Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








domenica 27 febbraio 2011

Come riportare la democrazia in Italia ?

Ammesso e non concesso che l'Italia come il resto del mondo abbia mai visto una vera democrazia, e concesso non è poichè questo pianeta la democrazia non l'ha mai vista.
Ciò che invece è concesso è il viaggio verso questo mai raggiunto traguardo. 
La situazione italiana:
l' Italia ha  da lungo tempo innescata la retromarcia, invece di un progresso verso assistiamo a un ritorno verso la dittatura, verso il fasciamo, perchè in Italia la dittatura è stata il 'Fascismo' e questo è stato il problema dell'Italia.

La dittatura  'Comunista' è stata di altre realtà d'oltre Cortina come si diceva un tempo, ma non certamente italiana.

Quando spirò il vento di mani pulite si sperò in un rinnovamento, nel ridimensionamento della corruzione, in un reale  progresso verso la democrazia, così purtroppo non è stato e da anni assistiamo ad una lotta cieca e sorda ad un' escalation di  corruzione, evasione fiscale, oscurantismo, ignoranza, aggressività e violenza verbale e in alcune circostanze non solo verbale, ad una delegittimazione dell'avversario.

Un paese in lotta con se stesso e la lotta con se stessi ha un solo epilogo.

Da mesi mi interrogo e mi chiedo cosa possano fare gli Italiani, ormai  privati della loro prerogativa, ovvero di esercitare il diritto di voto, scegliendo non solo il partito ma anche i propri rappresentanti attraverso la preferenza e dove esercitare il potere dell'uno, ovvero in democrazione ognuno ha diritto ad  1 voto e ogni voto vale 1.
Tutto ciò in Italia non vale più,  poichè la democrazia è un sistema,  del quale il voto è la massima espressione, ma il sistema si sta sgretolando e io 'cittadino' e NON 'suddito' di questo paese tremo, tremo e sono impaurita e in continuazione mi chiedo  cosa posso fare perchè la democrazia torni a fiorire e ogni volta che mi interrogo sono consapevole  che il potere che posso esercitare senza privare gli altri del loro è = 1 e che l'uno  da solo , nel rispetto degli altri, ben poco puo', ed è proprio questo limite che ci garantisce la democrazia.
Posso parlare, posso comunicare, posso informare, posso richiamare l'attenzione, posso argomentare, posso essere coerente, ma tutto questo nel rispetto dei diritti dell'altro.
In Italia però il terreno dei diritti e dei doveri è un confine indistinto dove ne diritti, ne doveri, ne giustizia,  sono, come dovrebbero essere eguali per tutti.
In questo paese sembra che 1 non abbia lo stesso peso.
 Ci sono Uno che pesano per 1 tonnellata  1 uno che pesano per 1 grammo , ma questa non è democrazia, questo è un regime illiberale.
Mi si obietterà che abbiamo votato e scelto, già ma votano anche in Cina e votavano anche nei paese ex Urss e si votava anche nell'ex Jugoslavia. Non basta esercitare il diritto di voto, è altrettanto importante il contesto in cui si vota e la legge elettorale di riferimento, ma questo le tonnellate dimenticano di dirlo ai grammi.

Oltre alla  paura provo anche una grande amarezza,  avessi 20 di meno me ne andrei da questo paese corrotto e in disfacimento.
Marziana

martedì 22 febbraio 2011

Ci siamo (italiani) bevuti il cervello e mangiati il cuore?

A proposito della crisi in Nord Africa.
Ho or ora ascoltato il notiziario, sono state intervistate alcune persone, mi pare tutte della Lombardia, il cui pensiero posso così riassumere:

"Non possiamo ospitarli, quando arriva la nave gli diamo da  bere e mangiare,  poi la giriamo e li rimandiamo a casa loro".

Certo che ci sarà un arrivo abnorme, certo che ci dobbiamo gestire e coordinare con l'Europa, certo che è un problema, ma è un problema UMANO, un problema umano spaventoso.

Arrivarono molti albanesi, 20 anni fa,  attraverso il canale di Otranto, fu un enorme emergenza umanitaria a cui si seppe rispondere e far fronte, allora non sentii nessuno esprimersi con questa 'bestialità' e 'brutalita' e mi sono detta coma ormai da tempo faccio: ci siamo bevuti il cervello, ma oggi il pensiero è andato oltre;

ci siamo bevuti il cervello e mangiati il cuore.

Che futuro potrà mai avere un corpo senza cuore e senza cervello:  l'unica immagine che si è affacciata alla mente è stato il film : I MORTI VIVENTI, GLI ZOMBI, è questo che siamo diventati?

Marziana

lunedì 21 febbraio 2011

Nord Africa, la rivolta, cosa mi sono persa ?

La rivolta in Tunisia mi ha sorpresa, quella d'Egitto mi ha stupita, ora la Libia mi lascia attonita e sono senza parole difronte al Bahrein.

Mi chiedo cosa mi è sfuggito, cosa mi sono persa, in cosa mi sono distratta,  perchè nulla lasciava intravedere quanto sta accadendo in medio oriente e nord africa.
Gli osservatori internazionali  cosa hanno osservato? cosa hanno capito? e da noi non si fa più giornalismo?
non c'era alcun sentore di quanto stava per accadere ? Perchè se in Tunisia e in Egitto è la fame e la miseria, così non è in Libia e in Bahrein, qui è la mancanza di libertà, quindi una coscienza e una consapevolezza  straordinarie e fino ad ora insospettabili, credo sia lecito chiedersi, forse è da noi che l'informazione viene filtrata e passa solo quanto si vuol passare e veniamo tenuti all'oscuro mentre pensiamo di avere ogni informazione ?
Quanto  sta accadendo, dal punto di vista storico è paragonabile alla caduta del muro del 1989, alla  rivoluzione fancese del 1789, alla rivoluzione russa del  1917. Difficile credere che nessuno lo sospettasse.
 Non so cosa  è peggio, se l' aver taciuto o non essersi  davvero accorti.
Marziana

domenica 13 febbraio 2011

E se provassimo

Non è nuovo, è già stato proposto, ma mai attuato dato che il sistema continua ad imperversare.
Non so quanti lettori conta il blog, non ho attuata alcuna delle politiche di incremento dei lettori, e nemmeno di controllo degli accessi,  non voglio sottostare a questo imperativo moderno.

Nel mio piccolo, consapevole dei limiti, ma contando sul passa parola di chi legge e ci crede poichè
il passaparola di chi ci crede è la migliore delle armi:  (fine del preambolo)

PROPONGO

Non acquistiamo più prodotti e/o servizi che utilizzano il corpo della donna nella pubblicità quando la cosa non è partinente e non lo è quasi mai.
Abbiamo per le mani un enorme potere, usiamolo,  siamo noi che ogni giorno facciamo la spesa.

Se ci credete e trovata valida questa proposta fatela girare  con tutti gli strumenti possibili della comunicazione contemporanea:
sms  - mail - telefono  - cellulare - fax - facebook - tutti i social network - parlando - chiacchierando - con i post-it - con il servizio postale -
credo di non averne dimenticato alcuno, ma se l'avessi fatto, non importa, usatelo.
Marziana

L'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù

L'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù.
(François de La Rochefoucauld)
In Italia l'ipocrisia ha trovato ospitalità e regno e sovrana domina;  se  si riconosce a questo aforisma un fondamento di verità, si  puo' affermare che l'Italia è il paese del vizio.

Che dire difronte agli avvocati  e ai portavoce che per difendere la nomenclatura si arrampicano sugli specchi come tanti azzeccagarbugli di manzoniana memoria.

L'Italia di oggi pare proprio l'Italia degli azzeccagarbugli, degli affabulatori che con la comunicazione manipolano chi non ha strumenti  difesa, proprio come l'Azzeccagarbugli  che prese i capponi di Renzo, lo cacciò di casa, non gli risolse il problema... tempi duri .... L'imbroglio eretto a sistema, perchè è a questo a cui  stiamo assistendo, ma quanto potrà ancora reggere un paese che si base sull'imbroglio, sulla mistifazione ,  sulla menzogna , sull'omissione continua?

Marziana

venerdì 11 febbraio 2011

Se non ora quando - UN SILENZIO ASSORDANTE

Ho inviato per mail ad un nutrito gruppo di donne, molte delle quali sono amiche o conoscenti assai vicine, la locandina  relativa alla manifestazione del 13 febbraio 2011 alle 15.00  a Brescia. L' intenzione era solo quella di condividere l'informazione, niente di più e niente di meno,  dato che io andrò alla manifestazione che si terrà a Cremona dove ormai abito.
La manifestazione si terrà stessa data stessa ora anche a Cremona.

Non ho ricevuto alcun riscontro, tranne uno in verità molto laconico.
L'invio è stato fatto  non tanto per la partecipazione, quanto per il tema. Un tema importante, trasversale, apartitico. La mercificazione del corpo delle donne, il disvalore femminile, la disoccupazione, la mancanza di servizi per le famiglie, i valori di riferimento, i modelli da proporre,  banalizzando l'Italia non è una paese per donne. Un tema sul quale scambiare idee, un tema sul quale impegnarsi.
Osservo molte delle donne che abitano in parlamento e rabbrividisco, asservite, banali, di poco spessore,  prive di  argomenti, veline insomma,  recitano la lezione che gli hanno impartito prima di presentarsi ai giornalisti, ai  talk-show, replicanti di un maschile e come ogni replicante insignificanti e inutili.

Tempo fa su questo stesso blog pubblicai il post che linko di seguito
http://marzianaonline.blogspot.com/2009/09/il-corpo-delle-donne-24-minuti-ben.html, al quale Giulia mi rispose che goccia goccia l'onda sarebbe arrivata, già goccia goccia, ma a me qui pare il deserto.

Se in passato mi son chiesta: dove sono gli uomini ? ora invece mi chiedo :  dove sono le donne? perchè onestamente è nelle donne che spero, poichè  gli uomini da secoli usano e abusano del potere, le donne il potere non l'hanno mai avuto ed è questa l'unica scommessa possibile che continuino a rimanerne lontane ma che imparino a governare, a gestire, a prendersi responsabilità sociali, ad essere in primo piano senza paura, senza timore, a fare in prima persona ciò che da sempre fanno  nell'ombra.

Marziana

giovedì 3 febbraio 2011

La voce del dissenso
Riporto in basso alcune riunioni e manifestazioni di piazza programmate a breve, contro l’imperversare di una politica dimentica e sprezzante del principio per cui è nata: il bene comune, proiettata solo verso interessi /piaceri personali gestiti in modo vergognoso.

Far sentire e vedere il crescente, diffuso malessere mostra che non esiste solo la massa ma persone con capacità di giudizio e volontà di dissenso.

Riprendendo un’accattivante inno pro Silvio : “Meno male che la piazza c’è”.

"Dal web alle piazze le donne dicono BASTA

proVE tecniche di indignazione. La manifestazione delle donne a Milano. Le loro sciarpe bianche sventolate in segno di lutto per il Paese. Poi le pentole e i coperchi di Firenze. Milano e Firenze sono state solo l'inizio, le prime di una lunga serie di giornate di mobilitazione. "Berlusconi, dimettiti". Una richiesta che attraversa parti sempre più consistenti della società italiana. Con le donne in prima fila. A rivendicare dignità e rispetto. E a chiedere al premier un passo indietro. Il calendario delle proteste contro Silvio Berlusconi va aggiornato di continuo. Occhi puntati sulla manifestazione di Libertà e Giustizia, a Milano, sabato 5 febbraio. Poi domenica 13 febbraio. probabile data di una grande mobilitazione nazionale. Una lunga rincorsa per saltare oltre il berlusconismo.

La protesta cresce in volume e intensità. E mentre si fissano i paletti, gli appuntamenti
definiti, crescono le iniziative spontanee. Come "Uno striscione ad ogni balcone", l'idea lanciata in rete dal gruppo Gli Indignati. Il messaggio da pubblicizzare è, ovviamente, "Berlusconi, dimettiti". Proposte anche eccentriche e provocatorie, come quella di Arianna Ciccone e di Valigia Blu. Che, sulla falsariga del lancio di monetine a Bettino Craxi, ha proposto il lancio di mutandine: appuntamento ad Arcore il 6 febbraio in concomitanza con la manifestazione del Popolo Viola.

2 febbraio. Si riunisce a Roma, alle 13 e 30, il direttivo dell'associazione Articolo 21. All'ordine del giorno l'organizzazione di una grande manifestazione di piazza in difesa della Costituzione. L'idea è bipartisan. Si parte da un appello lanciato dagli onorevoli Giuseppe Giulietti, all'opposizione nel gruppo misto, e Fabio Granata (Fli). Che scrivono: "E' davvero giunto il momento di promuovere una grande iniziativa unitaria, capace di unire quanti si riconoscono nella Costituzione".

5 febbraio. E' il giorno di Libertà di Giustizia 4. Al Palasharp di Milano, dalle 15. L'associazione guidata da Gustavo Zagrebelsky e Sandra Bonsanti parte da "Resignation", l'appello per chiedere le dimissioni del premier: 90mila firme in meno di una settimana. Molto attesi gli interventi di Zagrebelsky, Umberto Eco, Paul Ginsborg e Roberto Saviano. Alla manifestazione hanno già aderito Giovanni Bachelet, Bice Biagi, Carla Biagi, Susanna Camusso, Beppino Englaro, Gad Lerner e Moni Ovadia. "Troveremo insieme le dimissioni e liberarci dal potere corrotto e corruttore di Silvio Berlusconi, dal fango, dagli attacchi alla Costituzione e alla magistratura".

6 febbraio. Entra in scena il Popolo Viola. Con un gesto eclatante, provocatorio. Del tutto pacifico. Una marcia ad Arcore, proprio sotto il naso di Silvio Berlusconi. A pochi metri dalla celebre, purtroppo, sala del Bunga Bunga. Questa la piattaforma: "Andiamo sotto casa di Berlusconi a pretendere le dimissioni. Speravamo in un programma politico di Governo che non fosse rintanarsi in un postribolo con papponi e prostitute..".

12 febbraio. Ancora il Popolo Viola. Che in decine di città italiane darà vita al più rumoroso dei sit-in. A base di pentole e coperchi. Un baccano infernale. Lo slogan è "Friggiamo il governo". Il principio di partenza: "L'Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione". Tra le città che aderiscono: Roma, Napoli, Torino, Palermo, Savona, Catania e Taranto.

13 febbraio E' il giorno delle donne italiane. Che manifesteranno a Roma. Perché la loro esperienza di vita "è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicità". Anche qui, tante adesioni: Francesca e Cristina Comencini, Valeria Parrella, Giulia Bongiorno, Anna Finocchiaro, iSusanna Camusso, Inge Feltrinelli, Flavia Perina, Margherita Buy, Laura Morante. A questo indirizzo mail è possibile fornire la propria adesione: mobilitazione.nazionale.donne@gmail.com 5

L'appuntamento è anche al tribunale di Milano. Per manifestare solidarietà ai giudici e ai magistrati italiani. Offesi dalle parole del presidente del Consiglio. A lanciare l'iniziativa Barbara Spinelli, Marco Travaglio e Michele Santoro. Un appello subito ripreso sul web da migliaia di cittadini. Obiettivo: la difesa dell'indipendenza della magistratura, della libertà d'informazione e dei valori fondamentali della Costituzione"