Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








sabato 30 gennaio 2010

Baarìa di Giuseppe Tornatore

Ieri sera ho visto il film e ho capito perchè è stato snobbato sia sulla scena internazionale che dalle critica.

Il film è 'carino' la fotografia è splendida, un affresco; simpatico il susseguirsi di battute ed eventi quotidiani che certamente hanno popolato l'infanzia di Tornatore.

Ottima tecnica, molta testa, dispendio di mezzi...... ma niente 'Cuore' totale assenza di pathos; ti lascia sempre fuori, spettatore appunto; non ti porta dentro mai, nemmeno una volta. Novecento è del 1976! ed è un'altra storia, cinematograficamente parlando ovviamente.
Ho trovato retorico e fuori contesto 'il remake', in forma di ripresa cinematografica del quadro di Pellizza da Volpedo 'il quindo stato'.

Manca di spessore un film 'carino', appunto, non lascia traccia.

Marziana

giovedì 28 gennaio 2010

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

link all'argomento

Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

I dibattiti sul velo islamico si sprecano, in radio, tv, giornali in privato.

A mio modesto avviso stiamo sbagliando l'approccio.

Anni fa ho viaggiato in Turchia e a Istanbul ho visitato le belle moschee di quella città.
La regola per l'ingresso è con il capo coperto e a piedi scalzi, mi sono adeguata rispettosa e consapevole di essere un ospite, entrare in moschea non è dovuto, se fossi rimasta fuori non avrei dovuto ne coprirmi il capo ne togliermi i calzari.

Alcuni anni dopo sono andata in Israele e ho voluto andare al muro del pianto, la loro regola è di non indossare simboli di altre religioni, e mi sono dovuta togliere la piccola catena d'oro con la croce, anche in questa circostanza mi sono adeguata rispettosa e consapevole di essere un ospite, il muro del pianto è il loro tempio (quel che ne rimane), andarci non è dovuto, se fossi rimasta fuori non avrei dovuto togliere la piccola catena.

In Italia e ovunque nel mondo trovo altrettanto corretto che per l'ingresso nelle chiese di confessione Cristina, vengano stabilire delle regole.

Questo per quanto riguarda le religioni e i luoghi di culto.

Veniamo invece alla società civile, fuori dai luoghi di culto, in ogni paese, anche nel nostro ci sono regole scritte e non che normano l'abbigliamento e il comportamento in pubblico che tutti generalmente rispettiamo e dove la trasgressione ha dei limiti definiti appunto 'sociali' , se qualcuno si aggirasse per le nostre città seminudo o in biacheria intima o .... qualcunaltro chiamerebbe il pronto intervento. Laddove il comportamento sociale non è normato valgono le convenzioni, gli usi e costumi locali.

Da bambina ma anche da adolescente nel periodo di carnevale ero intimorita se non impaurita difronte alle persone mascherate.
Anche ora che sono una persona adulta le persone mascherate mi mettono a disagio se non paura per la samplice ragione che non posso vedere il volto della persona. Noi riconosciamo e identifichiamo l'altro dal volto. Qualcuno ha mai visto ricostruire l'identikit delle mani o delle gambe oppure del corpo di un malfattore?
Credo esista già una norma in Italia che regolamenta la materia, non si puo andare in giro a volto coperto.

E' qui che dobbiamo collocare il burka, nulla importa che sia un simbolo religioso, il problema reale è che è assimilabile ad un volto mascherato, coperto, la persone non è riconoscibile e quindi potrebbe compiere qualsiasi crimine e noi... beh dovremmo fare l'identikit delle mani e dei piedi.

Sono davvero stupita e forse anche un po stanca di sentire i discorsi intorno al burka, dove si assumono aspre ed inutili contrapposizioni politiche.

Non condivido la scelta dei francesi di vietare tutti i simboli religiosi, non lo ritengo espressione di una società civile, ritengo che oguno possa esporre i propri simboli religiosi, la norma civile da rispettare nello specifico è il volto scoperto, visibile e riconoscibile per tutti.

Se noi passiamo il principio del burka allora dobbiamo passare anche quello del volto mascherato con la calza, con la maschera, con.....Mi potrebbe anche star bene, ma siamo certi di volerlo ?

Non possiamo ammettere il burka e poi non ammettere altre forme che coprendo il volto non consentono l'dentificazione delle persone.

Marziana

domenica 24 gennaio 2010

Messa al Teatro delle Vittorie in Roma

Questa mattina nel corso della trasmissione televisiva 'A Sua Immagine' viene trasmessa la messa in 'diretta televisiva' dal Teatro delle Vittorie in Roma.In tutta franchezza lo trovo aberrante, ovvero è aberrazione.

Dove è finito il MESSAGGIO di CRISTO?.

Probabilmente il teatro è ora luogo 'naturale' per questa azione dato che il teatro è rappresentazione..

Marziana

sabato 23 gennaio 2010

Intorno alla verità

VERITA'
Oggigiorno sembra una parola impronunciabile, quale verità, esistono molte verità...la verità non esiste e così via.
Oppure ancora, i più parlando di verità si riferiscono, come mi piace dire, alle 'verità dell'Empireo' a quella verità che poi è conoscenza che sembra sfuggire al limitato intelletto umano e che a me pare ancora un escamotage per affermare che la verità non esiste.

Intendo qui scrivere della verità relativa, non nel senso del relativismo che caratterizza il nostro tempo, ma la verità relativa al quotidiano vivere dove tutti possiamo conoscere la verità dei fatti, forse non sempre delle parole.

Le riflessioni qui espresse sono in forma epistolare frutto di uno scambio via e-mail avvenuto una decina di annai fa.


Ciao Marco
Tu mi stai invitando a nozze su molti argomenti, hai suonato una specie di melodia alla quale francamente non so resistere, ho quindi copiato e incollato il messaggio in word ed evidenziato in grassetto i vari punti.

Perché diavolo ti faccio venire voglia di contraddirmi ?? Sei per caso….. polemico …. ?? bada che è una domanda non una affermazione.

Bugiardo: è colui che mente sapendo di mentire.

Sono pienamente d’accordo. Se non sai di mentire e quindi sei in buona fede non menti. Ma è davvero reale?? Accade realmente che le persone mentano non sapendo di mentire?? Sai ho esaminato a lungo questo aspetto del comportamento umano analizzando prima i miei comportamenti e successivamente i comportamenti dei miei simili. Sono giunta ad una conclusione . Quando mentiamo sappiamo di mentire sempre e in ogni caso però ho distinto 2 diversi comportamenti negli esseri umani.

1. I bugiardi - coloro che mentono sapendo di mentire e fanno della menzogna uno stile di vita, scelgono di ingannare il prossimo scientemente e deliberatamente per indurre gli altri a determinati comportamenti e scelte . In loro abita la menzogna, non hanno scrupoli e hanno fatto una precisa scelta di vita. Possiamo altrimenti definirli i disonesti. Naturalmente esistono diversi gradi di menzogna scientifica, dal marito che mente alla moglie per coprire una scappatella, al figlio che mente ai genitori relativamente all’andamento scolastico. Nell’attimo in cui mentono sanno di mentire. Fanno una scelta tra verità e menzogna. Purtroppo dietro a queste bugie ritenute più o meno innocenti si nasconde comunque un comportamento fraudolento più o meno socialmente accettato. Poi ci sono i bugiardi patentati: all’interno dei bugiardi patentati abitano in molti. I politici ad esempio, chi gestisce il potere (salvo eccezioni naturalmente, non mi piace valutare per categorie ma per persone) spesso chi raggiunge i vertici della politica e del potere è in malafede. Le società di Marketing, che spesso si avvalgono di strumenti avanzati , quali studi di comunicazione e psicologia etc per indurre acquisti e bisogni fittizi. Ho partecipato recentemente ad un seminario di Marketing e davvero il metodo utilizzato mi ha spaventata per la forza di persuasione occulta. Ma anche questo è socialmente accettato, il mercato lo richiede, il mercato come centro della società. Bisogna produrre quindi vendere è il sistema. Ho usato alcuni esempi per aiutarmi a renderti più chiaro il mio pensiero e per non utilizzare fiumi di parole, anche se mi rendo conto che l’argomento menzogna affrontato da due persone quali siamo tu ed io , che praticamente non sanno nulla o quasi l’uno dell’esperienza di vita dell’altro, richiederebbe molte più parole. Con questo lo sto semplicemente introducendo.



2. Gli altri – coloro che mentono non sapendo di mentire. Ricordo che da bambina , quando frequentavo il catechismo, l’insegnante di catechismo ci diceva, bambini non mentite a voi stessi. Nella mia innocenza infantile mi interrogavo, diventavo letteralmente un punto di domanda vivente, e mi chiedevo, ma come può una persona mentire a se stessa, non me ne capacitavo, l’unica menzogna che all’epoca conoscevo era l’acquisto di un dolce, invece di un grissino, da utilizzarsi come merenda durante le lezioni. Dolce che il fornaio segnava per il pagamento che mia madre faceva a fine settimana. L’istruzione era il grissino, meno costoso del dolce (grissino lire 5, dolce lire 35) A me piaceva il dolce e quindi acquistavo regolarmente il dolce, dicendo a mia madre di aver acquistato il grissino, sapendo che sarei stata scoperta a fine settimana e mi sarei buscata una ramanzina, ma lo mettevo in conto. Questo era all’epoca il mio concetto di bugia, che provvedevo poi a confessare e una volta ottenuta l’assoluzione ricominciavo da capo. Insomma non c’era alcun pentimento. (ma il pentimento lo lasciamo per un prossimo scambio informativo). Poi la bambina è cresciuta e ha cominciato , come tu stesso hai scritto nel tuo messaggio a fingere, fingere con se stessa. Il non voler vedere le cose come sono per 1001 motivi, alcune perché se le vedi Ti fanno un male della madonna, altre perché se le vedi sei costretto a fare scelte che non vuoi fare è così che si comincia a mentire a se stessi, avendo una visione parziale delle cose o vedendo ciò che si vuole vedere, ciò che si ritiene accettabile. E mentre compiamo questa operazione non ci rendiamo realmente conto del male che ci stiamo facendo.E’ chiaro che poi questa menzogna verso noi stessi si traduce in una menzogna al prossimo. Al quale però si mente non sapendo di mentire. In realtà la menzogna scatta prima ed è la menzogna verso se stessi. Poi agli altri menti ma quando menti agli altri sei in assoluta buona fede, non sai di mentire.

Però quando menti a te stesso lo sai eccome, poi lo fai e davvero la giustificazione la si trova sempre, ma è pur vero che il campanello d’allarme dentro di noi scatta eccome. Però non lo ascoltiamo, sappiamo perfettamente cosa dobbiamo fare in ogni momento della nostra vita, solo che ….. non lo facciamo . Con l’analisi questo meccanismo ti diventa chiarissimo, è preciso come una equazione.

Con l’analisi vai semplicemente a vedere come mai questo schema è nato e si è consolidato dentro di te. Alcune volte sono traumi psicologici o fisici che producono ciò che in gergo si chiama “rimozione” e che ora io chiamo buco nero nella memoria delle persone. Spesso si pensa ai traumi come a fenomeni eclatanti, in realtà solo in alcuni casi è cosi. Spesso sono condizionamenti perpetrati ogni giorno, purtroppo il più delle volte da parte dei genitori sui figli e gli effetti sono devastanti.

Questo concetto è spiegato con chiarezza esemplare nel libro di A. Zucchelli per la Firenze edizioni, Il Comprendonio, come è difficile farsi capire.

Ci sono alcune parole che mi è facile mettere accanto a bugiardo: benpensante – ipocrita - e si anche il biblico fariseo che altro non è che la parola antica per ipocrita e benpensante e questo mi fa rimbalzare alla fiaba allorquando il bambino introdotto al cospetto del Re grida, il Re è nudo. Tutti sapevano che il Re era nudo, colui che cuci l’abito, il Re che lo indosso’ e i presenti che lo videro, eppur tutti ….. finsero … quale menzogna più grande ancora , il contrasto tra il dire e il fare , tra l’insegnamento verbale e quello comportamentale.

Qui mi fermo, non voglio correre il rischio di diventare pedante. Mi dirai tu se vorrai ulteriormente approfondire questo argomento. Ho un miliardo di cose da dire. Ne ho davvero fatto oggetto di osservazione e analisi.

Sai io sono un po come l’eterno fanciullino, non smetto mai di farmi domande e farne agli altri e con l’analisi al fanciullino eterno che abita in me è stato fornito uno strumento nuovo, un gioco nuovo, ma come ogni fanciullo dopo averci giocato ho trovato i limiti del gioco, lo fanno sempre i bambini di rompere il gioco per capire come è fatto, è un comportamento classico nei fanciulli. L’adulto in me ha avuto il sopravvento, non ha rotto il gioco ma ha cercato di capirne il funzionamento , la logica, il limite.

C’è chi si diverte a fare le code in autostrada per andare al mare, chi ad andare allo stadio e fare guerriglia, chi a sporcare le strade, chi a rubare, chi a fare il mistico, chi a fare della retorica, chi a sentirsi Superman e anche Wonderwoman, chi a fare la guerra, chi a costruire armi nucleari, chi a giocare con Internet, chi (pochi ormai sempre di meno) a fare l’amore, più che altro si fa sesso, questa pare essere la terminologia moderna, chi a scrivere storie, chi a ….. l’elenco può diventare infinito. Io mi diverto quando capisco qualche cosa che prima non capivo, quando imparo ciò che prima non sapevo.

Mi sono resa conto che a 45 anni la mia sete di conoscenza è ancora intatta e onnivora, ho così smesso di combatterla e la assecondo, pare che questo sia il modo di superare le cose, accettare che ci appartengano per andare oltre.



Il concetto di territorio

Tempo fa, molto tempo fa, lessi l’Anello di Re Salomone di Lorenz, lettura affascinante, ma più di tutto affascinante è stato osservare il mio cane. Avevamo un cane, pastore bergamasco, femmina per giunta, che aveva un senso incredibile del territorio, nessuno poteva oltrepassare il limite della proprietà senza correre il rischio dell’incolumità fisica. Quante cose ho imparato osservando quella bestia. Le ho voluto un bene dell’anima e ci sono stati momenti in cui trovavo in lei maggiore umanità che negli uomini (anche ora per la verità) La cosa bella però era che Jessy (così si chiamava) una volta fuori dalla nostra proprietà, sia che fosse libera, sia che fosse al guinzaglio, non aveva più alcun atteggiamento né difensivo né aggressivo verso il prossimo suo, sia umano che animale. Riconosceva alla perfezione il suo territorio e lo distingueva da quello comune.
Onestamente Marco, di quante persone potresti dire altrettanto ???

Io personalmente di poche, pochissime. Il rispetto è ormai una merce così rara.




Il modello dell’altro le interpretazione

Anche qui mi inviti a nozze, da dire il miliardo di prima, ma mi contengo.

Il problema in realtà sta proprio nella interpretazione. Quando ci poniamo in relazione con l’altro interpretiamo il suo comportamento secondo il nostro schema. E’ un errore , è il nostro schema e non è il suo e quindi nascono infinite incomprensioni, perché l’altro a sua volta interpreta i nostri comportamenti secondo il suo schema. Ciò che spesso si dimentica è che la relazione è a due dove entrambi si è parti attive. Relativamente a questo , osservando prima me stessa e poi il prossimo mio, ho capito una cosa che appare quasi ovvia e scontata. Dobbiamo ascoltare il nostro prossimo e non interpretare. Dobbiamo ascoltare le parole dell’altro e limitarci a quello che l’altro ci dice. Il più delle volte, anzi quasi sempre, questo non accade perché noi interpretiamo le sue parole e qui nasce il problema. Ho messo in atto questa semplice regoletta e quando ho il dubbio che la persona non si sia resa conto di ciò che mi ha detto, ripeto alla persona ogni parola e chiedo conferma. Credimi funziona. Oltretutto ascoltando realmente l’altro e non interpretando, se malinteso ci deve essere, esce immediatamente, fornendoti la possibilità del chiarimento, che è la cosa che spesso viene a mancare.

L’altra regoletta è Parlare, il più delle volte si inviano messaggi in codice, non si parla si inviano messaggi secondo il nostro modello e intanto si pensa, non può non avere capito. E l’altro invece, usa il suo modello e non capisce.

Spesso siamo proprio come muti e sordi che si parlano. E qui mi aggancio alle isole, certo che lo siamo, abbiamo scordato il patrimonio comune, non lo abbiamo perso, fa differenza, lo abbiamo solo dimenticato, ma il patrimonio comune e sotto l’acqua che ci aspetta, purché noi si abbia voglia di fare la fatica di andare a vedere a fondo cosa c’è. E’ questa la fatica da affrontare per la quale ci vuole una grande volontà e determinazione. Sotto puoi raggiungere tutte le isole stanno tutte appoggiate a terra.

Oppure c’è un altro percorso sopra, la comunicazione, la ricerca della comune interfaccia di comunicazione.

Dov’e la differenza tra i personal personalizzati, le persone, è ciò che ognuno ha costruito che è diverso, sono le sovrastrutture che ognuno di noi crea che ci impediscono di comunicare.

Ho usato l’esempio dei Pc, perche’ mi sono resa conto che in qualche modo li abbiamo costruiti simili a noi
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seconda mail



Ciao Marco,

Visto che come me trovi interessante l’argomento menzogna, possiamo continuare a scambiarci il nostro pensiero in proposito. Trovo la menzogna “pericolosetta”, spesso si manifesta sotto altre forme che non paiono menzogna ma qualche cosa di diverso, ma se scavi ti rendi conto che di menzogna si tratta e del danno che fa, danno sulle persone ignare e sulla società. Lascio momentaneamente da parte il danno relazionale, grande, spesso le incomprensioni e le difficoltà nel comunicare nascono da questo. Quanta menzogna in buona fede in quelle famiglie dove ci si trucida, prima verbalmente e negli ultimi anni anche di fatto. Non so se hai notato il numero di omicidi all’interno delle famiglie dove esplode la conflittualità. La verità e la chiarezza avrebbero risparmiato molte vite. Forse avremmo avuto un aumento di separazioni e divorzi ma avremmo salvate delle vite.

Analizzo la menzogna come dato oggettivo, mi riconduco al tuo escamotage, di trovare giustificazioni alle tue azioni, cosa che più o meno tutti pratichiamo, non pensare di prendere l’oscar per questo, ti troveresti a competere con un mare di concorrenti, in giro ce ne sono di veramente dotati.

Noi impostiamo la nostra vita e le nostre scelte quotidiane su ciò che sappiamo, vuoi scelte di lavoro, vuoi scelte di studio , affettive etc. e questo processo è in ogni persona, ogni giorno scegliamo in base alla nostra conoscenza. Qui interviene la menzogna, poiché è molto diffusa, anche quella in buona fede, accade che i dati disponibili per la scelta sono parziali, perché una parte vengono censurati, non visti, quindi non se ne tiene conto. Che tipo di scelta si compie avendo a disposizione dati errati. ??? scelte errate che producono dati errati che vanno a sommarsi ad altri dati già errati producendo una notevole confusione. Mi viene alla mente una bellissima canzone di Giorgio Gaber, il suo Cd del 95, probabilmente lo conosci (e pensare che c’era il pensiero)…… se non lo conosci dammi cenno che ti scrivo il testo di questa canzone…… come quando si andava a scuola, le espressioni di algebra, già dalla seconda riga dei numeri cos’ grandi, va be tanto poi si semplifica, alla quarta riga i numeri avevano preso una … dimensione alla fine X = 1.289.000.330.000.239, …….. etc. ……..altre considerazioni…… dove invece x = 2

Come ti dicevo, mi occupo di informatica, quindi il problema si pone, nel computer entrano dati sbagliati di vario tipo, non puoi dopo certo pensare che il dato statistico o altro dato(oggi tutti vogliono le statistiche) esca corretto, il dato che viene partorito è un dato errato perché errato è l’input. Quanti imput errati ci sono che con ostinazione teniamo in piedi e sulla cui scorta si fanno ad esempio ricerche scientifiche e in base alle proprie convinzioni si cerca ciò che si vuole.

Prendi ad esempio di menzogna scientifica il sistema Tolemaico, sistema scalzato prima da Copernico poi da Keplero e Galileo. Per svariati secoli gli uomini hanno creduto una menzogna, che la terra fosse il centro e il sole girasse intorno alla terra, che le stelle fossero fisse (lasciamo stare che gli egizi e gli antichi imperi dei fiumi sapessero, mi riferisco a dopo). Ma il fatto che gli uomini credessero questo con grande convinzione non lo ha reso reale, reale è che il sole è il centro del nostro sistema solare e i pianeti girano intorno al sole. Mi servo di questo esempio semplicemente per dire che le cose sono quel che sono, la realtà è ciò che è aldilà di ciò che noi ci raccontiamo che sia.

Mi servo ancora di questo esempio per ricondurmi a ciò che tu dici… panta rei …, La visione che l’uomo aveva dell’universo fino a tale secolo era molto molto limitata, tra gli studi astronomici più seri e documentati abbiamo quelli di Tycho Brahe, il quale ancora credeva nel sistema tolemaico e che dopo le sue osservazioni ha partorito una sua idea del sistema, osservazioni però che sono state di fondamentale utilità a Keplero, il quale non partiva con pregiudizio alcuno se non la ricerca della verità scientifica e quindi osservava, appuntava e questo gli ha consentito di scrivere le sue leggi e di confermare la giustezza del pensiero di Copernico, all’epoca ancora molto osteggiato.

Per l’uomo del 1600 e 1700 quella era la visione dell’universo, ora sappiamo alcune cose in più , abbiamo altri strumenti, ma non è che l’universo è mutato dal 1600 ad oggi,e tantomeno è mutata la materia ,in dimensione universale sappiamo che 400 anni terrestri sono una inezia, quindi posso affermare che 400 anni fa l’universo era esattamente lo stesso di oggi, quindi ciò che oggi esiste nell’universo esisteva già parecchio tempo fa, in ordine di migliaia di anni terrestri; cosa è semplicemente cambiato, ciò che noi sappiamo in rapporto all’universo, non ciò che l’universo è . Quindi quando affermo tutto esiste da sempre ma siamo noi a non saperlo, mi riferisco a questo.

Ma commettiamo anche un altro errore, che è purtroppo ancora una volta riconducibile alla menzogna, tiriamo conclusioni su ciò che sappiamo parzialmente o in modo erroneo, si ritiene di avere il dato complessivo, si traggono delle conclusioni, naturalmente errate.

Ho imparato a mie spese, quindi ora mi sono fatta abbastanza “furba”, raccolgo informazioni e le lascio in deposito nel database (testa non pc) cerco di non trarre conclusioni. Mi sforzo sempre di compiere un giro a 360 gradi, insomma faccio del mio meglio per non mentire a me stessa a costo di essere scorticata dalla verità. Mentirmi, l’ho fatto per anni, ha fatto talmente male e c’è voluto così tanto tempo ed energia per trovare il bandolo della matassa che ora lo tengo ben stretto. Sono Arianna e Teseo contemporaneamente.


Ciao
Marziana

a proposito di riforme scolastiche RIFLESSIONI SPONTANEE

Negli ultimi 30 anni sono state fatte troppe riforme scolastiche e troppo poche della giustizia. Qualche riforma scolastica in meno e qualche riforma della giustizia in più, chissà forse avrebbe fatto di noi un paese più prossimo alla civiltà, ma aimè così non è stato e le riforme si sono succedute le une alle altre con risultati devastanti.

Da pochi anni l'obbligo scolastico è passato da 14 a 16 anni. Eureka esclai quando avvenne... e invece ora qualcuno vorrebbe riportare indietro di un anno, come dire abbiamo osato troppo!

Questa sera ad uno dei notiziari la giornalista nel corso di un'intervista ad un gruppo di ragazzi ha chiesto:

meglio la pratica o meglio la teoria?

Le parole mi sono morte in bocca e la mosca mi è saltata al naso.

Perchè mai una domanda e un pensiero tanto stupidi (anche se qualcuno sostiene che le domande non sono mai stupide, semmai lo sono le risposte, ma c'è sempre l'eccezione alla regola) perchè mai 'pratica e grammatica' come si diceva un tempo dovrebbero essere alternative, perchè si dovrebbe contrapporre la teoria alla pratica ? è un pensiero assai diffuso, le due cose non sono alternative bensì complementari, serve la teoria e serve la pratica, semmai dobbiamo decidere quale didattica applicare, ovvero se partire dalla pratica per arrivare alla teoria o vicevera partire dalla teoria per poi passare alla pratica e magari consentendo qualche sperimentazione (ma questa è un'altra storia).

Forse la giornalista è figlia delle troppe riforme scolastiche, dello spirito critico si è persa memoria e la semplificazione regna sovrana e incontrastata.

Marziana

sabato 16 gennaio 2010

GLI EVENTI DI ROSARNO: RAZZISMO?

Possiamo etichettare come manifestazioni di razzismo gli eventi di Rosarno ?

Razzismo è stato il ritornello dei media, immigrazione mal gestita quello di una certa parte politica.

Cosa è veramente accaduto e perché? è un problema risolvibile ? e se si in quanto tempo? e con quali risorse umane ed economiche?

Si vuole risolvere il problema?
oppure
Si vuole fingere di risolverlo?

Come si è potuto arrivare a tanto? ma soprattutto si è individuato il vero problema ?
I comportamenti delle persone coinvolte mi sono sembrati quelli che gli essere umani adottano quando non temono più nulla, quando pensano di non avere più niente da perdere, quando l’esasperazione è tale che qualsiasi azione può essere compiuta.

Mi sono sentita solidale con entrambe le parti in lotta, ho intimamente compreso le ragioni degli uni e degli altri e non mi sentirei di scagliare pietre verso nessuno.

Penso che gli eventi di Rosarno siano la manifestazione di una malessere che serpeggia in ogni angolo dello stivale e che siano potuti accadere perché hanno trovato un fertile humus nel degrado sociale e politico verso il quale il paese scivola ormai da anni.

Penso che il problema da risolvere sia il conflitto sociale in atto, conflitto sociale generato da evasione fiscale e illegalità diffusa che favorisce la criminalità organizzata.

Evasione fiscale e illegalità diffusa ad ogni strato sociale.

Dov’è finita la società civile? non esiste più oppure non ha voce perché voce sembrano avere solo colore che indicano l’altro come causa e manifestazione dei disagi sociali, perché non siamo più capaci di autocritica, perché ognuno di noi sempre pensa di essere nel giusto e l’altro invece sempre nel torto ?

Non sono ottimista.

Dall’attuale classe politica non mi aspetto più nulla, mentre spero che la società civile trovi voce attraverso i nuovi strumenti di comunicazione che la rete mette a disposizione, sono le radici sane che vivificano l’albero e fanno ricca la chioma e le radici siamo NOI.

Marziana

venerdì 15 gennaio 2010

Rosarno gennaio 2010 – Se questo è un uomo

Rosarno gennaio 2010 – Se questo è un uomo

“Non siamo bestie” afferma un immigrato di Rosarno. Lui, che insieme a centinaia di altri sfruttati, ha vissuto per mesi e in pieno centro, in strutture diroccate e baracche di cartone, in pochi metri quadrati, al freddo ed al gelo, in compagnia di topi, in mezzo a sporco e fetori insopportabili. A confronto, le stalle delle nostre aziende agricole sono un lusso.

Gli immigrati svolgono quei lavori ingrati, pesanti, sporchi ma indispensabili che noi rifiutiamo. Questa realtà è negata da molti italiani. Anzi questi “diversi” vengono considerati “ladri” di lavoro, andando ad incrementare e giustificare atteggiamenti razzisti. Siamo al massimo della confusione, dell’ignoranza, della paura e dell’ipocrisia.

La miseria dà fastidio ai sensi ed alla mente, può essere un pugno nello stomaco. E’ un’ingiustizia sociale causa di contrasti e rivendicazioni che sfociano spesso nella violenza. Va eliminata per il bene comune. La miseria però, non l’uomo! Il paese di Rosarno ha tentato di farlo. Non c’è riuscito. Anzi ha mostrato tutta la sua povertà di spirito negando all’uomo quei valori/bisogni che sono dell’uomo: rispetto della sua integrità fisica e della sua dignità.

I responsabili di questi gravissimi fatti però sono a vari i livelli. Dal bracciante agricolo fino ad arrivare, al ministro dell’interno, del lavoro, dell’agricoltura. Tutti sapevano ma nessuno ha fatto nulla per evitare che questa bomba ad orologeria scoppiasse. Più sei in alto nella gerarchia più hai responsabilità e se qualcuno sbaglia paghi. Obama recentemente ha fatto il mea culpa per il cattivo funzionamento dei servizi di sicurezza americani. Non ha tacitato le critiche puntando il dito contro qualcuno e tagliando delle teste. Da noi invece i responsabili stanno sempre in fondo alla scala, nel caso specifico rosarnesi e immigrati.

Si sente tanto parlare di tolleranza zero. Condivido la necessità di non sostenere l’illegalità. Tutta l’illegalità. In primis quella di chi sfrutta impunemente ed alla luce del sole i bisognosi. Quanto lavoro nero prospera in Italia? Governo e singolo individuo cosa fanno in merito?

Il male è dentro il nostro sistema sociale e legale. Non viene da fuori, magari su sgangherati barconi.
Asportiamo ciò che è irrecuperabile e curiamoci educando e rieducando ai sentimenti, alla legalità, alla pace, al rispetto delle regole ed alla giustizia. Forse riusciremo ad incontrare l’altro vedendolo come fonte di arricchimento e non più di paura.

Daniela

Gli altri siamo noi

I fatti di Rosarno suscitano rabbia, indignazione e tristezza. La prima cosa
a cui ho pensato è la lettera di Don Fabio Corazzino inserita sul blog. Non è
cambiato nulla da quando Gesù è stato messo in croce, questo mi sento di dire.
Le immagini degli alloggi degli immigrati, lo sfruttamento quotidiano del
loro lavoro, la loro povertà è del tutto indifferente alla nostra società
composta di persone abituate ad avere tutto e a stare bene.
Accanto alla povertà assoluta di queste persone nello stesso telegiornale
hanno dato la notizia della nascita di corsi di massaggio per animali
domestici.
E’ una società confusa la nostra; e non so a che posto viene messo il valore
della vita?
Le considerazioni economiche e politiche dei fatti sono altrettanto gravi.
La maggior parte degli stagionali al nord come al sud è risaputo che lavorano
in nero e per pochi soldi. Tutti sapevano, ma il sistema di omertà in cui
viviamo è questo.
Le domande sono molte. Dove sono le autorità? Dove sono i controlli? Dove
stiamo noi persone normali? Davvero gli immigrati ci tolgono lavoro? E che tipo
di lavoro?
In Italia c’è crisi e le arance vengono lasciate sugli alberi perché non è
conveniente raccoglierle! Tanto ci sono gli aiuti della Comunità Europea che
arrivano anche se non raccogli nulla.
Che valore ha veramente la merce ed in particolare ciò di cui ci nutriamo?
Dalle cose necessarie siamo partiti nel passato per arrivare oggi al tutto che
non è niente.
Elisabetta

venerdì 1 gennaio 2010

NAPOLITANO E IL MESSAGGIO DI FINE ANNO ALLA NAZIONE

Non intendo commentare il messaggio di Napolitano, ci pensano già i media, i politici e gli addetti ai lavori (quali, ?, chi lo sa).

Voglio solo rilevare una assenza.

Il Presidente ha citato il sud e i giovani tra le categorie sociali ignorate in questa Italia contemporanea adultocentrica, dove per adulto si intende l'umano tra i 20 e i 40, maschio, sano, normodotato.

Le donne non appartengono infatti alla categoria, da 0 a 100 ne sono escluse.

Tra le ecluse però una citazione nel discorso l'avrebbero meritata tutte quelle donne sole perchè separate , divorziate, con figli a carico, alle quali spesso non pervengono gli alimenti e che essendo non più giovanissime, spesso l'età si aggira intorno ai 40 , sono in seria difficoltà a trovarsi un lavoro e che rappresentano la nuova frontiera della povertà.
Donne piene di dignità la cui povertà non arrivi agli 'onori' della cronaca, eppure da recenti indagini risulta che sono loro la nuova frontiera della povertà e sono loro le escluse, ieri sera nemmeno citate tra le categorie sociali a rischio di marginalizzazione.

Grazie Giorgio.

Marziana