Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








giovedì 16 aprile 2009

L'Aquila, una testimonianza dal terremoto.

Riporto di seguito la mail di un conoscente che pubblico su espressa autorizzazione e dalla quale elimino i riferimenti territoriali esplici in quanto nulla tolgono o aggiungono all'informazione poichè l'obiettivo non è distribuire la colpa ma conoscere da chi c'è stato e ha voglia di raccontare cio' che i canali ufficiali hanno taciuto. Spero che altri vogliano lasciare la loro testimonianza sul blog.

"Ciao

Mia moglie è arrivata a casa molto avvelenata. Ha visto e ha confrontato quanto la televisione ci propone nei giorni seguenti.

Ha gradito l’esperienza anche se ha visto cose molto negative.

Partenza da qui, operativi in 2/3 ore. In autostrada una fila interminabile di mezzi per i soccorsi. Tutti dalla lombardia, i primi a muoversi e i più organizzati.

Arrivo in area territoriale e li tutto arruffato e si comincia a rallentare per l’afflusso troppo massiccio.

Arrivo sul posto tempo lungo di attesa e indicazione dove si dovevano recare. Sbagliata la strada due volte o tre. Il terremoto è in valle abbastanza piana dove c’è l’aquila.

L'associazione dei volontari è dirottata a 1200 mt sul mare su un pianoro a fianco della valle. Arrivo verso la mezzanotte. L'associazione dei volontari non ha navigatori ne garmin ne altro tipo. Assurdo.

Nessuno ti da una mano con delle cartine. Se ci fossero collegamenti internet e web si avrebbe tutta la documentazione per arrivare in zona. Contatti con la centrale della protezione civile

Difficile,il metodo telefonico è insufficiente. Arrivo e passa ancora tempo prima di capire cosa dobbiamo fare. Finalmente gli ordinano di impiantare le tende.

La gente dorme tutta in macchina (la scossa delle tre antecedente, 24 ore inutili) Dormire qualche ora al freddo totale (1/2 gradi siamo in montagna) senza abbigliamento adatto.

L'associazione dei volontari verrà aspramente sgridata perché non ha le necessarie divise, cappelli, cinture. Mancanza dell'associazione dei volontari da cui dipendiamo.

Al mattino cominciano ad arrivare le persone qui dirottate per essere ospitate in tenda. Di fronte la caserma della guardia di finanza e alcuni altri edifici illuminati tutta notte e vuoti.

Noi nel campo senza corrente perché in 24 ore e poi 48 ne i militari ne la protezione civile non ha fornito ne generatori ne stufe per riscaldare le tende. Possiamo solo distribuire un po di te o latte caldo. Il pranzo del mezzogiorno arriva alle 5 del pomeriggio (un giorno e mezzo dopo) dopo una violentissima lite con la centrale operativa.

In pianura molti non hanno piantato ancora le cucine da campo. Dopo altre 36 ore la dottoressa ,con altra lite furibonda, ottiene una scatola di medicinali

Per le pressioni alte, asma e altri acciacchi tipici dei bambini e delle persone anziane. La situazione leggermente si stabilizza. La terra trema continuamente anche in modo

Terrorizzante. Le case rotte e lesionate sono tante. La gente è spaesata e impaurita. Solo bambini giocano perché non si va a scuola ed è sempre mezza allegria per questo.

La gente si affeziona all'associazione dei volontari che le aiuta anche nelle piccole cose e ringraziano continuamente.

Però la gente non fa niente assolutamente. Non sfiora un badile, non aiuta a montare le tende, non fa assolutamente niente. In friuli era il contrario,mandavano via i soccorsi perché volevano fare loro. Infatti ci sono persone nell'associazione dei volontari che ha vissuto anche quell’esperienza. Alcuni dottori arrivati nelle prime 24 ore non vengono accettate nei paesi di valle più colpiti. Arrivano all'associazione dei volontari e vengono accolte e messe all’opera. Si sente una mancanza totale di vero coordino delle risorse della protezione civile. Evidentissimo l’allaccio enel dopo 6 giorni

Mancano in modo palese generatori di corrente e stufette per riscaldare le tende. La staff di persone romane e dintorni che fanno il nucleo centrale della organizzazione ancora una volta non si è smentita. Dopo i 6 giorni primari, i giornalisti sono sempre a caccia di lamentele, di gente che piange, di storie lacrimose,in parte dovute perché la disgrazia e la tragedia è tanta, ma c’è anche il dovere di vedere che tipo di intervento ha svolto la protezione civile. Che è migliore dall’ultima catastrofe ,ma non all’altezza della situazione.

E qui un pensierino ai santoro di turno che percepiscono la tragedia della disorganizzazione , ma la vogliono piegare solo per il fine politico: colpire Berlusconi, non per la gente d’abruzzo.

Da testimonianze dirette della gente sul posto: episodio ospedale aquila.

Preventivo 20 anni fa 20 miliardi. 20 anni di costruzione e totale finale 250 miliardi. Il pronto soccorso edificato su più piani (contrariamente alla soluzione intelligente di un piano solo, è raggiungibile solo attraversando in un sottopasso l’ospedale intero. Se l’ospedale crolla il pronto soccorso non è raggiungibile. E qui il tracollo della intellighenzia progettuale dei nostri architetti ben pagati. Roba da pestarli al ludibrio in piazza. Schifosamente incapaci.

Al 6 giorno arrivano i soccorsi dalla calabria. La sicilia fa sapere che non ha fondi per mandare aiuti. (pochi giorni fa si era saputo di un comune siciliano che aveva esattamente 6 volte i dipendenti che normalmente vengono assunti per gestire un comune di pari abitanti.

Mia moglie se ne è venuta a casa con un senso totale di sfacelo e forse tornerà ancora qualche giorno per fare altre cose al campo e per dare cambio alle persone. Vivissima la sensazione negativa di avere visto tantissimi abruzzesi e molto giovani con le mani in tasca davanti ai bar a osservare i volontari delle associazioni a fare qualcosa oltre che a estrarre i sopravvissuti, o i cadaveri dei loro parenti o conoscenti. Questa è la realtà e i giornalisti l’hanno omessa in modo palese. Se non ci fosse questa omertà si potrebbe organizzare una protezione civile degna di questo nome. Basterebbe affidare a un corpo d’armata di alpini e tutto si risolverebbe.

Non pensare che io sia razzista oppure pensalo, i fatti però dicono che le culture del meridione falliscono su tutta la linea e quelli che ti ho riferito sono verità.

Ciao

(omissis) "