Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








lunedì 16 agosto 2010

Democrazia ?

incollo qui sotto il link ad un post di Iacona, lo trovo davvero interessante, ma sopratutto realistico e condivido:

http://vincenzoiacona.wordpress.com/2010/08/10/democrazia/

domenica 15 agosto 2010

Sfigurata dai talebani, in copertina su Time

Il Time di agosto dedica la copertina ad Aisha, una diciottenne afghana sfigurata dai talebani, con l’amputazione del naso e delle orecchie. Il periodico ha dedicato il servizio più importante alla condizione delle donne afghane.
TG e notiziari radiofonici ne hanno dato ampio risalto. Anch’io come tutti sono stata colpita dalla brutalità dei talebani, ma non mi ha meno colpita lo stupore che aleggiava intorno alla notizia e che diffondeva oltre all’ incredulità, anche la sensazione che tali comportamenti appartengo a quella cultura arcaica e tribale e sono quanto di più lontano dal civile occidente e dall’Italia.
Riporto di seguito i link relativi ad alcuni recentissimi eventi verificatisi nella civilissima Italia, puramente a titolo di esempio tra i numerosi che abitano quotidianamente la cronaca.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Donna-uccisa-e-gettata-nel-lago-di-Como-aspettava-un-bambino_235030642.html

http://www.intopic.it/notizia/2149801/

http://www.dailyblog.it/ragazza-violentata-a-capri-giovane-interrogato-in-commissariato-la-17enne-francese-ha-lasciato-volontariamente-lospedale/07/08/2010/

Nata Femmina

In Italia le donne non vengono mutilate, ma vengono uccise, massacrate di botte, violentate. Quanto praticato ad Aisha è terribile, ma lei è ancora viva e grazie ad un intervento al volto potrà ritrovare le sue sembianze e continuare a vivere, le donne uccise giacciono invisibili sotto una coltre di terra, dimenticate, ignorate.
Più comodo pensare che qui la brutalità e la violenza verso le donne non avvengano e che vi sono pochi e isolati casi. Niente di più falso, come altrettanto falsa è l’idea che violenze e stupri avvengano fuori; NON è COSI’ LA MAGGIOR PARTE DELLE VIOLENZE AVVIENE IN FAMIGLIA.

Mi auguro che in futuro Time vorrà dedicare una copertina e il servizio più importante alla condizione delle donne Italiane.

sabato 14 agosto 2010

Pillola RU486 – Aifa Approva

Il 30 Luglio 2010 con 4 voti favorevoli e uno contrario Aifa approva, ad un anno dalla sperimentazione, la commercializzazione della pillola anche in Italia, con i limiti della somministrazione che può essere fatta solo in ospedale, diversamente dagli altri paesi della Cee.
Le polemiche continuano ad impazzare, ogni occasione è buona per prendere di mira la 194 e il diritto delle donne ad abortire.
Ogni volta di fronte a tutto questo sento una grande amarezza e mi sorge spontanea sempre la medesima riflessione: se gli uomini (intesi come maschi e non genere umano), se Chiesa e dintorni avessero parlato e agito con tanto accanimento contro la produzione e l’uso di armi da guerra e civili, contro le violenze su e verso le donne, contro la fame, contro il commercio mondiale che affama i paesi più poveri, contro la corruzione, avremmo certamente risolto gran parte dei mali del mondo, invece l’accanimento politico (soprattutto e prevalentemente maschile) e religioso solo e sempre contro l’aborto.
Ricordo che fino a pochi decenni fa, a causa della cultura cattolica, quando si trattava di scegliere tra la vita del nascituro e quella della madre, si decideva sempre, sempre di sacrificare la vita della donna.
Fortunatamente la società civile ha fatto si che questo trend venisse modificato, ma quanto tempo, quante morti!

Il foglio
Repubblica
La stampa

giovedì 12 agosto 2010

I Privilegi di Venezia e il Mercato Globale

Tempo fa fui molto colpita, leggendo il libro “l’Enigma di Piero”, dal racconto storico relativo ai privilegi di Venezia nel mondo Bizantino e della cattiva fama che nel in tale mondo aveva il commercio; così narra l’autrice:

“Ma se vogliamo capire perché Venezia avesse tanta voce in capitolo su Bisanzio, dobbiamo arretrare alla metà dell’undicesimo secolo. Tutto era cominciato quando un eccesso di realismo politico aveva indotto il basileus Alessio I Comneno a emanare un insieme di privilegi commerciali così esauriente e dettagliato da modificare per sempre la storia economica del Mediterraneo. Il fatidico crisobollo di Alessio, un editto sigillato da una bolla d’oro, si articolava in 8 privilegi. I più carichi di conseguenze erano il quinto e il settimo, che consentivano la costituzione nel Corno d’Oro nel cuore di Costantinopoli, di una colonia mercantile veneziana permanente, e che garantivano alla Serenissima il diritto di compravendita di ogni genere di merce in tutte le regioni dell’impero, con esenzione di qualsiasi dazio, tassa o interesse spettante al Tesoro. Quella di Alessio sarebbe stata la prima di una serie crescente di concessioni, diventando la pietra angolare dell’impero coloniale veneziano nel Levante.


Il reale apporto di Bisanzio con Venezia non si comprende senza tenere conto della cattiva fama che nel mondo bizantino aveva il commercio. Si narra che nel nono secolo l’illuminato imperatore Teofilo ordinò di incendiare un mercantile quando venne a sapere, con vergogna, che apparteneva a sua moglie. Esisteva nell’etica dell’alta aristocrazia e in genere dell’élite bizantina un vero e proprio rigetto culturale del commercio. Il commercio era vergognoso.



Non si trattava solo dell’opinione dei teologi, della condanna del profitto e del lucro, tradizionale in tutta la chiesa cristiana nel medioevo. C’era di più. C’era una concreta diffidenza dei cittadini di ogni livello verso il mercato, un sostanziale, radicato disprezzo per quella che Baudelaire chiamerà “l’essenza satanica del commercio”.


Quanto siamo distanti oggi da quella visione del mondo se il ‘mercato’ è stato posto sull’altare come un dio davanti al quale ogni giorno prostrarsi e il ‘mercato globale’ come una naturale emanazione da invocare, panacea risolutrice di tutti i mali del mondo. Da ogni dove nel mondo occidentale e nelle sue propaggini si inneggia al mercato e sembra non rimanere traccia alcuna della diffidenza dei cittadini verso il mercato e ancora peggio pare non esservi consapevolezza alcuna dei ‘prigilegi’ di pochi, anzi di pochissimi.


Scrive Jean Ziegler ne ‘ La privatizzazione del mondo’

“Come scrive Guy Debord, “per la prima volta le stesse persone sono padrone di tutto ciò che si fa e di tutto ciò che si dice”



I signori regnano sull’universo sia attraverso i loro enunciati ideologici, sia attraverso la costrizione economica o il dominio militare. La figura ideologica che guida la loro prassi porta un nome anodino: “consenso di Washington” Nel 1989 il “consenso è stato formalizzato da John Williamson, economista capo e vicepresidente della Banca mondiale.”

Per analogia cito solo due dei 10 punti di questo moderno editto:

“Dato che il libero commercio progredisce attraverso le esportazioni è necessario favorire in maniera prioritaria lo sviluppo dei settori capaci di esportare i loro beni”



“Promozione della ‘liberalizzazione’ degli scambi al ritmo più sostenuto possibile: L’obiettivo è abbassare le tariffe doganali del 10 per cento ogni anno”.

Ma purtroppo non sono gli unici due carichi di conseguenze.

….”In questo inizio di millennio le oligarchie capitaliste transcontinentali regnano sull’universo. La globalizzazione realizza la fusione progressiva e forzata delle economie nazionali in un mercato capitalista mondiale e in un cyberspazio unificato. Questo processo provoca una crescita eccezionale delle forse produttive. In ogni istante vengono prodotte immense ricchezze. Per la prima volta nella sua storia, l’umanità gode di una grande abbondanza di beni e il pianeta  è schiacciato dal peso della sua ricchezza. I beni disponibili superano di molte migliaia di volte i bisogni incoercibili degli esseri umani. Ma anche i massacri si moltiplicano.



I quattro cavalieri dell’Apocalisse del sottosviluppo, la fame, la sete, le epidemie e la guerra, distruggono ogni anno più uomini, donne e bambini di quanto non abbia fatto in sei anni la Seconda guerra mondiale. Per i popoli del Terzo mondo, la ‘Terza guerra mondiale’ è già in corso.



.. Sulla terra ogni sette secondi un bambino al di sotto dei dieci anni muore di fame”.
Come dire che ogni giorno nel mondo, si ripete la strage degli innocenti di Betlemme.

Jean Ziegler, ha insegnato sociologia all’Università di Ginevra , è stato membro del parlamento svizzero, è relatore speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazione.


giovedì 29 luglio 2010

Il tg1 è veramente diventato inguardabile

Il tg1 è  veramente diventato inguardabile oltre che  inattendibile.
L'editoriale di Minzolini di questa sera lascia a dir poco senza parole, questa testata ha toccato il suo peggior minimo, tg dopo tg sempre più in basso.

Marziana

martedì 20 luglio 2010

Gruppi di Acquisto Solidali (GAS)

I gruppi di acquisto solidali (GAS) sono ormai una realtà ben diffusa ma in tanti ancora non sanno di cosa tratti o li confondono con un mero concetto di 'supermercato alternativo', a cui aderire per avere merce a prezzi scontati. I prezzi sono si convenienti, ma per prodotti comunque di qualità e spesso biologici, quindi se uno acquista al discount o non acquista biologico, qui trova senz'altro prezzi più alti. E se anche di acquisti si tratta, come la A infatti sta ad indicare, c'è un altro punto altrettanto essenziale, ed è rappresentato dalla S di solidale, ovvero, acquistare con un'idea di eticità, equità e sobrietà. E quindi:
  • solidali con l'ambiente - preferenza per prodotti biologici, a marchio Equo e Solidale, a Km 0 (compatibilmente con il tipo di prodotto acquistato - le arance, ad esempio, non potranno mai essere a km 0), acquistati presso fornitori dove le risorse, siano esse manodopera, animali o territorio sono trattatati con rispetto.
  • solidali con i produttori. Il caso del Bio Caseificio Tomasoni è d'esempio - un produttore che è stato aiutato economicamente grazie anche ai membri dei GAS che volontariamente gli hanno prestato dei soldi, oltre che continuando a fargli ordini (se cercate su internet al riguardo troverete vari articoli che lo riguardano).
  • solidali con gli altri membri del gruppo e non. Si condividono i compiti, ognuno gestisce un fornitore o si occupa di qualche aspetto connesso col gruppo; ci si unisce con altri gruppi per acquisti più importanti o per far sentire la propria voce; si sostengono membri del gruppo, sia in caso di difficoltà ma anche più banalmente, condividendo delle risorse come un surplus dell'orto o prestandosi a ritirare qualcosa per qualcuno che non può.

Come ci si iscrive al gruppo? Su internet (http://www.retegas.org/) sono disponibili gli indirizzi dei gruppi e potete cercare quello più vicino a voi. 'Vicino' direi che è una parola chiave che dovrebbe condizionare la vostra adesione. Personalmente mi ero iscritta ad un gruppo abbastanza vicino come referente (persona che fa un po' da capogruppo) ma poi sparso per tutta la città per quanto riguardava i ritiri, che venivano gestiti dai vari soci. Mi trovavo a dovermi catapultare di qua e di la ogni settimana per andare a prendere quanto avevo acquistato di volta in volta, il che diventava costoso sia in termini di tempo che di carburante. La referente di quel gruppo mi ha però indicato un Gas più piccolo, che non era elencato in internet, e che stava proprio in fondo alla mia strada, con il quale si è potuto creare quindi anche un senso di appartenenza come vicinato. Gente che poi si incontra alla fermata del bus o in bicicletta la sera, per intenderci, e che prima, non essendo della zona, non si conosceva affatto.

Cosa si compra? Di tutto: frutta e verdura, formaggi, marmellate, pane, pasta e riso, vino, detersivi, prodotti Equi e Solidali... Ovviamente, sempre tenendo presente i valori illustrati all'inizio di questo post, il che automaticamente esclude qualsiasi prodotto da multinazionale! Dipende anche da voi: se c'è qualche prodotto che vi interessa e non è ancora tra quelli che il vostro gruppo acquista, potete sempre proporre la vostra esigenza o anche un nuovo prodotto/fornitore al gruppo, nelle riunioni mensili o bimestrali che di solito si fanno. Voi siete il gruppo, e il gruppo funziona anche in base al vostro contributo.

Quanto tempo devo investire? Il gruppo di solito fa una riunione mensile o bimestrale, che avviene la sera (noi ci ritroviamo presso una sala pubblica di un edificio comunale) e che si concorda insieme, di durata variabile. Poi, in genere ogni settimana, in un giorno e ad un orario prefissato, si fanno i ritiri. Se si è tutti nella stessa zona, la cosa avviene molto rapidamente. Noi, per esempio, cerchiamo di riunire tutte le consegne al venerdi dalle 18 alle 18.30, ma ogni gruppo si organizza come vuole e come può, in base alla disponibilità dei membri del gruppo e anche a quella dei fornitori/corrieri. Recentemente, per esempio, un fornitore che viene da fuori provincia ci ha detto che a Brescia poteva venire solo il mercoledi, ed essendo prodotti da conservare in frigorifero ci siamo adattati di conseguenza, anche perchè si tratta in questo caso di un ritiro ogni due settimane.

Se non c'è nessun gruppo in zona o siete un gruppo di amici, colleghi, vicini di casa, il GAS lo potete formare tra di voi! Non c'è un minimo di persone richiesto, anche se certi acquisti saranno condizionati da un quantitativo minimo d'ordine, e non avete bisogno di formalizzare la cosa. Il gruppo più grande che avevo approcciato inzialmente aveva uno statuto formale e anche una quota associativa; il gruppo più piccolo con il quale ho finto per associarmi è assolutamente informale.

Insomma, il mio consiglio è GASATEVI! A volte è complicato e richiede almeno un po' di investimento personale ma vi fa mangiare decisamente meglio, allarga il cerchio di amicizie, fa bene all'ambiente e vi rende più consapevoli di cosa mangiate e perchè lo acquistate. Inoltre, al supermercato ci andrete più di rado, e già quello e un notevole risparmio se come me vi fate tentare dalle mille offerte.

Un saluto e buona estate.

Giulia



sabato 26 giugno 2010

Un'amica mi ha chiesto

Un'amica mi ha chiesto di far girare on-line l'informazione che i media non danno,  ho pensato che il blog fosse meglio, un moderno tazebao, dove,  a meno che qualcuno decida di 'spegnere' i servers, il messaggio  continuerà a comunicare il suo contenuto preservandoci dall'oblio che caratterizza il nostro tempo.
Dimentichiamo, dimentichiamo, sovrascriviamo, sovrascriviamo, cancelliamo, cancelliamo,  inondati ogni giorno  da informazione spazzatura, troppo impegnati a riconcorrere  i nostri problemi personali per prestare attenzione e separare il grano dal loglio.


Abruzzo  la realtà che non si racconta

lunedì 14 giugno 2010

Ho pensato che..

Ho pensato che caricare la presentazione fosse meglio che farla girare via mail.
link alla presentazione

giovedì 3 giugno 2010

ANCORA SULLA LIBERTA' DI STAMPA

Non me ne voglia Marziana se sto usando questo blog come una bacheca degli avvisi.
Credo che il titolo potrebbe essere:
AL BANDO L'INDIFFERENZA: CONSAPEVOLEZZA PRIMA DI TUTTO!
E' necessario rendersi conto del paese in cui viviamo, prendere coscienza di quello che ci accade intorno e REAGIRE.
Ho ricevuto oggi da una carissima amica la notizia che segue come "Documentazione diffusa dal Coordinamento Provinciale Veronese degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani". Spero che qualcuno mi smentisca clamorosamente.
Il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attivita' di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet/;
la prossima settimana Il testo approdera’ alla Camera diventando l'articolo nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e cio' la dice lunga sulla trasversalita' del disegno liberticida della"Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog.
Questo provvedimento puo' far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorita' giudiziaria, puo' infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attivita' del blogger, ordinando ai fornitori di connettivita' alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attivita' di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger e' invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro e' l'unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.
Il nome di questa /media company/, guarda caso, e' Mediaset
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovra' presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni sempre piu' capillari che non si riesce a dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verra' premiata con buoni spesa!
Mentre> negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in> Italia il governo si ispira per quanto riguarda la liberta' di stampa alla Cina e alla Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

lunedì 31 maggio 2010

...DELLA DIFFERENZA

"Oggi quella del TG1 è un'informazione parziale e di parte"
Con questa dichiarazione, Maria Luisa Busi lascia la conduzione del Tg1 di Minzolini. Lo scrive lei stessa in una lettera che ha affisso nella bacheca della redazione. Pubblico la lettera pensando che l'integrità e l'intellingenza non hanno differenza di genere.

Articolo di: Articolo 21, giornale on line per la libertà d'informazione

AL Dott. Augusto MINZOLINI
Al CDR
p.c. Dott. Paolo GARIMBERTI
p.c. Prof. Mauro MASI
p.c. Dott. Luciano FLUSSI
Caro direttore,
ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa e' per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilita' nei confronti dei telespettatori. Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza RAI Sergio Zavoli : "la piu'grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identita', parte dell'ascolto tradizionale".Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perche' e' un grande giornale. E' stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee
diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati.
Questo e' il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non e' mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 e' un'informazione parziale e di parte.Dov'e' il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perche' negli asili nido non c'e' posto per tutti i nostri figli?Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci
mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perche' falliti?Dov'e' questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.
L'Italia che vive una drammatica crisi sociale e' finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della piu' importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di piu' alto profilo e interesse generale. Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni
professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, puo' soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell'affidamento dei telespettatori e' infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E' lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori. I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E' quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica. Un'ultima annotazione piu' personale. Ho fatto dell'onesta' e della lealta' lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non e' tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente.
Pertanto:1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo gia' mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralita' delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma e' palese che non c'e' piu' alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta e' fuori, prima o dopo.
2) Respingo l'accusa che mi e' stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza e' quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.
3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di "danneggiare il giornale per cui lavoro", con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: "il tg1 dara' conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgera' i fatti in ossequio a campagne ideologiche". Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico e' quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei
miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita "tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali" e via di questo passo. Non e' cio' che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate rispondera' il mio legale.
Ma sappi che non e' certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto.Non di ammirazione viviamo,dice, ma e' di rispetto che abbiamo bisogno.Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verita'. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.
Marialuisa Busi
Roma, 20 maggio 2010

domenica 30 maggio 2010

....DELLA PARITA'

Parecchio tempo fa, nel corso di una intervista, Rita Levi Montalcini disse:
"avremo veramente raggiunto la parità tra uomini e donne, quando una donna stupida siederà in un posto di potere".
Direi che proprio ci siamo, abbiamo raggiunto la parità.
Seppure esiguo il numero delle rappresentanti del gentil sesso elette  in Parlamento, alcune di esse sono Ministri dello stato e quindi 'siedono' in un posto di 'potere'.
Poco consolate e non era certo questo cui pensavo nel corso della mia vità quando combattevo per la parità di genere.
Abbiamo però dimostrato " l'assioma ", la stupidità non appartiene al genere e poichè la stupidità non appartiene al genere mi pare 'ragionevole' dedurre che anche l'intelligenze non vi appartenga.
Marziana

sabato 22 maggio 2010

POVERI UOMINI!

Sono andata al cinema due settimane fa a vedere Iron man, poi ho portato i bambini a vedere Puzzole alla riscossa e mercoledì scorso sono andate a vedere Robin Hood di Ridley Scott: mi piace andare al Cinema e con i punti-fedeltà del supermercato ci vado pure gratis.
Mi piacciono molto anche i cinque minuti prima dell'inzio del film: la pubblicità sul grande schermo è tutta un'altra cosa! Il racconto, un po' più lungo dei classici trenta secondi dello spot televisivo, si snoda affascinante, il grande schermo con i panorami mozzafiato, evocativi, ricchi.
Negli utlimi tre film questo magico momento è stato rovinato dallo spot ca...ne della Renaul Clio.
Una fila di auto parcheggiate con i loro proprietari in attesa appoggiati ai cofani, escono di corsa i bambini dalla scuola. Ah, ecco, sono dei papà felici di riabbracciare i loro piccoli. Esce, per mano alla maesta sorridente (straf...), l'ultimo bimbo che corre verso l'ultimo papà libero.... e invece no, il ragazzotto abbraccia la bellona e.... GLI ALTRI PAPA' RESTANO DI SASSO, LO GUARDANO AMMUTOLITI INVIDIANDOLO!!!! Slogan "Dalla vita aspettati di più".
Allora questo messaggio cerca di vendere un'automobile a giovani uomini che se vogliono molto dalla vita è meglio che non programmino una famiglia: si sa mai che, facendo fatica, rischino di crescere, di assumersi responsabilità, di giocare la loro vita con impegno, felici e soddisfatti del loro ruolo di compagni e padri.
Forse per degli uomini così, risulta efficacie lo slogan Be Stupid!
Se la pubblicità fotografa la realtà, streotipandola..... allora, come per le donne, negli spot i modelli maschili cambieranno quando avremo di fronte uomini nuovi.
E mi preme un'altra cosa: visto il palese attacco portato da questo spot alla famiglia, mi indigno in prima persona e invito le Associazioni che sostengono la famiglia a fare altrettanto, imparando a cogliere anche le sfumature.
Da parte mia, ai miei figli che hanno visto questo spot prima del film, ho detto che si sbagliavano, che non c'è niente di più bello nella vita che farsi una famiglia e avere un figlio... ma spero che questo lo abbiano già interiorizzato da tempo!

domenica 16 maggio 2010

Gussago, sorgente aperto

Software Open source, se ne sente parlare ma di cosa si  tratta e quali vantaggi offra, forse sono in pochi a saperlo e tra quei pochi molti hanno la convenienza a tacerne.

Le rivoluzioni  non sempre sono eventi eclatanti, sconvolgenti  che spesso si  declinano in un bagno di sangue, non di rado i veri cambiementi  dell'umanità nascono da una idea, un pensiero, di pochi all'inizio ma che nel tempo dilaga sino a diventare patrimonio di tutti.

Il 20 e il 27 maggio 2010, due serata divulgative, ore 20.30 Centro Padre Marcolini - Gussago

Scarica la locandina
Scarica il pieghevole

martedì 13 aprile 2010

CONCLUSIONE DEL CASO DELLA MENSA DI ADRO

Pubblico questa splendida lettera che chiude il caso della mensa della scuola di Adro, per mostrare (e mi sembra che ce ne sia bisogno) che la società civile italiana può riscattarsi da questo abisso di inciviltà in cui sembra piombata per colpa di alcune minoritarie componenti.

Un invito a tutti a rialzare la testa, a destra e a sinistra, per il nostro Paese!

"Vi aggiorniamo sull'inaspettata conclusione del caso della mensa della scuola di Adro. Mentre stamattina era in corso una riunione tra l'Amministrazione Comunale, i rapprentanti delle ACLI e della CIGL, è arrivata la notizia che un anonimo cittadino di Adro ha provveduto a "rilevare il debito dei genitori di Adro". Attraverso un bonifico bancario è già stato coperto il deficit di quasi 10.000 euro, ed inoltre l'anonimo cittadino si impegna a "garantire tutta la copertura necessaria per l'anno scolastico 2009/2010".Alleghiamo la lettera molto interessante e stimolante che questo anonimo cittadino ha scritto. Buona giornata.

Roberto Toninelli
Il Segretario dell'Organizzazione ACLI bresciane"

Testo della lettera in formato pdf
 

domenica 4 aprile 2010

Pillola Ru486, giù le mani dal corpo delle donne

Il mio è un invito al genere femminile, trasversale e apartitico.
Mi colpiesce sempre, ogni volta che si parla di aborto, di pillola abortiva come la Ru486 sono sempre uomini a parlarne, gli uomini della politica, gli uomini della chiesa,  è inaccettabile.

Questi uomini assenti nella educazione dei figli, assenti come padri, assenti come mariti, assenti come amanti,  sempre presenti solo per il lavoro, per le 'loro' amanti,  per gli hobby e la politica, improvvisamente sembrano esistere e diventano presenti per gestire il corpo delle donne.

Il mio è un grido, un grido di dolore, un grido di sconcerto: Donne svegliamoci e non continuamo a subire e giustificare il comportamento maschile. Lo so, le eccezioni esistono, ma sono eccezioni, non sono regola.

Mettiamo da parte l'ingenuità tutta femminile che ci porta a pensare che nostro marito, nostro figlio, nostro padre sono diversi, non è così, non sono diversi perchè in relazione con noi. Ogni donna pensa questo, mio marito è diverso, mio figlio è diverso, mio padre è diverso.

Ma gli uomini che uccidono, stuprano, violentano, vessano, decidono sopra le nostre teste, sono sempre il padre di..., il figlio di..., il marito di,  RIFLEETTIAMOCI, quando ci troviamo a fare queste affermazioni.

Link ad altri topic sull'argomento in questo blog:

http://marzianaonline.blogspot.com/2010/03/convegno-il-corpo-delle-donne.html

http://marzianaonline.blogspot.com/2010/03/condizione-femminile.html

http://marzianaonline.blogspot.com/2010/02/httpmarzianaonline.html

http://marzianaonline.blogspot.com/2009/10/sono-sempre-le-donne-pagare-il-prezzo.html

http://marzianaonline.blogspot.com/2009/09/il-corpo-delle-donne-24-minuti-ben.html

lunedì 29 marzo 2010

Io, speriamo che me la cavo

Nulla più dei numeri e delle percentuali da conto di informazione non opinabile, tranne che in politica; in politica anche i numeri sembrano racchiudere un’opinione.
Come ormai sempre accade, tutti hanno vinto e nessuno ha perso. Ognuno reclama per se un risultato importante, forte e significativo, al minimo una buona tenuta.
Il dato più significativo e certo sin da ieri sera, l’enorme aumento dell’astensionismo, già in atto da alcuni anni, viene ignorato in una babele di parole vuote, inutili perché false e menzognere, e viene mandato ancora in onda il gioco delle tre carte, lo show di una contrapposizione insensata e fine a se stessa.

Il paese sembra più maturo, consapevole e responsabile della sua classe politica; eppure dovrebbero essere i migliori di noi ‘eletti’ alla guida del paese, e così pare accadere nelle altre democrazie europee, meno corrotte e con un basso livello di illegalità sociale (evasione fiscale, rispetto delle regole), come mai invece in Italia sembrano essere i peggiori ‘eletti’ alla guida del paese?

Cosa non funziona e non ha funzionato in questo paese che vive ormai da quasi vent’anni in mezzo al guado, se non in una palude, tra la prima e la mai raggiunta seconda Repubblica?

giovedì 18 marzo 2010

Sulla Brutalità della Classe Politica

Oggi, dopo aver parlato al telefono con un caro amico la cui moglie è in fin di vita, ho fatto alcune riflessioni intorno alla vita, alla malattia, alla morte, al fine di vita, al dolore, alla sofferenza, alla fragilità e in tutta onestà e franchezza sento di poter  affermare che l'attuale classe politica ha toccato il massimo di Bestialità e Brutalità in merito alla vicenda di Eluana Englaro.

Marziana

martedì 16 marzo 2010

Intorno alla Democrazia

Stiamo viveno un tempo 'buio' dal punto di vista della democrazia e a mio avviso quanto succede è ancor  'peggio' degli eventi,  seppur violenti che hanno caratterizzato gli anni '70.

Tre anni fa ho fatto una ricerca sul voto elettronico, il cui testo si puo' visionare ai seguenti link:

testo pdf

Slides

e di cui di seguito incollo un significativo estratto:

Le dittature per instaurarsi o perpetuarsi di solito usano

mezzi violenti, ma il potere può essere preso e mantenuto

anche in modo non violento facendo uso di brogli elettorali.

Qualora tali brogli non fossero visibili, noi cittadini non ci

accorgeremmo neppure di vivere in una dittatura poiché

continueremmo a votare, ignari di farlo inutilmente.

aggiungo una importante considerazione.

La Democrazia è un sistema la cui massima espressione è il voto.

Nel tempo in cui viviamo,  gli strumenti di comunicazione, sempre più potenti e pervasivi, unitamente alla conoscenza dei comportamenti umani psicologici e sociali , consentono la manipolazione delle persone e delle coscienze e quindi la manipolazione della democrazia.

Marziana

giovedì 4 marzo 2010

Convegno "Il corpo delle donne"

Il MOICA ha organizzato per sabato 6 marzo p.v. dalle ore 9,30 alle ore 13,00 presso il Teatro Balestrieri in via Balestrieri, 1 a Brescia il convegno "Il corpo delle donne" tratto da una lettura de http://ilcorpodelledonne.net/?page_id=899 pubblicazione on line di cui si è già tanto parlato, ma sempre fonte di riflessione.

http://marzianaonline.blogspot.com/2009/09/il-corpo-delle-donne-24-minuti-ben.html

OGM SI OGM NO

Questa mattina su rai-radio uno sta andando in onda un programma sugli OGM.
Tra le varie opinioni andate in onda c'è quella dei  fautori del 'SI'  che tacciano coloro che sono contrari di oscurantismo scientifico, come avvenne con Galileo.

Ritengo doverosa una precisazione, Galileo era un osservatore della realtà e nei suoi scritti sui massimi sistemi, osserva e conferma quanto osservato da Copernico, ovvero ciò che oggi tutti sappiamo, che la terra gira intorno al sole e non viceversa, ma Galileo non modificava il sistema, prendeva atto di come il sistema funzionava.

Oggi con gli OGM, manipoliamo, modifichiamo, l'azione è ben altra e al di la di qualsiasi opinione,  penso che vada applicato il 'PRINCIPIO DI PRECAUZIONE'.

Confesso anche il mio grave peccato, non nutro tutta questa fiducia nella scienza, meglio negli scienziati, sono persone come tutti e come tutti sbagliano, e la storia scientifica è li a dimostrare tutti gli errori degli scienziati nel tempo, non si capisce perchè oggi gli scienziati non dovrebbero più sbagliare.

Non voglio commettere l'errore di mettere la scienza e gli scienziati sull'altare dal quale togliere dio è stata una grande fatica.
Non metto nessuno sull'altare, nel mio mondo gli altari non esistono e poichè l'altare non è una mia costruzione mentale, nulla puo esservi posto sopra.
Marziana

mercoledì 3 marzo 2010

Condizione femminile

Gli anni 70 con la legge/referendum sul divorzio, la riforma del diritto di famiglia e la legge sull’aborto sono stati decisivi per la nostra società. Da allora il modo di pensare e vivere degli italiani è iniziato a cambiare.
Le donne in particolare, grazie a queste norme ed alla diffusione della scolarizzazione, hanno ottenuto nuovi strumenti di emancipazione.

Evidenti cambiamenti sociali sono stati l'incessante riduzione dei matrimoni e del tasso di natalità. Non che le donne sentano meno il desiderio di maternità. Sono solo più coscienti e responsabili delle incombenze che gravano su di loro. Doppio lavoro (di cura e produttivo) e rischio povertà nel caso di separazione con figli (oggi il rapporto è 1 separazione ogni 3 matrimoni),

Ma dopo 40 anni il nostro paese, per quanto riguarda la condizione femminile, dove si colloca?

Guardando i dati ISTAT
(Testo di presentazione)

risulta che l’'Italia in vari settori è sotto la media europea.

Perché?

Alcune motivazioni potrebbero essere:

- la donna in questi anni , ha camminato. L'uomo non è stato al passo. La coppia anziché costruire un rapporto di reciprocità è rimasta ferma ad una relazione di complementarietà, ai vecchi ruoli;

- manca lo stato sociale. Finche lo stato non riconoscerà valore pieno al lavoro di cura e non permetterà un equilibrio tra lavoro riproduttivo e produttivo in termini di tempo e distribuzione dei compiti, la donna sarà sempre penalizzata;

- il desiderio di uguaglianza e pari opportunità, rivendicato e cercato, non è stato interiorizzato da molte donne italiane. Si spiegano così i loro sensi di colpa nascenti, lavorando, dal dedicare poco tempo a figli, marito, casa.

E poi lo si vede nel modo di educare i figli , soprattutto i maschi. Le donne dimenticano spesso che sono le madri, principali figure di riferimento, a trasmettere modi di pensare e comportamenti, dalla più tenera età in avanti.
Una signora di origine svizzera, in Italia dall'età di 18 anni mi diceva che suo figlio condivide con la compagna tutte le incombenze familiari. Condivisione a suo tempo da lei vissuta con il fratello, in base all'educazione ricevuta dalla madre e dalla nonna. Questo accadeva in Svizzera 35 anni fa.

Giro la domanda.

lunedì 1 marzo 2010

Chi può permettersi di avere un bambino?

Alcuni giorni fa ho sentinto un'intervista al telegiornale. Una manager, che dopo dieci anni di lavoro a capo di un team di persone presso la propria ditta (red bull), si è concessa di avere un bambino. Al rientro è stata demansionata per poi essere costretta a dare le dimissioni.
Mi ricorda i racconti di mia madre, quando negli anni 60, le donne erano invitate a licenziarsi dopo essersi sposate.
Ieri sul Giornale di Brescia ho letto tra le lettere al Direttore lo sfogo di una giovane madre sullo stesso argomento. Una ragazza di 26 anni che ha voluto mettere al mondo un bambino. E fin qui tutto bene, ma dopo? Se non hai i nonni, a chi lo lasci il bambino? Pensi all'asilo nido, ma le liste d'attesa sono lunghe e i costi elevati.
Allora che non scelta ha la donna? Ancora come tanti anni fa, licenziarsi.
Vorrei che qualcuno si accorgesse, donne e uomini, che anche in questo modo cancelliamo il futuro.

BE STUPID?

Scrive Annamaria Testa, studiosa di comunicazione, a proposito della rappresentazione delle donne nella pubblicità:
“Una premessa necessaria: gli spazi e i tempi della pubblicità sono esigui e costano molto. In una pagina, un manifesto o 30 secondi (ma a volte 20 o 15) di telecomunicato bisogna mettere diverse informazioni: qual è il prodotto di cui stiamo parlando, quali sono le sue caratteristiche, perché è desiderabile, chi è il consumatore e qual è il suo stile di vita, quali vantaggi ricava quel consumatore dalla scelta di quel prodotto. E' un sacco di roba, a cui vanno aggiunti gli indispensabili connotati emozionali che trasformano i contenuti di un tetro documento di marketing in comunicazione pubblicitaria fatta di parole e immagini. Cioè in un messaggio strutturato che, oltre ad essere dotato di uno straccio di logica narrativa, deve possibilmente risultare facile da capire, sorprendente, attraente, memorabile, convincente e breve.
Gli esseri viventi che si vedono dentro i messaggi pubblicitari sono per forza di cose (cioè per assenza dello spazio e del tempo necessari a sviluppare una narrazione articolata) ridotti a stereotipi. Questo capita nella stragrande maggioranza dei casi e non solo con le donne, ma anche con gli uomini, i bambini, gli adolescenti, gli anziani e la famiglia nel suo complesso, animali domestici compresi …. Non dimentichiamo che il fine della pubblicità non è produrre narrazioni, ma sviluppare proposte di vendita all'interno delle quali lo stereotipo è funzionale proprio nella misura in cui non rimanda ad individui, ma a categorie. (.....)
La pubblicità non si colloca mai all'avanguardia proprio perché la sua vocazione è farsi accettare facilmente, rispecchiando il sentimento medio del pubblico. (....)
Insomma, poiché la pubblicità, come ogni altra forma di discorso persuasivo, si fonda sul consenso, e poiché il consenso si guadagna essendo conformisti (e magari trasgressivi nelle forme, giusto per colpire e farsi ricordare. Ma difficilmente nella sostanza), non appena cambierà davvero il ruolo delle donne cambierà anche il ruolo delle donne negli spot. La pubblicità non mancherà di registrare il cambiamento, magari amplificandolo. Ma un attimo dopo. Di sicuro, nemmeno un attimo prima.”
(in L. Lipperini, Ancora dalla parte delle bambine, Feltrinelli 2007)
E' questa una premessa necessaria anche alla mia riflessione sulla nuova campagna pubblicitaria di Diesel jeans che immagino molti di noi avrà visto campeggiare sui muri delle nostre città.
Lo slogan è: BE STUPID.
Mi piacerebbe scrivere un lungo testo, analizzando ogni motto (L'intelligente critica, lo stupido crea; L'intelligente può avere il cervello, ma lo stupido ha le palle; L'intelligente riconosce le cose per come sono, lo stupido vede le cose per come potrebbero essere), definendo magari il target di vendita (gli adolescenti) per capire stupid e smart che cosa significano in realtà, quale mondo emotivo riescono ad evocare così da rendere il prodotto altamente desiderabile.
Vorrei anche fermarmi a riflettere sulla stupid philosophy (Il mondo è pieno di persone brillanti che fanno ogni tipo di cosa intelligente. La cosa intelligente è stare con gli stupidi, noi stiamo con gli stupidi. La stupidità è l'implacabile caccia ad una vita priva di rimpianti. Il fatto è che se non abbiamo pensieri stupidi non abbiamo del tutto pensieri interessanti. L'intelligente può avere dei programmi, ma lo stupido ha le storie. L'intelligente può avere l'autorità ma lo stupido ha l'inferno di una sbornia. Non è furbo prendersi dei rischi, è stupido. Essere stupido è essere coraggioso. Lo stupido non ha paura del fallimento. Lo stupido sa che ci sono cose peggiori del fallimento, come nemmeno provarci. L'intelligente ha una buona idea e quell'idea era stupida. Non puoi essere più brillante di uno stupido, quindi non provarci. Ricorda. Solo lo stupido può essere veramente brillante. Allora, allora, allora, sii stupido!) e sul modello di approccio alla vita che propone, ammiccando a tutti gli “sfigati” che finalmente potranno avere le loro vendetta sui “fighetti”, i leader che vestono nel modo giusto, che hanno sempre la battuta pronta e che riescono sempre a stare con la ragazza più carina del gruppo.
Invece poiché questo blog è uno spazio di dibattito, faccio una riflessione partendo da quanto affermato da Annamaria Testa, e chiedo il vostro parere.
La pubblicità comunica utilizzando il linguaggio in maniera ardita, insolita, e spesso riesce a trovare nuovi modi di utilizzo della sintassi, soprattutto negli spot televisivi: condensare un racconto complesso, ricco di sentimenti e rimandi, con un messaggio specifico che deve modificare i comportamenti e le abitudini di molti è davvero un'arte. Ma un'arte che deve essere accettata dai più e quindi per sua stessa natura conservatrice. Vale a dire che in una confezione insolita, sorprendente, arguta e sperimentale c'è confezionato un regalo banale e scontato.
Allora, tornando alla campagna BE STUPID, quale stereotipo di adolescente è stato usato per questa campagna pubblicitaria? E soprattutto quale tipo di adolescente viene fotografato per convincere i ragazzini a comperare i prodotti Diesel jeans?
Non voglio credere, ingenua me, che i giovanissimi siano quella massa di vuoti senza cervello che tratteggia questa campagna pubblicitaria. Anzi, i ragazzini che conosco io sono abbastanza smart da dedicare parte della loro estate ai più piccoli, sono così cool che eleggono un Sindaco dei ragazzi che va dal Sindaco a reclamare spazi e progetti, hanno progetti sulle loro città che vivono da veri protagonisti.... forse però sono solo una minoranza e per questo non troveranno spazio nei racconti dell'advertisement.
Resta il fatto che, eticamente, certi modelli proposti come vincenti sono da combattere e come consumatori abbiamo il coltello dalla parte del manico. Da parte mia, quindi, non potendo fare altro, ho smesso da un po' di comprare detersivi consigliati da smaglianti casalinghe accecate dal bianco del loro bucato!

domenica 7 febbraio 2010

AVATAR, qual’ è la prossima frontiera ?

Onore a Cameron e al suo Staff, il film è strepitoso: fantasia, tecnica, conoscenza, contenuto, messaggio, una forza comunicativa straordinaria. Non intendo addentrarmi oltre in questo direzione.
Spero di non turbare puristi e benpensanti affermando che il film sta alla cinematografia come la Cappella degli Scrovegni sta alla pittura.

Il 3d ci fa fare una esperienza diversa dal 2d, l’illusione di essere ‘dentro’.

Mi sono invece chiesta quale sarà la prossima frontiera? se l’obiettivo è quello di ‘portarci dentro’ non potrà che essere l’olfatto seguito dal tatto, il primo forse più ‘facilmente’ perseguibile del secondo?
Già all’inizio degli anni ’60 Morton Heilig mise a punto, con tecnologia analogica in quanto il digitale era di la da venire, il Sensorama Simulator, ovvero uno strumento per vedere da dentro, odorare, toccare.

Egli descrisse così la sua invenzione:

“La presente invenzione, nelle sue caratteristiche generali, è imparentata con gli apparati di simulazione e, più specificamente, con gli apparati atti a stimolare i sensi dell’individuo al fine di simulare un’esperienza effettiva in maniera realistica.Attualmente, assistiamo ad una crescente domanda di metodi e di mezzi per insegnare ed addestrare gli individui senza esporli realmente ai rischi delle specifiche simulazioni….L’industria, d’altra parte, a causa dell’attuale rapido sviluppo della macchine automatiche, si trova ad affrontare un problema analogo…

Tale problema si è presentato anche in ambito educativo a causa di fattori quali la crescente complessità della materia insegnata ed un numero crescente di studenti cui fa riscontro una quantità inadeguata di insegnanti. Tale situazione ha provocato una domanda crescente per dispositivi di insegnamento che alleggeriscano, quando non sostituiscano, l’onere che grava sull’insegnante.

L’obiettivo della presente invenzione, quindi, è fornire un apparato che permetta di simulare un’esperienza specifica stimolando sensazioni in una pluralità di modalità sensoriali.
Un altro obiettivo dell’invenzione è fornire un apparato che permetta di simulare un’esperienza reale e predeterminata nei confronti dei sensi dell’individuo.Un ulteriore obiettivo dell’invenzione è creare un apparato che permetta ad una o più persone di sperimentare una situazione simulata.
Un altro obiettivo dell’invenzione è fornire un apparato, nuovo e raffinato, che renda realistica una situazione simulata.
Morton Heilig
Sensorama Simulator,
1962”

Di quante lunghezze ci precedesse Heilig è del tutto evidente, nel frattempo enormi progressi sono stati compiuti in campo psicologico, educativo, elettronico, fisico e informatico con particolare riferimento alla investigazione della realtà virtuale. La strumentazione è passata dall’analogico al digitale.
Senza questi progressi AVATAR non avrebbe potuto essere realizzato, però AVATAR non è che un film….oppure dobbiamo iniziare a pensare che forse questa definizione non è più adeguata ? e ne dobbiamo inventare una nuova maggiormente pertinente?
Alla luce dei già citati progressi, le parole di Heilig relative al suo strumento assumono un altro e maggiore spessore, quanto consapevolezza abbiamo di questa nuova frontiera ? ma sopratutto qual'è la frontiera ?

Tempo fa a conclusione di una ricerca, il cui testo integrale è leggibile sul mio sito, scrissi:
“Andrebbe innanzitutto chiarito il significato di Virtuale e di Virtualità: spazio virtuale, mezzo virtuale ma non necessariamente finzione, solo un diverso modo di gestire l’informazione”.

E’ un dato certo sul quale tutti convergono, che noi veniamo modificati dall’esperienza.

Marziana


Incollo di seguito alcuni link che ho trovato, tutti in inglese, non ho trovato nulla di interessante in lingua italiana
http://www.mortonheilig.com/
http://en.wikipedia.org/wiki/Morton_Heilig
http://www.telepresence.org/

giovedì 4 febbraio 2010

Milano. Tribunale condanna i genitori per lo stupro commesso dai figli


Il 25 ottobre scorso pubblicai su questo stesso blog un topic dal titolo: minorenni impunibili che sfidano la legge, vedi il link:
http://marzianaonline.blogspot.com/2009/10/minorenni-impunibili-che-sfidano-la.html

Oggi il Tribunale civile di Milano ha emesso la sentenza di condanna per lo stupro di una ragazzina di 12 anni da parte di alcuni coetanei, colpevoli, secondo il verdetto, i genitori dei ragazzi per la mancata "educazione dei sentimenti e delle emozioni che consente di entrare in relazione non solo corporea con l'altro".
I genitori non hanno prestato la dovuta attenzione al “processo di crescita" dei loro figli, in modo che “avvenisse nel segno del rispetto dei sentimenti, dei desideri e del corpo dell'altra/o”.

I genitori dei violentatori sono tenuti ad un risarcimento di 450.000 euro, non tanto per non averli ben vigilati, quanto per non aver dato loro una "educazione dei sentimenti e delle emozioni" nel rapporto con le ragazze. L'educazione dei figli, premette il giudice della X sezione civile Bianca La Monica, non è fatta solo della "fondamentale indicazione al rispetto delle regole", ma anche di "quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche di sentimento e di sesso, con l'altra e con l'altro".

Spero solo che in appello questa esemplare sentenza non venga modificata ma venga riconfermata.
Come ho già scritto: "Non possiamo quindi poi scaricare sulle spalle dei giovani tutte le responsabilità. I genitori, la famiglia come educatore primo e privilegiato ne hanno la responsabilità maggiore."

Spero sia finalmente giunto il tempo in cui le persone tornano ad assumersi le responsabilità che gli competono, il nostro tempo pare segnare l'apoteosi dell'incoscienza e dell'irresponsabilità. Un mondo di 'finti' adulti che tali sono solo all'anagrafe.

Pensando a Collodi e al suo Pinocchio pare che il nostro sia il paese del bengodi, senza storia e senza memoria, dove lo stereotipo 'Lucignolo' sembra prevalente oltre che dominante.

Marziana
alcuni link:
http://www.milanotoday.it/cronaca/milano-tribunale-li-condanna-per-lo-stupro-dei-figli.html

http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=35743&cat=cronaca

http://www.vip.it/violentano-ragazzina-genitori-pagano-450mila-euro/

martedì 2 febbraio 2010

A chi fa paura la rete

incollo un interessante link a proposito di rete e libertà, trovato questa sera, cercando informazioni intorno a Goebbels a cui si deve la proposizione:


Quando sento la parola cultura metto mano alla pistola

tempo fa in un altro blog scrissi: Internet è l'unico spazio libero rimasto sul pianeta.... ora aggiungo e fa talmente paura che dalla Cina .... all'Iran al bel paese si danno molto da fare per normare e limitare, insomma per renderlo meno libero.
Spero molto negli 'Internauti' ovvero le giovani generazioni che, come amo dire, sono nate con il mouse in mano e sono meno schiave della TV, e la TV sentendo che il potere le sfugge di mano, quanto si adopera a diffondere notizie su quanto fa male il computer, quali e quanti pericoli ci sono nella rete.......luogo pericolosissimo che ci priva di relazioni 'vere' per darci in cambio relazioni 'virtuali'.

Ma di che parlano codesti signori, relazioni vere ? quali? i più trascorrono il loro tempo libero davanti alla tv, le relazioni vere se le è portate via Sua Maestà video-trasmittente, da molto, molto tempo. Navigare in internet è già di per se un fatto positivo, la persona è in stato attivo e non passivo come invece accade davanti al Grande Fratello, seppure virtualmente interagisce, mentre con lo strumento televisivo non esiste alcuna relazione, Buona lettura, del link ovviamente.


Marziana

sabato 30 gennaio 2010

Baarìa di Giuseppe Tornatore

Ieri sera ho visto il film e ho capito perchè è stato snobbato sia sulla scena internazionale che dalle critica.

Il film è 'carino' la fotografia è splendida, un affresco; simpatico il susseguirsi di battute ed eventi quotidiani che certamente hanno popolato l'infanzia di Tornatore.

Ottima tecnica, molta testa, dispendio di mezzi...... ma niente 'Cuore' totale assenza di pathos; ti lascia sempre fuori, spettatore appunto; non ti porta dentro mai, nemmeno una volta. Novecento è del 1976! ed è un'altra storia, cinematograficamente parlando ovviamente.
Ho trovato retorico e fuori contesto 'il remake', in forma di ripresa cinematografica del quadro di Pellizza da Volpedo 'il quindo stato'.

Manca di spessore un film 'carino', appunto, non lascia traccia.

Marziana

giovedì 28 gennaio 2010

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

Marziana on line: Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

link all'argomento

Velo Islamico: chador, abaya, niqad, burka, haik, hijab

I dibattiti sul velo islamico si sprecano, in radio, tv, giornali in privato.

A mio modesto avviso stiamo sbagliando l'approccio.

Anni fa ho viaggiato in Turchia e a Istanbul ho visitato le belle moschee di quella città.
La regola per l'ingresso è con il capo coperto e a piedi scalzi, mi sono adeguata rispettosa e consapevole di essere un ospite, entrare in moschea non è dovuto, se fossi rimasta fuori non avrei dovuto ne coprirmi il capo ne togliermi i calzari.

Alcuni anni dopo sono andata in Israele e ho voluto andare al muro del pianto, la loro regola è di non indossare simboli di altre religioni, e mi sono dovuta togliere la piccola catena d'oro con la croce, anche in questa circostanza mi sono adeguata rispettosa e consapevole di essere un ospite, il muro del pianto è il loro tempio (quel che ne rimane), andarci non è dovuto, se fossi rimasta fuori non avrei dovuto togliere la piccola catena.

In Italia e ovunque nel mondo trovo altrettanto corretto che per l'ingresso nelle chiese di confessione Cristina, vengano stabilire delle regole.

Questo per quanto riguarda le religioni e i luoghi di culto.

Veniamo invece alla società civile, fuori dai luoghi di culto, in ogni paese, anche nel nostro ci sono regole scritte e non che normano l'abbigliamento e il comportamento in pubblico che tutti generalmente rispettiamo e dove la trasgressione ha dei limiti definiti appunto 'sociali' , se qualcuno si aggirasse per le nostre città seminudo o in biacheria intima o .... qualcunaltro chiamerebbe il pronto intervento. Laddove il comportamento sociale non è normato valgono le convenzioni, gli usi e costumi locali.

Da bambina ma anche da adolescente nel periodo di carnevale ero intimorita se non impaurita difronte alle persone mascherate.
Anche ora che sono una persona adulta le persone mascherate mi mettono a disagio se non paura per la samplice ragione che non posso vedere il volto della persona. Noi riconosciamo e identifichiamo l'altro dal volto. Qualcuno ha mai visto ricostruire l'identikit delle mani o delle gambe oppure del corpo di un malfattore?
Credo esista già una norma in Italia che regolamenta la materia, non si puo andare in giro a volto coperto.

E' qui che dobbiamo collocare il burka, nulla importa che sia un simbolo religioso, il problema reale è che è assimilabile ad un volto mascherato, coperto, la persone non è riconoscibile e quindi potrebbe compiere qualsiasi crimine e noi... beh dovremmo fare l'identikit delle mani e dei piedi.

Sono davvero stupita e forse anche un po stanca di sentire i discorsi intorno al burka, dove si assumono aspre ed inutili contrapposizioni politiche.

Non condivido la scelta dei francesi di vietare tutti i simboli religiosi, non lo ritengo espressione di una società civile, ritengo che oguno possa esporre i propri simboli religiosi, la norma civile da rispettare nello specifico è il volto scoperto, visibile e riconoscibile per tutti.

Se noi passiamo il principio del burka allora dobbiamo passare anche quello del volto mascherato con la calza, con la maschera, con.....Mi potrebbe anche star bene, ma siamo certi di volerlo ?

Non possiamo ammettere il burka e poi non ammettere altre forme che coprendo il volto non consentono l'dentificazione delle persone.

Marziana

domenica 24 gennaio 2010

Messa al Teatro delle Vittorie in Roma

Questa mattina nel corso della trasmissione televisiva 'A Sua Immagine' viene trasmessa la messa in 'diretta televisiva' dal Teatro delle Vittorie in Roma.In tutta franchezza lo trovo aberrante, ovvero è aberrazione.

Dove è finito il MESSAGGIO di CRISTO?.

Probabilmente il teatro è ora luogo 'naturale' per questa azione dato che il teatro è rappresentazione..

Marziana

sabato 23 gennaio 2010

Intorno alla verità

VERITA'
Oggigiorno sembra una parola impronunciabile, quale verità, esistono molte verità...la verità non esiste e così via.
Oppure ancora, i più parlando di verità si riferiscono, come mi piace dire, alle 'verità dell'Empireo' a quella verità che poi è conoscenza che sembra sfuggire al limitato intelletto umano e che a me pare ancora un escamotage per affermare che la verità non esiste.

Intendo qui scrivere della verità relativa, non nel senso del relativismo che caratterizza il nostro tempo, ma la verità relativa al quotidiano vivere dove tutti possiamo conoscere la verità dei fatti, forse non sempre delle parole.

Le riflessioni qui espresse sono in forma epistolare frutto di uno scambio via e-mail avvenuto una decina di annai fa.


Ciao Marco
Tu mi stai invitando a nozze su molti argomenti, hai suonato una specie di melodia alla quale francamente non so resistere, ho quindi copiato e incollato il messaggio in word ed evidenziato in grassetto i vari punti.

Perché diavolo ti faccio venire voglia di contraddirmi ?? Sei per caso….. polemico …. ?? bada che è una domanda non una affermazione.

Bugiardo: è colui che mente sapendo di mentire.

Sono pienamente d’accordo. Se non sai di mentire e quindi sei in buona fede non menti. Ma è davvero reale?? Accade realmente che le persone mentano non sapendo di mentire?? Sai ho esaminato a lungo questo aspetto del comportamento umano analizzando prima i miei comportamenti e successivamente i comportamenti dei miei simili. Sono giunta ad una conclusione . Quando mentiamo sappiamo di mentire sempre e in ogni caso però ho distinto 2 diversi comportamenti negli esseri umani.

1. I bugiardi - coloro che mentono sapendo di mentire e fanno della menzogna uno stile di vita, scelgono di ingannare il prossimo scientemente e deliberatamente per indurre gli altri a determinati comportamenti e scelte . In loro abita la menzogna, non hanno scrupoli e hanno fatto una precisa scelta di vita. Possiamo altrimenti definirli i disonesti. Naturalmente esistono diversi gradi di menzogna scientifica, dal marito che mente alla moglie per coprire una scappatella, al figlio che mente ai genitori relativamente all’andamento scolastico. Nell’attimo in cui mentono sanno di mentire. Fanno una scelta tra verità e menzogna. Purtroppo dietro a queste bugie ritenute più o meno innocenti si nasconde comunque un comportamento fraudolento più o meno socialmente accettato. Poi ci sono i bugiardi patentati: all’interno dei bugiardi patentati abitano in molti. I politici ad esempio, chi gestisce il potere (salvo eccezioni naturalmente, non mi piace valutare per categorie ma per persone) spesso chi raggiunge i vertici della politica e del potere è in malafede. Le società di Marketing, che spesso si avvalgono di strumenti avanzati , quali studi di comunicazione e psicologia etc per indurre acquisti e bisogni fittizi. Ho partecipato recentemente ad un seminario di Marketing e davvero il metodo utilizzato mi ha spaventata per la forza di persuasione occulta. Ma anche questo è socialmente accettato, il mercato lo richiede, il mercato come centro della società. Bisogna produrre quindi vendere è il sistema. Ho usato alcuni esempi per aiutarmi a renderti più chiaro il mio pensiero e per non utilizzare fiumi di parole, anche se mi rendo conto che l’argomento menzogna affrontato da due persone quali siamo tu ed io , che praticamente non sanno nulla o quasi l’uno dell’esperienza di vita dell’altro, richiederebbe molte più parole. Con questo lo sto semplicemente introducendo.



2. Gli altri – coloro che mentono non sapendo di mentire. Ricordo che da bambina , quando frequentavo il catechismo, l’insegnante di catechismo ci diceva, bambini non mentite a voi stessi. Nella mia innocenza infantile mi interrogavo, diventavo letteralmente un punto di domanda vivente, e mi chiedevo, ma come può una persona mentire a se stessa, non me ne capacitavo, l’unica menzogna che all’epoca conoscevo era l’acquisto di un dolce, invece di un grissino, da utilizzarsi come merenda durante le lezioni. Dolce che il fornaio segnava per il pagamento che mia madre faceva a fine settimana. L’istruzione era il grissino, meno costoso del dolce (grissino lire 5, dolce lire 35) A me piaceva il dolce e quindi acquistavo regolarmente il dolce, dicendo a mia madre di aver acquistato il grissino, sapendo che sarei stata scoperta a fine settimana e mi sarei buscata una ramanzina, ma lo mettevo in conto. Questo era all’epoca il mio concetto di bugia, che provvedevo poi a confessare e una volta ottenuta l’assoluzione ricominciavo da capo. Insomma non c’era alcun pentimento. (ma il pentimento lo lasciamo per un prossimo scambio informativo). Poi la bambina è cresciuta e ha cominciato , come tu stesso hai scritto nel tuo messaggio a fingere, fingere con se stessa. Il non voler vedere le cose come sono per 1001 motivi, alcune perché se le vedi Ti fanno un male della madonna, altre perché se le vedi sei costretto a fare scelte che non vuoi fare è così che si comincia a mentire a se stessi, avendo una visione parziale delle cose o vedendo ciò che si vuole vedere, ciò che si ritiene accettabile. E mentre compiamo questa operazione non ci rendiamo realmente conto del male che ci stiamo facendo.E’ chiaro che poi questa menzogna verso noi stessi si traduce in una menzogna al prossimo. Al quale però si mente non sapendo di mentire. In realtà la menzogna scatta prima ed è la menzogna verso se stessi. Poi agli altri menti ma quando menti agli altri sei in assoluta buona fede, non sai di mentire.

Però quando menti a te stesso lo sai eccome, poi lo fai e davvero la giustificazione la si trova sempre, ma è pur vero che il campanello d’allarme dentro di noi scatta eccome. Però non lo ascoltiamo, sappiamo perfettamente cosa dobbiamo fare in ogni momento della nostra vita, solo che ….. non lo facciamo . Con l’analisi questo meccanismo ti diventa chiarissimo, è preciso come una equazione.

Con l’analisi vai semplicemente a vedere come mai questo schema è nato e si è consolidato dentro di te. Alcune volte sono traumi psicologici o fisici che producono ciò che in gergo si chiama “rimozione” e che ora io chiamo buco nero nella memoria delle persone. Spesso si pensa ai traumi come a fenomeni eclatanti, in realtà solo in alcuni casi è cosi. Spesso sono condizionamenti perpetrati ogni giorno, purtroppo il più delle volte da parte dei genitori sui figli e gli effetti sono devastanti.

Questo concetto è spiegato con chiarezza esemplare nel libro di A. Zucchelli per la Firenze edizioni, Il Comprendonio, come è difficile farsi capire.

Ci sono alcune parole che mi è facile mettere accanto a bugiardo: benpensante – ipocrita - e si anche il biblico fariseo che altro non è che la parola antica per ipocrita e benpensante e questo mi fa rimbalzare alla fiaba allorquando il bambino introdotto al cospetto del Re grida, il Re è nudo. Tutti sapevano che il Re era nudo, colui che cuci l’abito, il Re che lo indosso’ e i presenti che lo videro, eppur tutti ….. finsero … quale menzogna più grande ancora , il contrasto tra il dire e il fare , tra l’insegnamento verbale e quello comportamentale.

Qui mi fermo, non voglio correre il rischio di diventare pedante. Mi dirai tu se vorrai ulteriormente approfondire questo argomento. Ho un miliardo di cose da dire. Ne ho davvero fatto oggetto di osservazione e analisi.

Sai io sono un po come l’eterno fanciullino, non smetto mai di farmi domande e farne agli altri e con l’analisi al fanciullino eterno che abita in me è stato fornito uno strumento nuovo, un gioco nuovo, ma come ogni fanciullo dopo averci giocato ho trovato i limiti del gioco, lo fanno sempre i bambini di rompere il gioco per capire come è fatto, è un comportamento classico nei fanciulli. L’adulto in me ha avuto il sopravvento, non ha rotto il gioco ma ha cercato di capirne il funzionamento , la logica, il limite.

C’è chi si diverte a fare le code in autostrada per andare al mare, chi ad andare allo stadio e fare guerriglia, chi a sporcare le strade, chi a rubare, chi a fare il mistico, chi a fare della retorica, chi a sentirsi Superman e anche Wonderwoman, chi a fare la guerra, chi a costruire armi nucleari, chi a giocare con Internet, chi (pochi ormai sempre di meno) a fare l’amore, più che altro si fa sesso, questa pare essere la terminologia moderna, chi a scrivere storie, chi a ….. l’elenco può diventare infinito. Io mi diverto quando capisco qualche cosa che prima non capivo, quando imparo ciò che prima non sapevo.

Mi sono resa conto che a 45 anni la mia sete di conoscenza è ancora intatta e onnivora, ho così smesso di combatterla e la assecondo, pare che questo sia il modo di superare le cose, accettare che ci appartengano per andare oltre.



Il concetto di territorio

Tempo fa, molto tempo fa, lessi l’Anello di Re Salomone di Lorenz, lettura affascinante, ma più di tutto affascinante è stato osservare il mio cane. Avevamo un cane, pastore bergamasco, femmina per giunta, che aveva un senso incredibile del territorio, nessuno poteva oltrepassare il limite della proprietà senza correre il rischio dell’incolumità fisica. Quante cose ho imparato osservando quella bestia. Le ho voluto un bene dell’anima e ci sono stati momenti in cui trovavo in lei maggiore umanità che negli uomini (anche ora per la verità) La cosa bella però era che Jessy (così si chiamava) una volta fuori dalla nostra proprietà, sia che fosse libera, sia che fosse al guinzaglio, non aveva più alcun atteggiamento né difensivo né aggressivo verso il prossimo suo, sia umano che animale. Riconosceva alla perfezione il suo territorio e lo distingueva da quello comune.
Onestamente Marco, di quante persone potresti dire altrettanto ???

Io personalmente di poche, pochissime. Il rispetto è ormai una merce così rara.




Il modello dell’altro le interpretazione

Anche qui mi inviti a nozze, da dire il miliardo di prima, ma mi contengo.

Il problema in realtà sta proprio nella interpretazione. Quando ci poniamo in relazione con l’altro interpretiamo il suo comportamento secondo il nostro schema. E’ un errore , è il nostro schema e non è il suo e quindi nascono infinite incomprensioni, perché l’altro a sua volta interpreta i nostri comportamenti secondo il suo schema. Ciò che spesso si dimentica è che la relazione è a due dove entrambi si è parti attive. Relativamente a questo , osservando prima me stessa e poi il prossimo mio, ho capito una cosa che appare quasi ovvia e scontata. Dobbiamo ascoltare il nostro prossimo e non interpretare. Dobbiamo ascoltare le parole dell’altro e limitarci a quello che l’altro ci dice. Il più delle volte, anzi quasi sempre, questo non accade perché noi interpretiamo le sue parole e qui nasce il problema. Ho messo in atto questa semplice regoletta e quando ho il dubbio che la persona non si sia resa conto di ciò che mi ha detto, ripeto alla persona ogni parola e chiedo conferma. Credimi funziona. Oltretutto ascoltando realmente l’altro e non interpretando, se malinteso ci deve essere, esce immediatamente, fornendoti la possibilità del chiarimento, che è la cosa che spesso viene a mancare.

L’altra regoletta è Parlare, il più delle volte si inviano messaggi in codice, non si parla si inviano messaggi secondo il nostro modello e intanto si pensa, non può non avere capito. E l’altro invece, usa il suo modello e non capisce.

Spesso siamo proprio come muti e sordi che si parlano. E qui mi aggancio alle isole, certo che lo siamo, abbiamo scordato il patrimonio comune, non lo abbiamo perso, fa differenza, lo abbiamo solo dimenticato, ma il patrimonio comune e sotto l’acqua che ci aspetta, purché noi si abbia voglia di fare la fatica di andare a vedere a fondo cosa c’è. E’ questa la fatica da affrontare per la quale ci vuole una grande volontà e determinazione. Sotto puoi raggiungere tutte le isole stanno tutte appoggiate a terra.

Oppure c’è un altro percorso sopra, la comunicazione, la ricerca della comune interfaccia di comunicazione.

Dov’e la differenza tra i personal personalizzati, le persone, è ciò che ognuno ha costruito che è diverso, sono le sovrastrutture che ognuno di noi crea che ci impediscono di comunicare.

Ho usato l’esempio dei Pc, perche’ mi sono resa conto che in qualche modo li abbiamo costruiti simili a noi
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seconda mail



Ciao Marco,

Visto che come me trovi interessante l’argomento menzogna, possiamo continuare a scambiarci il nostro pensiero in proposito. Trovo la menzogna “pericolosetta”, spesso si manifesta sotto altre forme che non paiono menzogna ma qualche cosa di diverso, ma se scavi ti rendi conto che di menzogna si tratta e del danno che fa, danno sulle persone ignare e sulla società. Lascio momentaneamente da parte il danno relazionale, grande, spesso le incomprensioni e le difficoltà nel comunicare nascono da questo. Quanta menzogna in buona fede in quelle famiglie dove ci si trucida, prima verbalmente e negli ultimi anni anche di fatto. Non so se hai notato il numero di omicidi all’interno delle famiglie dove esplode la conflittualità. La verità e la chiarezza avrebbero risparmiato molte vite. Forse avremmo avuto un aumento di separazioni e divorzi ma avremmo salvate delle vite.

Analizzo la menzogna come dato oggettivo, mi riconduco al tuo escamotage, di trovare giustificazioni alle tue azioni, cosa che più o meno tutti pratichiamo, non pensare di prendere l’oscar per questo, ti troveresti a competere con un mare di concorrenti, in giro ce ne sono di veramente dotati.

Noi impostiamo la nostra vita e le nostre scelte quotidiane su ciò che sappiamo, vuoi scelte di lavoro, vuoi scelte di studio , affettive etc. e questo processo è in ogni persona, ogni giorno scegliamo in base alla nostra conoscenza. Qui interviene la menzogna, poiché è molto diffusa, anche quella in buona fede, accade che i dati disponibili per la scelta sono parziali, perché una parte vengono censurati, non visti, quindi non se ne tiene conto. Che tipo di scelta si compie avendo a disposizione dati errati. ??? scelte errate che producono dati errati che vanno a sommarsi ad altri dati già errati producendo una notevole confusione. Mi viene alla mente una bellissima canzone di Giorgio Gaber, il suo Cd del 95, probabilmente lo conosci (e pensare che c’era il pensiero)…… se non lo conosci dammi cenno che ti scrivo il testo di questa canzone…… come quando si andava a scuola, le espressioni di algebra, già dalla seconda riga dei numeri cos’ grandi, va be tanto poi si semplifica, alla quarta riga i numeri avevano preso una … dimensione alla fine X = 1.289.000.330.000.239, …….. etc. ……..altre considerazioni…… dove invece x = 2

Come ti dicevo, mi occupo di informatica, quindi il problema si pone, nel computer entrano dati sbagliati di vario tipo, non puoi dopo certo pensare che il dato statistico o altro dato(oggi tutti vogliono le statistiche) esca corretto, il dato che viene partorito è un dato errato perché errato è l’input. Quanti imput errati ci sono che con ostinazione teniamo in piedi e sulla cui scorta si fanno ad esempio ricerche scientifiche e in base alle proprie convinzioni si cerca ciò che si vuole.

Prendi ad esempio di menzogna scientifica il sistema Tolemaico, sistema scalzato prima da Copernico poi da Keplero e Galileo. Per svariati secoli gli uomini hanno creduto una menzogna, che la terra fosse il centro e il sole girasse intorno alla terra, che le stelle fossero fisse (lasciamo stare che gli egizi e gli antichi imperi dei fiumi sapessero, mi riferisco a dopo). Ma il fatto che gli uomini credessero questo con grande convinzione non lo ha reso reale, reale è che il sole è il centro del nostro sistema solare e i pianeti girano intorno al sole. Mi servo di questo esempio semplicemente per dire che le cose sono quel che sono, la realtà è ciò che è aldilà di ciò che noi ci raccontiamo che sia.

Mi servo ancora di questo esempio per ricondurmi a ciò che tu dici… panta rei …, La visione che l’uomo aveva dell’universo fino a tale secolo era molto molto limitata, tra gli studi astronomici più seri e documentati abbiamo quelli di Tycho Brahe, il quale ancora credeva nel sistema tolemaico e che dopo le sue osservazioni ha partorito una sua idea del sistema, osservazioni però che sono state di fondamentale utilità a Keplero, il quale non partiva con pregiudizio alcuno se non la ricerca della verità scientifica e quindi osservava, appuntava e questo gli ha consentito di scrivere le sue leggi e di confermare la giustezza del pensiero di Copernico, all’epoca ancora molto osteggiato.

Per l’uomo del 1600 e 1700 quella era la visione dell’universo, ora sappiamo alcune cose in più , abbiamo altri strumenti, ma non è che l’universo è mutato dal 1600 ad oggi,e tantomeno è mutata la materia ,in dimensione universale sappiamo che 400 anni terrestri sono una inezia, quindi posso affermare che 400 anni fa l’universo era esattamente lo stesso di oggi, quindi ciò che oggi esiste nell’universo esisteva già parecchio tempo fa, in ordine di migliaia di anni terrestri; cosa è semplicemente cambiato, ciò che noi sappiamo in rapporto all’universo, non ciò che l’universo è . Quindi quando affermo tutto esiste da sempre ma siamo noi a non saperlo, mi riferisco a questo.

Ma commettiamo anche un altro errore, che è purtroppo ancora una volta riconducibile alla menzogna, tiriamo conclusioni su ciò che sappiamo parzialmente o in modo erroneo, si ritiene di avere il dato complessivo, si traggono delle conclusioni, naturalmente errate.

Ho imparato a mie spese, quindi ora mi sono fatta abbastanza “furba”, raccolgo informazioni e le lascio in deposito nel database (testa non pc) cerco di non trarre conclusioni. Mi sforzo sempre di compiere un giro a 360 gradi, insomma faccio del mio meglio per non mentire a me stessa a costo di essere scorticata dalla verità. Mentirmi, l’ho fatto per anni, ha fatto talmente male e c’è voluto così tanto tempo ed energia per trovare il bandolo della matassa che ora lo tengo ben stretto. Sono Arianna e Teseo contemporaneamente.


Ciao
Marziana

a proposito di riforme scolastiche RIFLESSIONI SPONTANEE

Negli ultimi 30 anni sono state fatte troppe riforme scolastiche e troppo poche della giustizia. Qualche riforma scolastica in meno e qualche riforma della giustizia in più, chissà forse avrebbe fatto di noi un paese più prossimo alla civiltà, ma aimè così non è stato e le riforme si sono succedute le une alle altre con risultati devastanti.

Da pochi anni l'obbligo scolastico è passato da 14 a 16 anni. Eureka esclai quando avvenne... e invece ora qualcuno vorrebbe riportare indietro di un anno, come dire abbiamo osato troppo!

Questa sera ad uno dei notiziari la giornalista nel corso di un'intervista ad un gruppo di ragazzi ha chiesto:

meglio la pratica o meglio la teoria?

Le parole mi sono morte in bocca e la mosca mi è saltata al naso.

Perchè mai una domanda e un pensiero tanto stupidi (anche se qualcuno sostiene che le domande non sono mai stupide, semmai lo sono le risposte, ma c'è sempre l'eccezione alla regola) perchè mai 'pratica e grammatica' come si diceva un tempo dovrebbero essere alternative, perchè si dovrebbe contrapporre la teoria alla pratica ? è un pensiero assai diffuso, le due cose non sono alternative bensì complementari, serve la teoria e serve la pratica, semmai dobbiamo decidere quale didattica applicare, ovvero se partire dalla pratica per arrivare alla teoria o vicevera partire dalla teoria per poi passare alla pratica e magari consentendo qualche sperimentazione (ma questa è un'altra storia).

Forse la giornalista è figlia delle troppe riforme scolastiche, dello spirito critico si è persa memoria e la semplificazione regna sovrana e incontrastata.

Marziana

sabato 16 gennaio 2010

GLI EVENTI DI ROSARNO: RAZZISMO?

Possiamo etichettare come manifestazioni di razzismo gli eventi di Rosarno ?

Razzismo è stato il ritornello dei media, immigrazione mal gestita quello di una certa parte politica.

Cosa è veramente accaduto e perché? è un problema risolvibile ? e se si in quanto tempo? e con quali risorse umane ed economiche?

Si vuole risolvere il problema?
oppure
Si vuole fingere di risolverlo?

Come si è potuto arrivare a tanto? ma soprattutto si è individuato il vero problema ?
I comportamenti delle persone coinvolte mi sono sembrati quelli che gli essere umani adottano quando non temono più nulla, quando pensano di non avere più niente da perdere, quando l’esasperazione è tale che qualsiasi azione può essere compiuta.

Mi sono sentita solidale con entrambe le parti in lotta, ho intimamente compreso le ragioni degli uni e degli altri e non mi sentirei di scagliare pietre verso nessuno.

Penso che gli eventi di Rosarno siano la manifestazione di una malessere che serpeggia in ogni angolo dello stivale e che siano potuti accadere perché hanno trovato un fertile humus nel degrado sociale e politico verso il quale il paese scivola ormai da anni.

Penso che il problema da risolvere sia il conflitto sociale in atto, conflitto sociale generato da evasione fiscale e illegalità diffusa che favorisce la criminalità organizzata.

Evasione fiscale e illegalità diffusa ad ogni strato sociale.

Dov’è finita la società civile? non esiste più oppure non ha voce perché voce sembrano avere solo colore che indicano l’altro come causa e manifestazione dei disagi sociali, perché non siamo più capaci di autocritica, perché ognuno di noi sempre pensa di essere nel giusto e l’altro invece sempre nel torto ?

Non sono ottimista.

Dall’attuale classe politica non mi aspetto più nulla, mentre spero che la società civile trovi voce attraverso i nuovi strumenti di comunicazione che la rete mette a disposizione, sono le radici sane che vivificano l’albero e fanno ricca la chioma e le radici siamo NOI.

Marziana

venerdì 15 gennaio 2010

Rosarno gennaio 2010 – Se questo è un uomo

Rosarno gennaio 2010 – Se questo è un uomo

“Non siamo bestie” afferma un immigrato di Rosarno. Lui, che insieme a centinaia di altri sfruttati, ha vissuto per mesi e in pieno centro, in strutture diroccate e baracche di cartone, in pochi metri quadrati, al freddo ed al gelo, in compagnia di topi, in mezzo a sporco e fetori insopportabili. A confronto, le stalle delle nostre aziende agricole sono un lusso.

Gli immigrati svolgono quei lavori ingrati, pesanti, sporchi ma indispensabili che noi rifiutiamo. Questa realtà è negata da molti italiani. Anzi questi “diversi” vengono considerati “ladri” di lavoro, andando ad incrementare e giustificare atteggiamenti razzisti. Siamo al massimo della confusione, dell’ignoranza, della paura e dell’ipocrisia.

La miseria dà fastidio ai sensi ed alla mente, può essere un pugno nello stomaco. E’ un’ingiustizia sociale causa di contrasti e rivendicazioni che sfociano spesso nella violenza. Va eliminata per il bene comune. La miseria però, non l’uomo! Il paese di Rosarno ha tentato di farlo. Non c’è riuscito. Anzi ha mostrato tutta la sua povertà di spirito negando all’uomo quei valori/bisogni che sono dell’uomo: rispetto della sua integrità fisica e della sua dignità.

I responsabili di questi gravissimi fatti però sono a vari i livelli. Dal bracciante agricolo fino ad arrivare, al ministro dell’interno, del lavoro, dell’agricoltura. Tutti sapevano ma nessuno ha fatto nulla per evitare che questa bomba ad orologeria scoppiasse. Più sei in alto nella gerarchia più hai responsabilità e se qualcuno sbaglia paghi. Obama recentemente ha fatto il mea culpa per il cattivo funzionamento dei servizi di sicurezza americani. Non ha tacitato le critiche puntando il dito contro qualcuno e tagliando delle teste. Da noi invece i responsabili stanno sempre in fondo alla scala, nel caso specifico rosarnesi e immigrati.

Si sente tanto parlare di tolleranza zero. Condivido la necessità di non sostenere l’illegalità. Tutta l’illegalità. In primis quella di chi sfrutta impunemente ed alla luce del sole i bisognosi. Quanto lavoro nero prospera in Italia? Governo e singolo individuo cosa fanno in merito?

Il male è dentro il nostro sistema sociale e legale. Non viene da fuori, magari su sgangherati barconi.
Asportiamo ciò che è irrecuperabile e curiamoci educando e rieducando ai sentimenti, alla legalità, alla pace, al rispetto delle regole ed alla giustizia. Forse riusciremo ad incontrare l’altro vedendolo come fonte di arricchimento e non più di paura.

Daniela

Gli altri siamo noi

I fatti di Rosarno suscitano rabbia, indignazione e tristezza. La prima cosa
a cui ho pensato è la lettera di Don Fabio Corazzino inserita sul blog. Non è
cambiato nulla da quando Gesù è stato messo in croce, questo mi sento di dire.
Le immagini degli alloggi degli immigrati, lo sfruttamento quotidiano del
loro lavoro, la loro povertà è del tutto indifferente alla nostra società
composta di persone abituate ad avere tutto e a stare bene.
Accanto alla povertà assoluta di queste persone nello stesso telegiornale
hanno dato la notizia della nascita di corsi di massaggio per animali
domestici.
E’ una società confusa la nostra; e non so a che posto viene messo il valore
della vita?
Le considerazioni economiche e politiche dei fatti sono altrettanto gravi.
La maggior parte degli stagionali al nord come al sud è risaputo che lavorano
in nero e per pochi soldi. Tutti sapevano, ma il sistema di omertà in cui
viviamo è questo.
Le domande sono molte. Dove sono le autorità? Dove sono i controlli? Dove
stiamo noi persone normali? Davvero gli immigrati ci tolgono lavoro? E che tipo
di lavoro?
In Italia c’è crisi e le arance vengono lasciate sugli alberi perché non è
conveniente raccoglierle! Tanto ci sono gli aiuti della Comunità Europea che
arrivano anche se non raccogli nulla.
Che valore ha veramente la merce ed in particolare ciò di cui ci nutriamo?
Dalle cose necessarie siamo partiti nel passato per arrivare oggi al tutto che
non è niente.
Elisabetta

venerdì 1 gennaio 2010

NAPOLITANO E IL MESSAGGIO DI FINE ANNO ALLA NAZIONE

Non intendo commentare il messaggio di Napolitano, ci pensano già i media, i politici e gli addetti ai lavori (quali, ?, chi lo sa).

Voglio solo rilevare una assenza.

Il Presidente ha citato il sud e i giovani tra le categorie sociali ignorate in questa Italia contemporanea adultocentrica, dove per adulto si intende l'umano tra i 20 e i 40, maschio, sano, normodotato.

Le donne non appartengono infatti alla categoria, da 0 a 100 ne sono escluse.

Tra le ecluse però una citazione nel discorso l'avrebbero meritata tutte quelle donne sole perchè separate , divorziate, con figli a carico, alle quali spesso non pervengono gli alimenti e che essendo non più giovanissime, spesso l'età si aggira intorno ai 40 , sono in seria difficoltà a trovarsi un lavoro e che rappresentano la nuova frontiera della povertà.
Donne piene di dignità la cui povertà non arrivi agli 'onori' della cronaca, eppure da recenti indagini risulta che sono loro la nuova frontiera della povertà e sono loro le escluse, ieri sera nemmeno citate tra le categorie sociali a rischio di marginalizzazione.

Grazie Giorgio.

Marziana