e che fomenta risentimenti verso un “qualcosa di sconosciuto”. In effetti, pochi sanno a cosa servono questi Enti e quali sono le funzioni che svolgono sul territorio. Ma si segue l’onda del “sentito dire”, dei “titoli del giornale”. E’ stata anche definita schizofrenia giornalistica, questa moda di dare informazione seguendo l’opinione del giorno del politico.

Probabilmente il nostro sistema di comunicazione basato sull’informazione “alla giornata”, valuta bene le conseguenze che può avere su una determinata opinione pubblica disinformata, ma non l’impatto sociale sulle persone realmente coinvolte dall’attività dell’Ente.

Mi chiedo se, con le moderne tecnologie informatiche, non sia possibile fare una valutazione economico/qualitativa sull’effettiva utilità o meno degli Enti montani? Dati economici alla mano, non è possibile valutare l’attività di 23 Enti su un territorio? Non è possibile creare un team di valutazione e chiudere il problema? Ma a tutt’oggi dopo anni non si sa ancora nulla,,,,,,,siamo in balia delle decisioni che prima o poi arriveranno.

Mi sembra che la politica si stia allontanando non poco dalla gente comune e dai problemi reali che ci toccano tutti i giorni.

Ma n questo caso e come sta succedendo in molte altre situazioni, è più semplice e veloce eliminare e spazzare via il tutto, piuttosto che fare un’analisi delle diverse situazioni perché ciò richiede più tempo e coscienza.

La scelta del risparmio economico se non accompagnata da una volontà effettiva di un cambiamento radicale, sano e consapevole, secondo me ,porterà ad un aumento di costi e di divergenze economiche.





The Comunità Montana (a local body) in the last years are pointed out as useless local body, local body that to waste many, body that to act functions that can be to delegate to municipal distresct, body double in a word.

But only some people to know what Comunità Montane to realise on our territory. But it’s more sample to follow general opinion and general information spreads of daily political idea.

Our communication system is based as it comes, without to value the actual reaction of the news on the people interesting about of local body activity.

I ask myself if, with the modern technology, we can’t to calculate the real utility of these local body. It’s incredible.

I thing that political is moving away of people and of real problem everywhere.

The economical value of the real financial of these local body it’s a binding answer, but the necessary answer. It’s indisputably, more sample to eliminate all without a consideration rather to analyse every single local body finance. But saving without logic and radical change it’s not the right solution. We’ll can have more costs in future.



sabato 11 ottobre 2008

Perchè fa paura la statua di Hitler


Alcuni mesi fa è scoppiato il caso della statua di cera di Hitler, quando il museo di Madame Tussauds l’ha esposta, provocando polemiche e paure. Un poliziotto in pensione le ha subito smorzate mozzando la testa del dittatore.

Questo gesto penso rappresenti il desiderio di molti tedeschi e non solo: lasciare seppellito il morto senza debita autopsia. Credo che le generazioni passate abbiano affrontato con poca chiarezza e con giustificazioni il ruolo avuto dai più nello sterminio degli ebrei e di altri orrori.

Hitler da solo non poteva programmare e realizzare una tale aberrazione. Ogni persona che ha partecipato a questa macchina infernale ne ha la responsabilità. Anche il semplice macchinista dei treni destinati ai campi di sterminio perché sapeva chi trasportava, come e dove. Non basta giustificarsi con il condizionamento subito dal regime, l’obbedienza agli ordini e l’amor di patria e qui rimandiamo a Don Milani.


Il non sentirsi responsabili porta ad attribuire ad altri le proprie azioni assolvendosi. Così facendo non si dà il giusto peso alle azioni dei singoli formanti la massa che potranno agire nuovamente, sia da singoli che da massa, senza “coscienza”. La coscienza ed il rimorso della responsabilità sarebbero invece un forte deterrente.

I giovani di oggi vivono in una società necrofila che non valorizza la vita ma enfatizza la morte. Non insegna neppure ad assumersi le responsabilità. Ci vogliono valori, consapevolezza responsabilità, volontà per costruire un progetto di VITA. Oggi, chi educa a questo cammino e chi lo accetta?

E’ più facile farsi irretire da sogni di potenza e sedare le frustrazioni con la violenza, magari prendendo per esempio le gesta di Hitler, che vivere la “banalità” e le difficoltà della vita quotidiana.

Dobbiamo quindi temere la tendenza all’irresponsabilità e alla necrofilia della nostra società, non la statua di Hitler. Anzi, ben venga tutto ciò che fa ricordare il passato e riflettere. L’importante è l’onestà delle coscienze altrimenti la storia non insegnerà mai nulla e il passato tornerà presente.

mercoledì 23 luglio 2008

Diritto alla Vita , Diritto alla Morte

Pubblico, senza aggiungere alcun commento , una mail che inviai il 4 maggio 2002 a Sandro, amico e medico di famiglia.


Ciao Sandro,

la nostra conversazione telefonica di poco fa mi ha imposto alcune necessarie riflessioni. Mi rendo conto che tu hai fatto il “Giuramento di Ippocrate”, ma appunto …”TU”…… lo hai fatto ed è un tuo problema, una tua preoccupazione un tuo punto di riferimento. Ma poi, cosa dice veramente il giuramento di Ippocrate ??? che ci impegniamo a curare e salvaguardare la vita umana ?? mi piacerebbe conoscere il contenuto esatto di questo giuramento. Anche se personalmente non credo che il giuramento in questione parli o faccia riferimento all’accanimento terapeutico e alla volontà della persona di essere curata. Ritengo che tutta una serie di pratiche diventate …. Normali…. nella nostra società nulla abbiano a che vedere con il giuramento in questione, ma vengano scambiate per tale. Il giuramento riguarda te e il tuo impegno a salvare la vita e riguarda il preciso impegno che tu ti prendi nel momento in cui scegli la professione di medico, come tale hai l’obbligo morale di salvare la vita del tuo prossimo con i mezzi che tu conosci in quel momento. E su tutto questo non ho nulla da ridire.

Il quadro cambia completamente quando, quanto sopra espresso, incontra la volontà della Persona, della persona adulta, maggiorenne e in grado di intendere e di volere, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Tu non puoi obbligare un altro essere umano alla cura, se l’altro essere umano non vuole la tua cura e ci sono molte ragioni per le quali la persona di cui parliamo può non volere la tua cura.

Cito alcuni esempi: può non volere la tua cura perché non la ritiene idonea e adeguata, e tu francamente puoi affermare che la cura che tu elargisci è consona e adeguata per tutti ?? puoi farlo in coscienza? Nel mondo esistono molte cure e naturalmente il mondo occidentale ritiene le sue le cure migliori, ma fanno parte della sua ‘cultura’ . Il mondo cinese ritiene le sue le cure migliori, pensa ad esempio all’ago puntura che noi occidentali abbiamo sempre guardato con sufficienza perché non ritenevamo tale “strumento” scientifico (ovviamente sempre dal nostro punto di vista) ora invece alcuni ricercatori hanno finalmente dimostrato la validità dell’ago puntura dal punto di vista “scientifico” e lo hanno fatto semplicemente studiando la faccenda e non liquidandola come “arcaico retaggio di ignoranza”.

Questo ha dimostrato l’ignoranza e il pregiudizio dell’occidente, abbondantissimo.
Pensa ad esempio alla Rabdomanzia, per molto tempo si è ritenuto pure quella frutto di “arcaico retaggio di superstizione”, ora invece, sempre con il metodo scientifico, è stato dimostrato che alcune persone hanno “veramente” la capacità di sentire l’acqua nel sottosuolo, tanto è vero che le imprese che ricercano l’acqua per la costruzione di pozzi, lo fanno sia con l’ausilio delle attrezzature Tecniche che con lo studio geologico che con i Rabdomanti.

Ti faccio un altro esempio, nel caso di una persona ammalata di tumore, la medicina ufficiale propone : Chemio e Radio terapia, puoi obbligare un essere umano operato di tumore a fare la chemioterapia ???non mi risulta, che differenza fa con il rifiuto della trasfusione ??? sei così certo che sia una situazione diversa ??? Già perché nel momento che la persona , di cui abbiamo tracciato sopra le linee, esprime la sua volontà precisa, solleva te da qualsiasi decisione. La persona ha preso una decisione riguardo a se stessa e vuole che la sua decisione venga rispettata.

Tu chi sei per andare oltre questo ??? Che diritto hai di metterti al di sopra della volontà di un altro essere senziente altrettanto quanto tu sei ????

E con questo preciso che sono altrettanto contraria all’eutanasia, totalmente e assolutamente contraria, e per quanto ti possa sembrare paradossale, affermo anche che, se personalmente mi trovassi in una tale situazione, potrei praticarla, ma assumendomi le conseguenze penali , perché l’eutanasia è un omicidio, e ancora il praticarla sarebbe frutto della mia coscienza, e preciso praticare l’eutanasia verso chi potrebbe chiedermelo ad un dato momento. Io non sono ne un medico ne un infermiere, guai a tutti coloro che esercitando tale professione, pensassero di poterlo fare, guai a loro . Ciò che voglio dire con questo è semplicemente che una persona nella mia posizione potrebbe trovarsi in quel frangente solo forse una volta nella vita e relativamente a qualcuno che le è molto caro e molto vicino, ma attenzione nel momento in cui lo dovessi fare, immediatamente scatterebbe l’autodenuncia presso una stazione della polizia. Spero di averti chiarito il mio pensiero in merito alla eutanasia.


Voglio aggiungere un’altra riflessione, perché siamo giunti al punto di porci il problema dell’eutanasia ???? quanto il problema dell’eutanasia è frutto dell’accanimento terapeutico, accanimento dietro al quale spesso soggiace, la cosiddetta ricerca scientifica, attraverso la quale l’essere umano viene degradato a cavia. Non ce lo possiamo di certo nascondere, perché non possiamo staccare tutto questo dal mondo reale dentro al quale viviamo e tutti coloro che operano nella sanità, sanno quanto business e quanta vanagloria dietro si celano e quando io faccio una scelta per la mia vita, la faccio tenendo conto di questo. Del business farmaceutico, dai Sandro, onestamente quanti farmaci realmente servono, nel numero, quanti farmaci ??? io credo che un numero a due cifre sia più che sufficiente. (sempre ammesso e non concesso che i farmaci veramente servano e per farmaci parlo di tutti i prodotti chimici etc delle case farmaceutiche).

Coloro che praticano l’accanimento terapeutico, che ricercano la gloria (ovvero il successo nella professione) sono davvero buoni medici, possono davvero fare una scelta migliore della mia per la mia vita ??? non penso proprio , io voglio scegliere per la mia vita e tu medico, metti a disposizione il tuo sapere per la mia vita, ma mia è la vita mia è la scelta, non tua, tu sei lo strumento (inteso come funzione e informazione) che io utilizzo per salvaguardare la mia vita. Nel momento di questa scelta a me non interessano le opinioni personali , i giuramenti e i voleri di Sandro, nel momento di questa scelta a me Persona, servono le conoscenze mediche di Sandro.

Guardiamo la cosa da un altro punto di vista. Tu vuoi allestire un sistema informatico e ti rivolgi a me che sono un professionista del settore, mi esponi il tuo problema e io metto a disposizione il mio sapere per il tuo problema e nel mio sapere ci saranno certamente suggerimenti su come realizzare il sistema, a quel punto tu deciderai se seguire o meno i miei consigli o se attuare ciò che tu pensi, e io a mia volta potrò scegliere o meno di realizzare il sistema informatico per te che potrei ritenere sbagliato in base alle tue decisioni e potrei anche realizzarlo per te pur sapendo che è sbagliato. Tu puoi scegliere e io posso scegliere.

Nel caso di mancato accordo andare ognuno per la propria strada e questo è molto molto ragionevole non trovi ???

Ciao
Marziana

mercoledì 16 luglio 2008

LE DONNE: SONO LORO CHE MANCANO


Nel 2006 ho frequentato un corso all’Universtià di Brescia dal titolo “Donne, politica ed istituzioni” che trattava del tema della “non presenza” femminile nel mondo politico. L’argomento ha sempre suscita il mio interesse.

Ed in questi giorni, dalla lettura del libro intitolato “La Deriva: perché l’Italia rischia il naufragio”, continuo ad apprendere dati sconcertanti.

Pagina XVII: “Le donne: sono loro che più ci mancano. Basta scorrere l’elenco dei manager più pagati pubblicato dal “Sole 24 ore” alla fine del marzo 2008: Matteo, Cesare, Riccardo, Giovanni, Gabriele, Luciano………….Per trovare una donna bisogna scendere all’ottantesimo posto: Luisa Torchia, consigliera di amministrazione di Atlantia (Gruppo Autostrade), Cassa depositi e prestiti e Acea. Tra le prime cento in realtà, avrebbero rivelato i bilanci successivi, ce ne sono altre: Jonella Ligresti, Giulia Ligresti e Marina Berlusconi. Rispettivamente figlie di Salvatore Ligresti e Silvio Berlusconi. Ma donne non “figlie di”? ZERO”. Aggiungo io, non è cambiato molto dai tempi del Sette – Ottocento ad oggi. Le donne ai vertici “anonime” non hanno posto. Così come non hanno peso nel mondo del lavoro; quando riescono a raggiungere una posizione di rilievo difficilmente viene considerata meritata.

Continuano gli autori “Il tasso di occupazione femminile, un dato che spesso coincide con quello dei Paesi più ricchi, ci vedeva nel 1996 nella posizione di coda. Adesso siamo, col 46% ultimissimi. Dopo la Grecia, la Polonia, l’Ungheria…..Ultimissimi. Dieci punti sotto la Repubblica Ceca. Quindici sotto la Slovenia. Venti sotto gli Stati Uniti e la Finlandia. Quasi trenta sotto la Danimarca”. Ma questo non è in controtendenza al fatto che le donne sono più determinate e che sono loro che portano a termine in maggior numero gli studi? E poi cosa succede, perché le donne non hanno possibilità non dico di accedere al vertice, ma addirittura di lavorare?

L’Italia ha la percentuale più bassa d’Europa delle donne leader: 17,2%, dodici punti sotto la media europea.

Per non parlare poi del rapporto donna – politica: il peso delle donne in Parlamento e al governo è dell’11%, dietro di noi c’è solo la Polonia. I paesi più competitivi dell’Occidente hanno una forte presenza di ministre.

E in conclusione mi chiedo: perché noi avvaliamo questa situazione? Perché noi donne partecipiamo alla determinazione o/e subiamo questa situazione? Perché ci lasciamo appiattire?

Vorrei trovare la risposta a queste domande, ma per trovarla serve il confronto con altre donne, con altre realtà.Per questo ho deciso di mettere di seguito la traduzione in inglese di queste riflessioni.


Per altre informazioni

www.pariopportunita.it

www.retenazionaledpi.it


On 2006 I attended a course at the University of Brescia from title “Women, politics and institutions” that deals with the problem of “no presence” of women in the political word. This subject has been aroused my interest.
And in these days, from the reading of the book entitled “La Deriva: why Italy does risk the failure”, I read in the book perplexing data.
Page XVII: “The women: are them that are absents. Well, glacing through the list of most paid manager published in the newspaper “Il Sole 24 0re” at the end of 2008: Matteo, Cesare, Riccardo, Giovanni, Gabriele, Luciano…….. To find a woman it needs to go down at the eightieth post: Luisa Torchia, council member of Atlantia (Gruppo Austostrade),Cassa depositi e prestiti and Acea.
Between the first hundred really, there are others: Jonella Ligresti, Giulia Ligresti e Marina Berlusconi. Respectively daughters of Salvatore Ligresti and Silvio Berlusconi. But women not “Daughters of”? Zero. I add, it doesn’t change anything from long time, since ‘700 – ‘800 until today. Women leader “anonymous” haven’t a place, neither in the working environment.
Writers resume: “The female occupation rate, a data that often correspond with that of the most riches countries, it saws us in the 1996 at the end. Now, we are with 46% the latest after Greece, Poland, Hungary….latest , ten points under Chechnya, fifteen under Slovenia, twenty under U.S.A. and Filandia.
Almost thirty under Denmark. But these, is not trendy with the women determination and also with the idea that a larger numbers of women finish school.
And than, why women can’t to be leader or simply workers?
Italy has the lower percentage of women leader: 17,2% , twelve points under European average.
Women in Parliament and in the government are 11%, after Italy only Poland.
The most competitive Western Europe Countries have a big presence of women in politics.
And us, why do we allow this situation?
Why do we disappear?

mercoledì 9 luglio 2008

il mondo di RAWA




Alcune settimane fa sono andata ad un incontro sul tema "Democrazia e/è sviluppo".
Mi interessava l'argomento e soprattutto l’opportunità di ascoltare voci fuoricampo.
Uomini e donne che hanno vissuto in prima persona la drammaticità e i problemi di un paese come l'Afghanistan.

Vivere è altro dal vedere. Volevo provare a capire, cercare di documentarmi. Il punto di vista cambia, è totalmente diverso.
Mettersi al centro del cerchio, girarsi piano piano e il mondo appare a 360 gradi.

Così ho incontrato il mondo di RAWA. RAWA Int.
Il video di un’aderente all’associazione e una breve presentazione della rappresentante del CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afgane) hanno messo in luce con sensibilità e sguardo femminile, la loro attività e il loro pensiero.

Mi hanno colpito il coraggio: rischiano la vita, la volontà, la pulizia morale, la chiarezza di intenti e pensiero, che nonostante il dominio di genere trovano dentro di sè, difendendoli e coltivandoli.
Le condizioni sfavorevoli non hanno impedito la nascita di un albero meraviglioso, invisibile a chi non sa guardare, ma con profonde ed estese radici che abbracciano l’Afghanistan e non solo.

Moderne aracnidi di Internet tessono relazioni e giungono ovunque.

Potenza della tecnologia ma soprattutto dell’amore per la Vita.
Fantasmi azzurri, senza volto, senza corpo, cancellati, annullati, ma più vivi che mai.

Portano linfa al paese, a dispetto delle tradizioni, della violenza, della paura, della guerra, della miseria.
Una ribellione silenziosa: agiscono! Percorrono il territorio, parlano con la gente, raccolgono richieste, vedono i bisogni reali e poi progettano.
Come trovare luoghi da trasformare in un’aule , ambulatori.

Fanno ciò che lo stato non fa.

Nonostante le missioni di pace e gli interventi umanitari finalizzati al sostegno degli afgani, in verità sono i “portatori di pace”, ad essere salvati dalla morte dello spirito e dall’annientamento della fede.
Gli “angeli azzurri” impongono alle coscienze riflessioni, interrogativi, valutazioni che smuovono l’indifferenza, rammentando cosa significa scegliere, vivere e morire veramente.

Obiettivi fondamentali del loro agire sono istruzione ed educazione.
L’ignoranza impedisce l’ emancipazione: da uno stato fantoccio, dalla miseria, dalla guerra ed alla persona di divenire ciò che può/deve essere.
Lo hanno capito; lo sviluppo della conoscenza e della capacità di pensiero critico consentirà al loro popolo di difendere i propri diritti e di lottare contro lo status quo.

Quando si risorge, si risorge dentro e non certo fuori.
Penso che l’Afghanistan lo stia facendo, in modo lento e invisibile, grazie anche a queste donne e a tutti coloro che le aiutano.

venerdì 4 luglio 2008

Eda: Educazione degli adulti

L'attuazione del progetto EdA (Educazione degli Adulti) è stato affidato all'azione di Centri territoriali permanenti (Ctp) istituiti con l'ordinanza ministeriale n. 455/97. I Centri hanno sede presso un'istituzione scolastica statale, godono di specifici finanziamenti.

link alla informazione completa relativa a:
Educazione degli adulti

giovedì 3 luglio 2008

INFANTICIDIO

Scrissi l’articolo che riporto di seguito nell’ottobre del 1991, sono trascorsi 17 anni, ma è ancora cronaca:

“RIFLESSIONI
Il due aprile scorso sfogliando il “Corriere della Sera” mi è balzato all’occhio l’articolo pubblicato a pag. 37, della sedicenne ricoverata dai genitori all’ospedale di Sant’Anna di Como in preda a fortissimi dolori addominali. rivelatisi poi spasmi post-parto.
Il ritrovamento della bimba ormai morta nella soffitta di casa. Negli ultimi 6 mesi altri 3 casi analoghi; l’ultimo due settimana fa. Il ritrovamento nel cassonetto dell’immondizia. Apparentemente genitori, insegnanti e amici non si erano accorti di nulla.
Tali notizie suscitano in me stupore e turbamento ma anche amarezza e rabbia, sentimenti contrastanti che mi inducono a riflettere. Ritenevo che certi fatti non potessero più accadere e fossero relegati nella cronaca d’altri tempi, mi sbagliavo!
Mi chiedo cosa ne è stato delle battaglie femminili e della rivoluzione sessuale che hanno investito il nostro paese nell’ultimo trentennio, se una ragazza di 16 anni non sa come evitare una gravidanza indesiderata, ma ancor peggio, sente di non poterne parlare con genitori e amici, o rivolgersi ad un consultorio.
Posso sono intuire il dramma di un’adolescente che affronta “sola” un problema tanto grande perché “la paura” dell’altrui condanna è ancora più grande. L’epilogo è scontato, il parto; l’abbandono non….. sui gradini di una chiesa, ma in un cassonetto, gettato da un’auto in corsa o da una finestra dentro ad una scatola di cartone, è la cronaca degli ultimi 3 mesi.
Forse le grandi battaglie sono stata tutte combattute ma la penetrazione, nel tessuto sociale dei cambiamenti prodotti, è certamente più lenta di quanto invece auspicabile.
Simili eventi coinvolgono tutti, non solo l’universo femminile, e ci dovrebbero indurre a riflettere.”


Già alla fine del ‘700 Pestalozzi si era posto il problema nel suo saggio: “ ‘Legislazione e infanticidio’ dove mette in luce con la sua antinomia della Natura, del piano superiore (come dovrebbe essere il mondo) e del piano inferiore (come il mondo è). La madre non coniugata: natura superiore non può non amare il proprio figlio, ma la natura inferiore giunge al delitto.
Lo stato: che sorge per tutelare il benessere dei cittadini (natura superiore) mettendo al bando la ragazza madre la induce all’infanticidio (natura inferiore). In quanto l’infanticidio nasce dal senso del pudore (che è insito nella natura umana) e il senso del pudore conduce a leggi disumane (poste dalla società).” La questione così come si impone al Pestalozzi lascia emergere un’antinomia che non è solo nella natura individuale, ma si istituisce altresì tra individuo e società.

Ora il problema non è più ‘solo’ della ragazza madre ma si è esteso a molte donne in situazioni di disagio.

Il più recente in cronaca, 2 luglio, lui ce l’ha fatta.
http://www.metropolisweb.it/legginews.asp?idarticolo=9563
http://www.panorama.it/home/articolo/idAA020001377369?template=templateSky

Un mese prima, il 3 giugno, anche lui ce l’ha fatta.
http://news.centrodiascolto.it/view/265951

martedì 1 luglio 2008

Offerte di lavoro & età

Da quando ne ho memoria negli annunci di lavoro viene indicata un' età per il candidato.
Età minima, età massima.
Età che spesso contrasta con l'esperienza richiesta e il tempo di formazione.

Da lungo tempo mi interrogo sul perchè di una simile richiesta. Che importanza puo' avere rispetto al lavoro da svolgere una volta definiti requisiti, competenze ed eventuali titoli ? (eventuali titoli poichè stabilite le competenze, il titolo non dovrebbe avere più importanza alcuna).
Sarebbe interessante sapere la ragione poichè per quante ipotesi abbia formulato nessuna ha resistito alle ragioni della logica. L'età del candidato non ha relazione alcuna con il lavoro da svolgere una volta specificati i requisiti e le competenze.
Ho invece notato che nei bandi e negli avvisi di lavoro della pubblica amministrazione questo dato pare non essere richiesto.
Secondo l'attuale normativa che regola il lavoro è possibile accedervi a partire dal compimento del 14 anno di età, fino all'età pensionabile e oltre per chi lo desidera.
Secondo l'articolo uno della Costituzione:

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Quindi il lavoro come diritto-bene-dovere di ogni singolo cittadino, ma allora perchè questa discriminazione negli annunci di lavoro?
Sono solo io a chiedermelo o qualcun'altro lo ha già fatto prima di me ? qualcuno che magari ha già portato avanti il problema nelle opportune sedi ? e come si fece per la discriminazione di genere nella destinazione degli annunci di lavoro, anche questa discriminante potrebbe essere superata?

giovedì 19 giugno 2008

La Vita è un valore

Nove anni fa, in occasione delle elezioni amministrative, mi fu chiesto di scrivere un breve articolo, da pubblicare sul notiziario locale, che esprimesse al femminile il punto di vista sulla sicurezza.

Il tema è tuttora di grande attualità e a distanza di nove anni 'purtroppo' anche il mio articolo. Poco o nulla pare cambiato.

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La vita è un valore

Oggi vivere è difficile. Chi di noi non ha affermato questo almeno una volta nella vita?
Quanti hanno cercato la risposta a quel male sottile che ogni giorno si insinua nelle nostre vite, impedendoci di goderle?
Quanti di noi si chiedono perché la mattina ci muoviamo come automi, rispettando agende con impegni infiniti, super organizzati, giocando sempre d'anticipo perché altrimenti "non ci stiamo dentro"?
Corriamo sempre, sempre più in fretta, verso una meta remota che non sappiamo più dove si trovi. Corriamo perché tutti corrono, perché il tempo sfugge, perché se non corri sei fuori. Corriamo perché...
E alla sera rincasiamo, esausti, incapaci di un sorriso, senza più una scintilla di vita e il giorno dopo ricominciamo, schegge impazzite nelle metropoli della pubblicità, dei centri commerciali, scatole vuote senza più essenza. Abbiamo creato un sistema che ci stritola e del quale siamo diventati
servitori piuttosto che fruitori. Ma non dovrebbe essere il sistema al servizio dell'uomo?
L'uomo come centro; la vita come valore primario.
Tutto questo dov'è finito? Al centro è stato posto il "Mercato", il "Denaro" e noi giriamo attorno a questo centro e ogni giorno combattiamo per questo obbiettivo; ma il denaro è solo un mezzo, serve per vivere. Senza danaro non potremmo scambiare, dovremmo tornare al baratto, un sistema scomodo, ma che forse ci darebbe nuovamente il senso del valore delle cose.
Chi sa fare, ha qualche cosa da scambiare.
Allora vedremmo quanti vivono sfruttando il valore e la ricchezza altrui. Con il denaro non vediamo più che esiste ancora lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, esiste ancora la schiavitù; semplicemente si esplicano con altre modalità, avanzate tecnologie, che danno l'idea di un'illusoria libertà.
Gli uomini, come ogni altra creatura che abita il pianeta, hanno una loro natura profonda, con la quale hanno perso il contatto. Abbiamo perso il contatto con le nostre radici ed ora vaghiamo inconsapevoli nell'etere. Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto una recrudescenza di questo male che ci affligge. La confusione in noi è la confusione nelle nostre scelte politiche, sociali ed economiche.
Da quanto tempo non si vedono progetti politici, ma solo beghe di palazzo, delazione e distruzione dell'avversario politico, piuttosto che desiderio di costruzione di un nuovo progetto per un nuovo sistema? lo ne ho persa la memoria, per questo ho raccolto l'invito dei Socialisti Democratici ed ho deciso di muovermi, di fare qualcosa, ciò che posso.
Sono una donna e come tale ho una maggiore sensibilità verso i problemi che ogni giorno affliggono le famiglie. Strutture carenti, trasporti pubblici inefficaci, pochi e costosi gli asili nido, le scuole, per non parlare della sanità. La lista potrebbe diventare infinita e fare elenchi non serve.
Il basso indice di natalità la dice lunga sulla difficoltà di mettere al mondo un figlio, mantenerlo economicamente, dargli una guida per aiutarlo a crescere e diventare una persona serena. I più cedono le armi.
Forse non ci rendiamo conto che i bambini sono il bene più prezioso di una società, hanno un grande valore.
Ma se non rimettiamo a posto la scala dei valori non possiamo comprenderlo e allora solo il danaro pare racchiudere un valore.
Se neghiamo il valore della vita, come possono essere sicuri il nostro mondo, le nostre strade, la nostra città? Sappiamo tutti bene quanto sia pericoloso per i ragazzi e per le donne sole uscire la sera, frequentare determinate zone della città.
Tutti sappiamo, siamo super informati, quanti delitti raccapriccianti vengono commessi, quanti abusi, quante violenze. A nulla serve aumentare le difese, costruire fortezze.
Non esiste la fortezza inviolabile. Allora, che fare?
Ristabiliamo la scala, dei valori. Rimettiamo il valore dell'uomo come portatore di vita al primo posto. La gioia e la serenità come obbiettivo e proviamo a lavorare per questo. La solidarietà al posto della competizione. Lo "scambio" il dono, al posto della depredazione dell'altro.
Ritroviamo la nostra dignità, rispettiamo la diversità.
Ogni essere umano è diverso dall'altro. Noi abbiamo dato vita ad una società che ci vuole uguali, perché non ha compreso che uguaglianza significa uguali diritti, uguali doveri verso noi stessi e verso gli altri, nel rispetto della diversità di ogni essere umano, perché come mai fiocco di neve è sceso uguale ad un altro, mai essere umano è nato uguale ad un altro.

maggio-giugno 1999 – pag. 3
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lunedì 16 giugno 2008

...E SE I RIFIUTI DI NAPOLI FOSSERO RADIOATTIVI

Avevo intenzione di aprire un post con questa riflessione, vedo che ci ha già pensato Jeremy Rifkin, ecco il link:

http://www.promiseland.it
Così ci salveremo dal nucleare
Jeremy Rifkin: Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema...
11-06-2008 - Fonte: La Repubblica.it
http://www.promiseland.it/view.php?id=2460

venerdì 13 giugno 2008

Metodo scientifico

Tempo fa lessi una intervista a Rita Levi Montalcini, la domanda dell'intervistatore mirava a conoscere se la nota scienziata credesse o meno in una entità superiore che in italiano viene denominata Dio.

Lei rispose che non credeva in Dio. Allora l'intervistatore le chiese se nei vari step di ricerca degli esperimenti scientifici da lei condotti, venisse valutata tra le altre ipotesi la possibilità dell'esistenza di Dio.

Lei rispose che escludeva a priori l'esistenza di Dio.

Fui molto colpita dalla risposta, non tanto perchè io creda o meno in questa entità, ma per la mancanza di metodo scientifico.
Nulla può venire escluso a priori ma se mai a posteriori dopo l'evidenza empirica, escludere qualche cosa in modo aprioristico significa di fatto falsare un esperimento già nel suo principio.
Perchè scrivo questo? da tempo ascolto, osservo, rifletto e mi pare che gli esseri umani tendano alla verifica più che alla falsificazione delle loro ipotesi, mi pare di notare una tensione quasi spasmodica a dimostrare la veridicità delle proprie tesi.
Mi chiedo se è corretta la mia osservazione e se lo è quale motivo soggiace a questo comportamento?

martedì 27 maggio 2008

Spazio a disposizione per commenti liberi

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