Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








giovedì 5 febbraio 2009

Luana Englaro

Mi chiedo come mai nei notiziari televisivi e radiofonici passi solo la posizione di una certa parte cattolica oppure Monsignor Casale non è cattolico?

Nelle sue parole una grande umanità che raramente ho trovato negli uomini e nelle donne di chiesa, grazie Monsignor Casale, grazie di cuore

http://www.adnkronos.com/IGN/Edicola/?id=3.0.2983469526

CASO ENGLARO: MONSIGNOR CASALE, PORRE TERMINE AL CALVARIO E' UN ATTO DI MISERICORDIA

"Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia". "Non è tollerabile accanirsi ancora né proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta". E' quanto dichiara in un'intervista al quotidiano 'La Stampa' l'arcivescovo Giuseppe Casale. "Si è creato il 'caso Englaro' - prosegue monsignor Casale - agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici - aggiunge - dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinché la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente. I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. E' giusto lasciarla andare nelle mani di Dio". "L'alimentazione artificiale - conclude monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita".