Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








sabato 11 ottobre 2008

Perchè fa paura la statua di Hitler


Alcuni mesi fa è scoppiato il caso della statua di cera di Hitler, quando il museo di Madame Tussauds l’ha esposta, provocando polemiche e paure. Un poliziotto in pensione le ha subito smorzate mozzando la testa del dittatore.

Questo gesto penso rappresenti il desiderio di molti tedeschi e non solo: lasciare seppellito il morto senza debita autopsia. Credo che le generazioni passate abbiano affrontato con poca chiarezza e con giustificazioni il ruolo avuto dai più nello sterminio degli ebrei e di altri orrori.

Hitler da solo non poteva programmare e realizzare una tale aberrazione. Ogni persona che ha partecipato a questa macchina infernale ne ha la responsabilità. Anche il semplice macchinista dei treni destinati ai campi di sterminio perché sapeva chi trasportava, come e dove. Non basta giustificarsi con il condizionamento subito dal regime, l’obbedienza agli ordini e l’amor di patria e qui rimandiamo a Don Milani.


Il non sentirsi responsabili porta ad attribuire ad altri le proprie azioni assolvendosi. Così facendo non si dà il giusto peso alle azioni dei singoli formanti la massa che potranno agire nuovamente, sia da singoli che da massa, senza “coscienza”. La coscienza ed il rimorso della responsabilità sarebbero invece un forte deterrente.

I giovani di oggi vivono in una società necrofila che non valorizza la vita ma enfatizza la morte. Non insegna neppure ad assumersi le responsabilità. Ci vogliono valori, consapevolezza responsabilità, volontà per costruire un progetto di VITA. Oggi, chi educa a questo cammino e chi lo accetta?

E’ più facile farsi irretire da sogni di potenza e sedare le frustrazioni con la violenza, magari prendendo per esempio le gesta di Hitler, che vivere la “banalità” e le difficoltà della vita quotidiana.

Dobbiamo quindi temere la tendenza all’irresponsabilità e alla necrofilia della nostra società, non la statua di Hitler. Anzi, ben venga tutto ciò che fa ricordare il passato e riflettere. L’importante è l’onestà delle coscienze altrimenti la storia non insegnerà mai nulla e il passato tornerà presente.