Il blog non è più una prova

Quando nel 2008 iniziai questa avventura scrissi che lo stavo facendo per lavoro, per sperimentarne logica e funzionalità.

Oggi è luogo di relazione, memoria, scambio e conservazione di informazione, dove esprimere il mio punto di vista e ascoltare quello degli altri, moderno tazebao, ma sopratutto opportunità di conoscere cosa gli altri ‘veramente’ pensano poiché vedo come grave rischio contemporaneo, quello di pensare ciò che i mediatori televisivi di comunicazione ci dicono che pensiamo e ancor peggio di credere che quanto essi sostengono è veramente quanto pensiamo.

Il blog come alternativa al pensiero unico e autentico scambio, diretto e senza mediazione.








giovedì 24 dicembre 2009

BUON NATALE

I miei auguri di

BUON NATALE

si animano sul link

Marziana

martedì 22 dicembre 2009

LETTERA APERTA A BRESCIA CATTOLICA

Pubblico questa lettera che mi è giunta via mail, interessante spunto natalizio di riflessione.

Cara Brescia cattolica, fammi un po’ capire quello che ti sta accadendo:

700 missionari sparsi per il mondo ad annunciare e testimoniare il Vangelo, tra le prime diocesi d’Italia per il numero di adozioni a distanza di seminaristi, 800 sacerdoti, 5 istituti missionari più diversi istituti religiosi aventi missioni, le adozioni a “distanza” proliferano in ogni associazione, più di 150 associazioni-onlus impegnate per la cooperazione nei paesi del sud del mondo (con forme e modalità diverse), 150 gruppi missionari nelle parrocchie che fanno informazione, formazione e raccolgono fondi per i fratelli del sud del mondo, Banca etica fa la sua parte, il Commercio equo e solidale ha raggiunto i 29 negozi, 7 ONG da anni operano per il sud del mondo ... e potremmo continuare. Non manca certo l’attenzione agli ultimi, ai poveri, agli “altri”.

“Senza Verità, senza fiducia e amore per il vero, non c’è coscienza e responsabilità sociale, e l’agire sociale cade in balia degli interessi privati e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali” (caritas in veritate, 5)
La verità è che c’è qualcosa che non funziona al di là di questa luminosa facciata e di questa gloriosa storia.

Siamo sempre stati in grado di far coabitare virtuosamente diavolo e acqua santa. Infatti siamo tra i primi produttori e commercianti di armi al mondo e non se ne può parlare.

Cresce, anche nelle nostre parrocchie e fra i preti e religiosi, una cultura leghista ben lontana dal vangelo (si raccolgono firme per difendere il crocifisso, brandendolo come una spada e urlando “nessuno potrà mai privarci dei nostri simboli, della nostra storia e della nostra identità”: che tristezza e che vergogna!). Dilaga la violenza verbale, culturale e aumentano i gesti di avversità contro gli stranieri ( ci mancava pure l’ultima trovata del CIE - Centro di Identificazione e Espulsione - che non renderà Brescia più sicura ma certamente più conflittuale). Continuiamo a maltrattare l’ambiente in cui viviamo e privilegiamo logiche di cementificazione e di inutile inquinamento o l’idea di guadagnare su tutto privatizzando ciò che spetta a tutti (vedi l’acqua). Consumiamo, pro capite, 25 volte più di un abitante dei paesi del sud del mondo. Tolleriamo (e votiamo) leggi apertamente ingiuste e inique. Dimentichiamo la coscienza pur di intrupparci in logiche di potere e di partito. Ci lamentiamo della chiesa e dei vertici (giustamente), per i loro silenzi e connivenze, ma non sappiamo vivere una sincera, libera e adulta vita di fede nell’economia, nella politica, nell’educazione. Chiediamo privilegi che non riconosceremo mai ad altri. Inneggiamo al Papa e poi prepariamo delibere che calpestano la dignità della persona e i diritti umani.

I fatti di Coccaglio e di Rovato ci turbano e ci interrogano. Ci turba la violenza gratuita e insensata contro due giovani tanto quanto l’odio e la violenza che cresce dentro le nostre comunità. 4 manifestazioni in 4 giorni e totale incapacità di dialogare e lavorare insieme per il bene comune.
Chiedere giustizia e legalità non ci esime dal coraggio dell’ospitalità e dell’accoglienza.
Chiedere sicurezza e meno violenza non ci esime dalla valutazione della mole di violenza che noi abbiamo seminato nel mondo e stiamo seminando nel nostro mondo. Chiedere attenzione alla famiglia non cancella la responsabilità di espellere famiglie intere in nome di leggi fatte dal centrosinistra o di un pacchetto sicurezza scandalosamente ingiusto (il sindaco di Coccaglio avrà formalmente ragione ma la formalità del rispetto delle leggi in questo caso e in molti altri non si coniuga più con la libertà di coscienza e il bene dell’uomo).

Chiedere identità significa fare seriamente il punto sulla qualità della nostra vita e scelta cristiana, di singoli e di comunità. Se le destre e le sinistre che in questi giorni hanno innegggiato al crocifisso e al bianco Natale, se chi vuole mettere la croce sulla bandiera italiana si fermassero a leggere e vivessero il Vangelo nulla di questo sarebbe accaduto. Intanto le comunità cristiane balbettano, o tacciono.
Ci domandiamo cosa abbiamo da perdere e perchè abbiamo così tante paure. Ci domandiamo perchè le nostre comunità si sono incattivite. Ci domandiamo perchè, anche nei nostri consigli pastorali e fuori dalle chiese, in paesi a maggioranza cattolica, è più facile sentire una bestemmia piuttosto che una parola di speranza. Ci domandiamo perchè sia rilanciato un cattolicesimo che cerca poltrone e potere piuttosto che uno stile di vita libero, povero e in dialogo costante con il mondo (vi consigliamo di leggere le due interviste a Cesare Trebeschi e a Graziano Tarantini su Bresciaoggi del 7 novembre 2009 per capire cosa c’è in gioco).
Siamo invece certi che Gesù ci chiede di stare con gli ultimi, di servire e non farci servire, di scegliere Dio e non il denaro, di costruire pace e nonviolenza, di essere benedizione e non maledizione. Buoni, liberi, poveri e coraggiosi compagni di viaggio per questo mondo che chiede incontro e non censure e chiusure.
A quando un discernimento veramente comunitario?

don Fabio Corazzina, parroco di S. Maria in Silva – Brescia
Claudio Treccani, animatore del Centro Missionario Diocesano
Francesca Martinengo, una giovane studentessa

Brescia 30 novembre 2009

domenica 13 dicembre 2009

Ma chi è Harry Potter?

Quest'estate subito dopo aver visto il film di Harry Potter e il principe mezzosangue, delusa perchè la storia segna un po' il passo, sono stata incuriosita dal finale ammiccante del film e ho letto il libro che Santa Lucia ha portato a mia figlia di 9 anni per avere conferme.
Sono rimasta sorpresa per come il libro sia ben scritto, l'intreccio avvincente, un lettura semplice (in fondo è un libro per ragazzini) beh … mi sono proprio divertita e ho finito col leggere anche I doni della morte.
La storia è ambientata nel mondo magico e quindi è strutturata come una fiaba, ma in realtà si snoda con meccanismi che la nostra Storia recente ha già visto svolgersi nel mondo reale. La Rowling, infatti, descrive in maniera puntuale l'ascesa dell'Oscuro Signore mutuando tutti i meccanismi delle dittature.
A questo punto può continuare a leggere solo chi ha letto i libri o almeno ha visto i film!
L'Oscuro Signore, è l'erede di Salazar Serpeverde, uno dei quattro potentissimi maghi fondatori della scuola di magia di Hogwards, che, al contrario degli altri tre, riteneva che solo i maghi purosangue (cioè nati da genitori entrambi maghi) avessero diritto di entrare a Hogwards, mentre i maghi mezzo sangue o nati babbani (i babbani sono tutti quelli senza poteri magici) non erano degni di accedere al sapere magico e dovevano rimanere confinati nel mondo babbano, nonostante fossero dotati di poteri magici al pari dei maghi purosangue.
All'inizio della saga, Colui-che-non-può-essere-nominato è morto e i suoi seguaci sono in prigione: il Ministero della magia amministra il mondo magico, tenendo buoni rapporti con il Primo Ministro inglese. Poi accadono alcuni strani eventi: Silente, il custode del passato e del futuro, capisce immediatamente i segnali del ritorno di Voi-sapete-chi ma il Ministero, il potere legittimato, si rifiuta di guardare la realtà e continua e negarne l'esistenza fino a quando assiste ad uno scontro diretto tra Harry Potter e Voldemort.
A questo punto il Ministro e i suoi collaboratori, invece di mobilitare tutte le forze positive contro la magia oscura di Voldemort per salvaguardare il benessere nel mondo magico, pur di mantenere il loro status si compromettono via via con la magia oscura fino a quando i Mangiamorte, i fedeli servitori di Voldemort, diventano i padroni del Ministero stesso.
E come avviene la presa del potere da parte dell'Oscuro Signore?
Ovviamente prendendo i giornali: prima l'organo ufficiale del governo, emanazione del Ministero, La Gazzetta del Profeta, che da organo di governo sempre pronto a rassicurare la popolazione diventa la longa manus dell'Oscuro Signore, iniziando una campagna diffamatoria nei confronti di Harry Potter. Poi riduce al silenzio anche la stampa libera costringendo con il ricatto il proprietario del Cavillo ad allinearsi alla linea editoriale della Gazzetta del Profeta e, infine, a chiudere. Resterà solo una radio clandestina, Radio Harry Potter, che si può sentire solo se si conosce la parola magica di accesso, che continuerà a dare notizie sulle imprese del nostro eroe e di tutti coloro che resistono all'Oscuro Signore.
Voldemort agisce come un vero despota: si circonda di servi vili che non lo amano ma lo temono; cattura gli oppositori e li elimina; usa la tortura come metodo per far parlare i nemici; e alla fine conquista il luogo del sapere, dove i giovani maghi vengono formati: Hogwarts diventa il luogo dove si apprendono le arti oscure, dove gli studenti sono invitati alla delazione e dove vige la legge del più forte.
Un antagonista di tale statura non può che avere la funzione di far splendere l'eroe della storia: Harry Potter il prescelto, il predestinato, il sopravvissuto, colui che viene riconosciuto dall'Oscuro Signore come suo pari.
A guidarlo un potentissimo mago, Silente, che fondò l'Ordine della Fenice, un'armata segreta i cui membri hanno tutti dei nomi di battaglia, vivono in clandestinità e vigilano temendo il ritorno di Voldemort.
Al fianco di Harry alcuni amici fedeli che lo sostengono, lo aiutano, lo richiamano alle responsabilità a cui non può sottrarsi, invitandolo ad addestrare una nuova resistenza tra i giovani maghi di Hogwarths: l'esercito di Silente.
C'è persino una spia doppiogiochista, infiltrata tra le fila dei Mangiamorte, che per proteggere Harry sarà costretto a sporcarsi le mani eliminando uno dei suoi compagni per mantenere la copertura e la fiducia di Voldemort.
Dopo l'ascesa dell'Oscuro Signore e la morte di Silente, il nostro Eroe si dà alla macchia, seguito dai suoi più fedeli amici, Ron ed Hermione, costretti a lasciare Hogwarts per non essere perseguitati ed uccisi: insieme compiono imprese rocambolesche che alimentano la speranza di molti e la resistenza di alcuni.
Le battaglie, le sortite, gli scontri tra i difensori della magia bianca e i portatori delle arti oscure sono senza quartiere: molti pagano con la vita e anche il nostro eroe a tutto tondo capisce che dovrà sacrificare la propria vita per difendere la libertà di tutti. Volontariamente si offre ma, essendo una fiaba, sopravvive e nello scontro finale elimina definitivamente Voldemort, con un incantesimo di difesa (il marchio di Harry Potter) in modo da non macchiarsi di alcun omicidio, nemmeno di quello dell'innominabile tiranno.
Ora, ciò che mi preme e mi domando: visto che Harry Potter gira tra le mani di bambini di 9/11 anni, non sarebbe una buona occasione per gli insegnanti per proporre una lettura non solo strutturale ai ragazzini, che capirebbero al volo che la democrazia non è una cosa data per scontata ma ogni cittadino deve fare la sua parte fino in fondo per mantenerla?